Welfare aziendale in Toscana
La Toscana promuove piani di welfare aziendale per migliorare parità di genere e occupazione femminile, tramite il Fondo sociale europeo e il progetto Vita Lavoro. Vediamolo con Laura Simoncini, segretaria regionale di Confartigianato Imprese
La Toscana punta sulla diffusione di piani di welfare aziendale per rafforzare la promozione della parità di genere e dell’occupazione femminile. Attraverso il Fondo sociale europeo plus 2021/2027, la Regione da qualche mese ha messo in campo due azioni coordinate rivolte a datrici e datori di lavoro: un bando da oltre 7,5 milioni fino al 2025, inserito tra le operazioni di importanza strategica del Pr Fse+, e il progetto Vita Lavoro Toscana (Vlt), intervento di comunicazione e animazione territoriale, che si sviluppa su tutto il territorio regionale.
E proprio di quest’ultimo parliamo con Laura Simoncini, segretaria regionale di Confartigianato Imprese, capofila del progetto.
Laura Simoncini, quali sono gli obiettivi principali del progetto Vlt?
«L’obiettivo di fondo del progetto – cofinanziato dal PR FSE+2021-27 – è quello di promuovere e valorizzare in Toscana le misure e le iniziative di welfare aziendale con particolare attenzione al tema della conciliazione, anche al fine di promuovere la parità di genere e l’occupazione femminile tramite l’attuazione di iniziative sull’intero territorio regionale.
In Toscana, il welfare aziendale è un tema di grande importanza, con diverse iniziative, sia da parte della Regione che delle associazioni datoriali e sindacali più rappresentative, volte a migliorare la conciliazione tra vita lavorativa e personale».
Parlando di parità di genere e occupazione femminile, come è messa la Toscana da questo punto di vista e quali sono gli strumenti che avete per migliorare la situazione?
«La Toscana, in linea con quanto accade a livello nazionale, registra la presenza di divari di genere legati alla responsabilità di cura che impegnano prevalentemente (quasi il 70 per cento) le donne, contribuendo a una diminuzione del tasso di occupazione femminile all’aumentare del numero di figli, maggiore fuoriuscite in particolari fasi del ciclo di vita, una richiesta di part-time in presenza di assistenza di familiari non autosufficienti e una minore presenza delle donne nelle posizioni apicali delle organizzazioni e delle professioni.
L’adozione di piani diwelfare aziendale per la conciliazione vita-lavoro può essere una leva per promuovere parità di genere e occupazione femminile, ma non solo. La conciliazione vita-lavoro è un soprattutto una sfida culturale che tutti dovremmo cogliere.
Questo è stato il collante che ha spinto le associazioni datoriali e sindacali più rappresentative della Toscana a rispondere all’invito della Regione a promuovere queste tematiche e a impegnarsi in un progetto comune – il Vlt – finalizzato prima di tutto a sensibilizzare imprese, lavoratrici e lavoratori, ma anche tutti quei soggetti trasversalmente interessati alle opportunità della conciliazione vita-lavoro e a promuovere modalità e strumenti, in primis le azioni finanziate dalla Regione Toscana, per finanziare piani di welfare aziendale».
Ha fatto più volte riferimento alla conciliazione vita-lavoro: cosa significa? E cosa possono fare le aziende sotto questo aspetto?
«La conciliazione vita-lavoro è caratterizzata da tutte le misure volte a favorire l’equilibrio tra vita professionale e personale e rappresenta una leva per promuovere parità di genere e occupazione femminile. La conciliazione può avere riflessi importanti sulla stessa competitività delle aziende, sul loro brand reputazionale, sulla produttività dei lavoratori e anche sull’attrattività di giovani talenti e di forza lavoro in genere.
In Toscana esistono imprese che hanno già messo a sistema eccellenti pratiche di conciliazione, ma ancora persistono altre che potrebbero farlo, altre che lo fanno senza un sistema codificato. Questo progetto è pertanto finalizzato a sensibilizzare le imprese e suggerire modalità e strumenti di welfare aziendale per la conciliazione vita-lavoro».
A che punto è il progetto, possiamo già tracciare un primo bilancio delle attività ed eventualmente dei risultati ottenuti?
«Si tratta di un progetto di animazione territoriale che prevede molteplici attività tra cui, in particolare, la ricognizione delle politiche in tema di conciliazione vita lavoro, la raccolta di buone pratiche aziendali, la ricognizione sui fabbisogni, la realizzazione di seminari informativi e la realizzazione di laboratori territoriali.
Le attività del progetto toccheranno tutte le province toscane. Al momento siamo esattamente a metà percorso e sono già stati realizzati gli eventi di Prato, Grosseto, Lucca, Firenze, Siena. Imminente l’evento di Arezzo, seguiranno quelli di Pisa, Pistoia, Massa-Carrara e Livorno.
In parallelo agli eventi vengono raccolti dati, informazioni e best practice aziendali. È un percorso faticoso che però sta dando tanti spunti di riflessione sia alla Regione Toscana, sempre presente alle iniziative programmate, che ai partner di progetto e ai partecipanti alle iniziative.
In occasione dell’evento conclusivo relazioneremo sui dati che stiamo raccogliendo, come ad esempio quelli relativi allo spostamento casa/lavoro, all’organizzazione dei pasti, all’orario di lavoro, sui vari servizi di welfare e sulla consapevolezza dei fabbisogni dei lavoratori, al fine di mappare le iniziative delle imprese e di tracciare le necessità delle stesse per migliorarsi, andando sempre di più incontro alle esigenze dei lavoratori».
Istituzioni, aziende, sindacati, associazioni datoriali, liberi professionisti: quali sono stati finora i soggetti più “ricettivi” e dove invece c’è ancora del lavoro da svolgere?
«Gli eventi Vlt sono aperti alla partecipazione di tutti i potenziali interessati e tutto il partenariato è impegnato a promuoverli a una molteplicità di stakeholder, tra cui in particolare imprese, con una attenzione per le micro e piccole che rappresentano la maggioranza del tessuto economico regionale, lavoratrici/lavoratori, associazioni, università e centri di ricerca, enti del terzo settore, professionisti, commercialisti, consulenti del lavoro.
Alcuni stakeholder stanno indubbiamente rispondendo agli inviti a partecipare agli eventi meglio di altri ma, in generale, stiamo vedendo come, grazie alle attività di animazione territoriale finora realizzate, l’interesse verso le tematiche legate alle misure di welfare aziendale a sostegno della conciliazione vita-lavoro stia aumentando tra tutti i soggetti che ne sono trasversalmente interessati».