Vinis, l’enoturismo diventa smart
Risolvere un problema. Inizia da questo caposaldo strategico, nel 2018, l’avventura della startup pisana Vinis, opera di due giovani intraprendenti imprenditori: Lorenzo Radica e Manuel De Luca che vedono nell’enoturismo e, in generale, nel turismo enogastronomico, il motore fondamentale per la ripartenza economica e per la valorizzazione del nostro territorio.
«Vinis è un marketplace dedicato all’enoturismo, – spiegano i due fondatori – nato per facilitare le prenotazioni di visite nelle cantine toscane e agevolare l’incontro tra domanda e offerta. Mancava una visione completa, come invece troviamo ad esempio nel settore alberghiero, che può vantare portali quali Booking o Airbnb. Le persone dovevano cercare le cantine, contattarle, attendere una risposta, ma mancava comunque una visione globale. Si perdeva tempo ed era impossibile prenotare in ogni momento della giornata. Sul sito vinis.it, rivolto ai clienti privati, e su altri canali offline dedicati ai clienti business, raggruppiamo le migliori realtà vitivinicole toscane, dando così la possibilità di prenotare quando si desidera, facilitando al massimo la ricerca».
Elemento a cui non rinunciano i due soci è la qualità del servizio e dell’esperienza vissuta, che deve essere ineccepibile. «Sulla qualità non transigiamo e non scendiamo a compromessi. Valutiamo noi in prima persona e tramite moduli, insieme con i nostri sommeliers, quali cantine possono far parte di Vinis. Ci piace molto selezionare le piccole realtà sconosciute e valorizzarle, ma lavoriamo ovviamente anche con le grandi aziende, soprattutto per il progetto dell’export che stiamo sviluppando, e che sarebbe difficile da portare avanti con aziende poco strutturate».
La scelta è molto ampia e diversificata in base alle varie tipologie di utenti. «Cantine più rurali sono adatte ad un certo tipo di cliente, – spiega Lorenzo Radica – mentre altre che offrono servizi più esclusivi sono adatte ad un altro target».
Una buona parte delle cantine con cui collabora Vinis produce vino biologico o biodinamico, e sul sito è possibile filtrare la ricerca anche per queste categorie, ma i due soci sottolineano che il punto di forza di Vinis «è l’esperienza totalmente smart, anche perché non dimentichiamoci che i gusti sono personali e un vino che piace a noi, per quanto oggettivamente di qualità, può non piacere a tutti. Ma dall’esperienza vissuta in cantina vogliamo che i clienti ne escano, sempre e comunque, colpiti positivamente».
Nell’anno della pandemia, visto l’azzeramento delle visite, i due soci hanno intrapreso la vendita online, affiancando le cantine e vendendo per loro su Amazon. In parallelo hanno intrapreso rapporti commerciali con il Vietnam e avviato trattative con il Canada e la Polonia. «Abbiamo iniziato a investire tempo e denaro sulle vendite online e sull’export in piena pandemia e non vogliamo smettere, – commentano i titolari-. Adattandoci al cambiamento e investendo, non siamo solo sopravvissuti, ma abbiamo quadruplicato il fatturato».
Dalle schede dettagliate relative alle varie proposte reperibili sul portale, si deduce anche una forte attenzione al territorio. «Per noi l’esperienza in cantina deve proporre una visione completa di quello che la Toscana offre, quindi diamo indicazioni anche su cosa visitare nei dintorni. Ci piace spingere soprattutto verso le aree meno conosciute, ad esempio il Chianti Rufina, le Terre di Pisa o le Colline di Lucca. Abbiamo lanciato anche un format di eventi, DiscoVinis, che ci vede tornare al mixer – Lorenzo e Manuel sono anche dj – è un modo per valorizzare il settore e il territorio, ma anche per avvicinare i giovani e far scoprire loro un mondo che conoscono superficialmente».
LeBron James, la stella del basket, ha recentemente visitato una cantina a Capalbio affidandosi a Vinis, ma per Lorenzo e Manuel «non è importante aver lavorato con un nome così famoso, ma che si sia trovato bene in una cantina da noi selezionata e che abbia condiviso storie sul suo profilo Instagram, che conta milioni di followers in tutto il mondo. Questo accresce la fiducia verso di noi non solo da parte dei clienti, ma anche delle aziende, per non parlare dell’eco pubblicitaria a vantaggio nostro, delle aziende e del territorio toscano ».
Modesti ma con le idee ben chiare, i due soci considerano l’enoturismo e, in generale, il turismo enogastronomico, il motore fondamentale per la ripartenza economica e per la valorizzazione del territorio, con benefici per l’intero comparto turistico e produttivo. Anche se – concludono – «siamo consapevoli che c’è ancora tanto da fare, su più fronti, per giungere ad una reale consapevolezza riguardo a innovazione, promozione e valorizzazione».
Per approfondimenti
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