Verinlegno, il brevetto per vernici è sempre più green

La Verinlegno gioca la carta della transizione ecologica con fatturati che battono anche la pandemia
Ha brevettato per tutta l’Europa (ma anche per il Canada) l’uso, nelle vernici, di additivi completamente naturali e antiossidanti a difesa degli infissi dai raggi Uv. E ora la Verinlegno di Massa e Cozzile (Pistoia) è davvero sempre più green.
Con il “Patent Cooperation Treaty” la società ha infatti ottenuto il brevetto per l’utilizzo di essenze naturali e antiossidanti nella formulazione di vernici per infissi. La licenza, frutto di 3 anni di studio, prevede finiture Hydro ecomat larice e Hydro ecomat mogano, le prime in assoluto a integrare un filtro Uv basato esclusivamente su estratti provenienti dalle piante, senza alcun ricorso a molecole di sintesi. Composti che migliorano gli standard protettivi delle vernici dedicate ai serramenti.
Lo scorrere del tempo comporta, infatti, variazioni chimiche che si manifestano in perdita di brillantezza, ingiallimento o alterazioni del colore, sfarinamento, comparsa di fratture nel film protettivo seguite da danni al supporto ligneo. Per rallentare il degrado si utilizzano additivi antiossidanti. I più in uso sono di due tipi: quelli “preventivi” inibiscono la formazione dei radicali liberi generati dai raggi Uv, che sono i principali responsabili del deteriorarsi della vernice e dell’infisso.
Gli “interruttori di catena” agiscono invece bloccando i radicali già formati. La durata nel tempo dello scudo dipende dalla concentrazione degli antiossidanti nella vernice, ma è tecnicamente impossibile superarne determinati valori.
I composti creati dal laboratorio Verinlegno in collaborazione con il Cnr di Sassari (Istituto di chimica dei composti organometallici e Istituto di chimica biomolecolare) e con la Regione Toscana (che ha in parte finanziato il progetto) garantiscono una maggiore durata e una più lunga persistenza del colore: vengono, in altre parole, “sacrificati” in tempi molto più lunghi.
La loro capacità di neutralizzare l’effetto visibile dei raggi Uv e di “cattura” dei radicali liberi può essere fino a 5 volte superiore agli standard di mercato. Le nuove formulazioni sono un esempio tangibile di come una sia pur piccola realtà aziendale, ma d’eccellenza, possa muoversi concretamente verso la transizione ecologica. In questo caso cercando nuove soluzioni sostenibili per la sostituzione di additivi di sintesi nelle vernici con lo scopo di ridurre o eliminare l’uso di sostanze pericolose.
Che poi tanto “piccola”, ormai, la Verinlegno non lo è più da tempo. Nata nel 1975 dall’idea di Sante Zandò (ancora oggi presidente), Piero Marchetti e Antonio Bartoli, ha a Massa e Cozzile uffici, laboratorio, produzione e magazzino centrale, pur avendo altri 25 depositi dislocati su tutto il territorio nazionale.
La capacità produttiva è oggi di oltre 8.500 tonnellate annue (+14% sul 2020, +9% sul 2019), con un fatturato (nel 2021) di 27 milioni di euro (+31% rispetto all’anno “pandemico” 2020 e +20% rispetto al 2019, che già era stato un’ottima annata), il 58% derivante dalle esportazioni (valore: 15,5 milioni di euro). Ma anche il mercato interno si è ulteriormente sviluppato, allargando la rete di vendita sia al nord (un solo esempio: +20% di fatturato in Veneto, un mercato già florido) sia al sud (+57% in Puglia e +55% in Molise).
«Nei momenti difficili la squadra Verinlegno riesce a dare il meglio di sé», commenta il presidente Sante Zandò. E per il 2022 tutti gli indicatori sembrano convergere ancora verso il potenziamento: nuove opportunità si aprono in Triveneto e in Brianza, in Campania e in Sicilia, con la Toscana a fare da traino con i nuovi depositi aperti a Viareggio e a Grosseto. E nel mondo buone prospettive si aprono in Canada, India, Palestina, Spagna, Lituania e Polonia.
«Gli ottimi risultati del 2021 sono dovuti alla pronta elasticità con la quale Verinlegno ha saputo far fronte alla scarsa disponibilità di alcune materie prime indispensabili, mantenendo gli elevati standard qualitativi e di servizio al cliente. Il 2022 si prevede come una nuova sfida, ottimizzando l’efficienza dei reparti produttivi, con particolare attenzione ai prodotti all’acqua. La ricerca sarà ancora di più rivolta all’utilizzo di materie prime innovative, caratterizzate da alte prestazioni ed etichettatura più leggera», dice Silvio Zandò, amministratore delegato dell’azienda.