Università toscane all’Innovation Farm
Le università toscane per il futuro dell’agritech con *beeco al Padiglione Innovation Farm
Un pomeriggio stimolante al Padiglione Innovation Farm, presso la Fiera del Madonnino, con il convegno “L’innovazione nell’agritech – il punto di vista della Ricerca”. Accademici ed esperti del settore hanno offerto una visione approfondita sul futuro dell’agricoltura tecnologica, illuminando le nuove frontiere dell’innovazione agricola.
Organizzato da *beeco, ecosistema di innovazione italiano, l’evento è stato guidato dal Prof. Angelo Riccaboni, Presidente Fondazione PRIMA, Barcellona, e Santa Chiara Lab, UniSi, Co-Chair UN SDSN Europe, Parigi.
Riccaboni ha messo in luce la crescente interconnessione tra il mondo accademico e quello imprenditoriale, un’evoluzione significativa rispetto a vent’anni fa. Ha inoltre enfatizzato le complessità intrinseche dell’interazione tra università e industria, in particolare riguardo alla precisione delle aspettative aziendali in termini di innovazione. Questi incontri, spesso complessi, evidenziano la necessità di applicare concretamente le innovazioni anche dopo la conclusione dei progetti finanziati.
Per superare queste sfide, “stiamo provando ad introdurre nuove figure professionali, gli ‘Innovation Brokers’, mediatori tra ricerca e imprese che facilitano un dialogo costruttivo per risolvere problemi concreti degli agricoltori attraverso l’innovazione applicabile. Questa soluzione rappresenta un cambiamento di paradigma essenziale: invece di imporre soluzioni dall’alto, si suggerisce di instaurare una collaborazione orizzontale che miri a risolvere problemi specifici attraverso l’innovazione applicabile e concreta”, specifica il Professor Riccaboni.
Durante l’evento, illustri accademici hanno discusso sul futuro dell’agricoltura tecnologica. Alessandro Parenti, dell’Università degli Studi di Firenze, ha esaminato le potenzialità del sistema frantoio, sottolineando l’importanza di migliorare i processi di trasformazione. Alberto Pardossi, dall’Università di Pisa, ha trattato delle innovazioni nelle colture protette come il vertical farming, evidenziando i benefici in termini di uso dell’acqua e impatti ambientali.
Claudio Cantini, ricercatore al CNR, ha illustrato come il trasferimento tecnologico debba essere orientato alle esigenze reali delle aziende. Marco Mancini, dell’Università di Firenze, ha enfatizzato l’importanza dell’agricoltura di precisione nell’operatività aziendale.
Danilo Monarca, della Università della Tuscia, ha discusso della necessità di innovazione per la resilienza al cambiamento climatico.
Infine, Stefano Giordano, dell’Università di Pisa, ha analizzato il ruolo dei verticali agritech nella trasformazione delle telecomunicazioni.
Questo convegno ha rappresentato un punto di svolta significativo, dimostrando l’impegno congiunto di accademici e professionisti verso un futuro agricolo più sostenibile e tecnologicamente avanzato. Il dialogo costruttivo, le soluzioni innovative e il continuo scambio tra ricerca e pratica promettono di guidare l’agricoltura verso una nuova era di efficienza e responsabilità ambientale.