• 08/12/2024

Medicina di Precisione: Università di Pisa in prima linea nel progetto HEAL ITALIA

 Medicina di Precisione: Università di Pisa in prima linea nel progetto HEAL ITALIA

Finanziato dal PNRR, il progetto rappresenta la prima filiera nazionale dedicata alla ricerca e all’innovazione in questo campo

L’Università di Pisa è uno degli 11 atenei coinvolti nel progetto HEAL ITALIA – “Health Extended ALliance for Innovative Therapies, Advanced Lab-research, and Integrated Approaches of Precision Medicine, la prima filiera nazionale dedicata alla ricerca e all’innovazione nel campo della Medicina di Precisione.

Il progetto, che ha preso avvio nei giorni scorsi, è uno dei 14 parternariati estesi finanziati nell’ambito delle iniziative del PNRR per rafforzare la ricerca a livello nazionale e promuoverne la partecipazione alle catene di valore strategiche europee e globali.

A HEAL ITALIA, che ha una dotazione di 114,7 milioni di euro in tre anni e, come soggetto proponente, l’Università degli Studi di Palermo, partecipano anche l’Istituto Superiore di Sanità, 5 Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), 6 aziende e una fondazione di ricerca.

L’obiettivo comune è quello di creare una rete nazionale di scienziati, tecnologi e giovani ricercatori che, con approccio olistico e multidisciplinare, condividano e sviluppino conoscenze, ricerche e tecnologie innovative al fine di portare il Sistema Sanitario Nazionale nell’era contemporanea della Medicina di Precisione nella lotta al cancro e alle malattie cardiovascolari, metaboliche e rare.

L’Università di Pisa è impegnata nel coordinamento delle attività di una unità di ricerca (Spoke) dedicata alle applicazioni cliniche della Medicina di Precisione e nella partecipazione ad altre unità di ricerca del progetto, con il coinvolgimento diretto di 25 ricercatori sui 350 complessivamente afferenti al progetto.

“Essere parte di questa iniziativa di ricerca è un’opportunità di notevole valore per il nostro Ateneo, non solo per la rilevanza della tematica affrontata ed il possibile e tangibile impatto di questa ricerca sul trattamento di tanti pazienti, ma anche per la possibilità di offrire un’occasione di crescita a tanti giovani ricercatori che lavoreranno alle varie attività previste e che matureranno competenze ed esperienza al fianco di ricercatori di prestigiose istituzioni nazionali”- commenta il Prof. Riccardo Zucchi, Rettore dell’Università di Pisa, che continua: “Le conoscenze che scaturiranno da questo progetto potranno avere conseguenze positive applicabili a tanti ambiti della scienza, con un sicuro beneficio anche per il nostro Sistema Sanitario e per la nostra società in generale.”

Il Direttore dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP), Dottoressa Silvia Briani, aggiunge: “La nostra Azienda vive con estremo interesse e attenzione questa fase di nuovi sviluppi nell’ambito della medicina di precisione, che vede Pisa in posizione di avanguardia. Le molteplici e crescenti conoscenze in ambito molecolare, tecnologico e clinico hanno generato una enorme quantità di informazioni che devono essere gestite, integrate e interpretate in un’ottica di sempre maggiore interdisciplinarietà e capacità analitiche, per offrire scelte giuste nei momenti giusti. Il completamento del Nuovo Ospedale Santa Chiara, che sarà ancor più forte in competenze e tecnologie, la sinergia con l’Università e le opportunità offerte dal PNRR rappresentano i pilastri su cui ulteriormente far crescere le nostre offerte in termini di ancor più mirate opzioni personalizzate di prevenzione e trattamento per i nostri pazienti”.

Complessivamente, è previsto il reclutamento di più di 100 nuovi ricercatori e di più di 100 dottorandi per rispondere alle domande oggetto delle attività previste dalle 8 unità operative del progetto. Spiega Piero Marchetti, Professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università di Pisa e Direttore dell’UO di Malattie Metaboliche e Diabetologia dell’AOUP, che svolge il ruolo di coordinatore del Comitato Scientifico del progetto: “Le attività delle unità operative seguono il percorso logico della ricerca traslazionale, attraverso alcune tematiche principali che vanno dalla Holistic Nosology (per identificare, classificare e perfezionare i fenotipi delle malattie multifattoriali), alla Intelligent Health (per la gestione dei dati e lo sviluppo di metodi avanzati, algoritmi e approcci di apprendimento automatico basati su intelligenza artificiale e machine learning), dai Prediction Models (per lo sviluppo di metodi al supporto di diagnosi precoci e prognosi personalizzate), alla 4D-Precision Diagnostics (per una diagnosi precisa nello spazio e nel tempo, basata su approcci quadridimensionali che integrano biomarcatori clinici e di imaging), dai Next-Gen Therapeutics (per la progettazione e validazione di strategie terapeutiche innovative e personalizzate) alla Healthy Toolbox (per lo sviluppo di dispositivi innovativi per la diagnosi e terapie di precisione), alle Prevention Strategies (per lo sviluppo di strategie di prevenzione e di medicina di genere basate su approcci integrati e su dati biometrici ambientali, di stile di vita e clinici), per giungere infine alla Clinical Exploitation per la convalida clinica e l’implementazione di approcci innovativi di medicina di precisione predittiva, preventiva, diagnostica e terapeutica, basati su fenotipi molecolari e clinici consolidati o emergenti e su protocolli decisionali guidati dall’intelligenza artificiale”.

“Credo che il ruolo dell’Università di Pisa di coordinatore di una delle 8 unità di ricerca previste dal progetto sia un onore e un attestato di fiducia da parte di tutti gli attori coinvolti in questo grande progetto – commenta Chiara Cremolini, Professoressa Associata di Oncologia Medica dell’ateneo pisano e Responsabile Scientifica dell’unità di ricerca dedicata alle applicazioni cliniche– ma anche un notevole impegno e una sfida non solo scientifica ma anche organizzativa. Il lavoro di condivisione progettuale sotto l’aspetto logistico e dei contenuti, coordinato dal Prof. Andrea Pace e dal Prof. Giorgio Stassi dell’Università degli Studi di Palermo, è stato ingente, e le intersezioni pianificate tra le varie competenze coinvolte rappresentano certamente un valore aggiunto della proposta. Il nostro compito sarà quello di dimostrare l’utilità della medicina di precisione alla pratica clinica in vari casi di studio, che vanno da patologie oncologiche a malattie cardiovascolari e metaboliche fino ad alcune malattie rare, e di indagare l’applicabilità su larga scala delle nuove tecnologie nell’ottica della loro diffusione sostenibile ed equa a tutti i livelli del nostro Sistema Sanitario”.

In occasione dell’incontro di kick-off del progetto tenutosi nei giorni scorsi a Palermo, il Prof. Andrea Pace, Presidente della Fondazione HEAL ITALIA, ha puntualmente sottolineato che “le risorse messe a disposizione dall’Unione europea rappresentano un investimento piuttosto che un finanziamento; una sottile differenza semantica che deve responsabilizzare tutti gli attori in campo. Dobbiamo sempre ricordare che la maggior parte delle risorse a valere sull’intero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha natura di “prestito” e il sistema Paese potrà garantirne la restituzione solo se ciascuna singola azione beneficiaria degli aiuti sarà incentrata sulla qualità e sulla sostenibilità di lungo termine.”

Il progetto HEAL ITALIA affonda il proprio razionale proprio in questa logica e promette di sviluppare conoscenza ed innovazione attraverso molteplici viaggi di andata e ritorno tra il laboratorio e il letto del malato, al fine di potenziare al massimo il dialogo tra le competenze e di sfruttarlo al meglio nella pratica clinica quotidiana.

Redazione

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