Tenax, si riaccendono le luci: quarant’anni di intrattenimento e libertà di espressione

L’orologio si era fermato alle 4:45 di domenica 1 marzo 2020. Nessuno dei presenti al “Nobody’s Perfect”, una delle serate più longeve e conosciute al mondo, in quel momento poteva immaginare che sarebbero dovuti trascorrere venti mesi prima di poter rimettere piede al Tenax.
Molto di più di una semplice discoteca: un luogo che ha visto e vissuto le trasformazioni della società, delle tendenze, e dei modi di vivere la notte. Che ha accolto artisti, cantanti, dj, stilisti, attori e ballerini. Un locale che ha combattuto per la propria sopravvivenza, che da essere azzardato ed eccessivo è diventato punto di riferimento per la libera espressione, a 360°.
Il destino con il Tenax è stato beffardo e perverso. Il locale situato a Peretola, oggi punto di accesso della città valorizzato e riqualificato, un tempo profonda periferia di Firenze, ha aperto i battenti il primo ottobre 1981 e proprio nel 2021 ha festeggiato quarant’anni di vita. Un traguardo straordinario, invidiabile per qualsiasi attività figuriamoci per un discoteca, celebrato solamente sui social e con delle belle interviste su importanti quotidiani e magazine. Evidentemente non poteva finire così, perché proprio mentre i fan e la direzione del locale soffiavano sulle candeline virtuali del quarantesimo, la politica stava decidendo di allentare le restrizioni e consentire le riaperture dei locali a capienza ridotta. E così è stato. Dopo venti mesi di buio, il 16 ottobre 2021 al Tenax si sono riaccese le luci.

«Non è stato il compleanno che immaginavamo – ci ha confidato Alex Neri, dj di fama mondiale e socio del locale – aspettavamo da una vita di poter celebrare con i nostri fan il traguardo dei quarant’anni, avremmo voluto fare una festa memorabile. Invece abbiamo dovuto festeggiare il compleanno sui giornali: recupereremo, nel frattempo abbiamo potuto riaprire e, seppur con capienza ridotta, siamo molto contenti. In un certo senso il compleanno ha portato fortuna, perché una settimana dopo ci hanno dato l’ok per ripartire». «Il compleanno è arrivato in un momento in cui davvero eravamo sull’orlo d’una crisi di nervi – aggiunge Roberto Nistri, tra i fondatori del locale – tirare avanti chiusi per oltre un anno e mezzo è stato durissimo. Volevamo dire a tutti che ci siamo, che dopo quarant’anni siamo vivi e vegeti e che siamo ancora sulla cresta dell’onda».
La ripartenza è stata ridimensionata, ma non poteva essere altrimenti. Capienza massima di 500 persone, accesso solo con green pass e obbligo di mascherina per muoversi all’interno del locale, fatta eccezione per la pista da ballo. Il biglietto d’ingresso adesso è acquistabile solo online, stratagemma per tenere sotto controllo gli ingressi e soprattutto evitare assembramenti al di fuori. Limitazioni che però non hanno scoraggiato i clienti. «Siamo ripartiti rispettando le regole, abbiamo dovuto tagliare un po’ di costi, ridurre il personale e aumentare il prezzo del biglietto – spiega Alex Neri – la risposta della gente è stata super, c’era così tanta voglia di Tenax che nelle prime due serate abbiamo fatto subito sold out. Certo, il locale al 50% della capienza non è il solito, ma ci dobbiamo accontentare per ora. Al Tenax in 500 persone si sta belli larghi, diciamo che sto scoprendo un nuovo modo di vivere il club. Dall’altra parte avere posti limitati e biglietti acquistabili solo online sta giocando a nostro favore: quando escono sale la febbre a chi vuol venire e in poche ore li vendiamo tutti».
D’altra parte per il popolo della notte la riapertura del Tenax è stato senza dubbio l’evento più atteso dell’autunno. Non poteva certo bastare una pandemia per cancellare la storia del locale, il cui valore va ben oltre l’infinito elenco di artisti e dj internazionali che si sono esibiti sul suo palco. «Chiamare Tenax discoteca è semplicemente riduttivo – sottolinea Roberto – ed è la storia che lo testimonia. Sì, abbiamo avuto i più famosi e importanti dj di musica elettronica, ma anche cantanti e gruppi rock e new wave, abbiamo proposto serate di teatro ai livelli più alti, sfilate di moda, installazioni e allestimenti memorabili. Dopo quarant’anni continuiamo a proporre, a fare ricerca, a pensare il locale come il luogo che deve evolversi e non deve mai stufare».
«Oltre a tutto questo – conclude Alex Neri – alle spalle c’è una società sana, che fa le cose rispettando le regole e senza scappatoie. Siamo un gruppo molto unito e anche se abbiamo visioni a volte contrastanti, remiamo tutti dalla stessa parte. Colgo l’occasione di ringraziare gli altri soci Sandro Coragli, Jacopo Monini e Marco Mannini, oltre che tutto lo staff grazie al quale il Tenax non esisterebbe. Il business della discoteca è ancora sostenibile se fatto con una certa competenza ed esperienza. E non solo pensando al profitto, ma soprattutto proponendo un prodotto di qualità che faccia divertire e star bene le persone».