• 08/09/2024

Simone Rugiati, oltre lo chef c’è di più. In cucina si costruisce cultura

 Simone Rugiati, oltre lo chef c’è di più. In cucina si costruisce cultura

Simone Rugiati, chef

INTERVISTA A
Simone Rugiati, chef

È uno dei primi “chef televisivi” contemporanei, distintosi agli esordi con La prova del cuoco e, successivamente, in programmi di successo come Cuochi e Fiamme e molti altri. Oggi, oltre alla sua attività come chef, consulente e ambassador per numerose aziende agroalimentari, è il protagonista di programmi quali Food Advisor e L’Italia a morsi al ristorante. È stato uno dei volti del progetto del World Food Programme “Cinque Chef per l’Etiopia”. La sua fucina creativa è la factory house “Food Loft”, nel centro di Milano

Ha portato la cucina in tv, inaugurando il fortunato format dello show cooking. Radici in Toscana, a Santa Croce sull’Arno, studi all’alberghiero Martini di Montecatini Terme, istituto riconosciuto eccellenza regionale dal Touring Club Italiano: un destino già segnato per Simone Rugiati, che ha capito fin da subito che in cucina non si assemblano solo dei piatti ma si costruisce cultura.
Dopo il diploma e alcuni impieghi come commis, Rugiati lavora in una casa editrice che pubblica riviste e libri di cucina regionale italiana, rimanendo ogni volta colpito dalla varietà degli argomenti riservata alla cucina toscana: «Nella nostra regione c’è un’ampia capillarizzazione delle ricette, con differenze estreme anche a pochi chilometri di distanza, come ad esempio tra Pisa e Livorno. La bellezza del territorio si riflette nell’altissima qualità delle nostre materie prime, dall’olio ai formaggi, dal vino al pane. Io sono toscano, ma ho viaggiato tantissimo, da eterno curioso sono portato a mescolare tutti i prodotti della Toscana, quella bassa, quella alta, quella dell’Elba, isola che sarà protagonista di uno speciale su Discovery Channel. Sono il primo testimonial dei prodotti toscani di qualità e li uso per davvero, non come alcuni cuochi blasonati che si limitano a mostrarli».
Una toscanità, ovunque rispettata e riconosciuta, che si basa su un cibo vero e su sapori autentici, che ci riportano alle nostre radici, agli odori che abbiamo sentito fin da bambini e alle ricette di famiglia, a ciò che ci dà gioia perché ci fa sentire parte di una tradizione. È il buono che fa bene a noi e anche al pianeta, perché si va alla ricerca del prodotto a chilometro zero.
Tutti principi che Simone Rugiati ha messo nero su bianco nel suo ultimo libro “Prima la Materia. La cucina italiana raccontata a modo mio”, edito da Gribaudo.
È la materia l’ingrediente di qualità in tutta la sua unicità, è grazie a lei se possiamo eseguire, con meno tempo e meno abilità di quanto si creda, piatti tradizionali, anche poveri e di riciclo, ma buonissimi. Simone fa l’esempio della panzanella: ‘solo’ pane, pomodoro, olio, cipolla e basilico, ma quanta storia e di conseguenza quanto gusto ci sono dietro a questi ‘semplici’ ingredienti?
Con queste premesse, non è difficile immaginare che prima o poi la sensibilità di Simone Rugiati al tema della sostenibilità alimentare potesse dare i suoi frutti anche a molti chilometri di distanza dall’Italia, in paesi meno fortunati del nostro.
È ciò che è avvenuto con un progetto in Kenya, che Simone Rugiati ha conosciuto durante il primo lockdown con una vacanza prolungata e che poi lo ha conquistato interiormente.
Ecco come come è avvenuta l’evoluzione: «Non mi definisco più uno chef in senso stretto: da qualche anno il mio lavoro si divide tra il catering, la conduzione di brigate, le consulenze e i corsi di aggiornamento per professionisti della ristorazione. Faccio progetti di ogni genere, di business e di vita. Quello intrapreso in Kenya è un progetto di vita: ho deciso di sfruttare la mia parte mediatica per sensibilizzare le persone su temi che mi stanno a cuore, come la sostenibilità ambientale, la lotta allo spreco, il rispetto della natura, la pesca sostenibile e l’innovazione nelle tecniche di coltivazione. Ho chiamato a raccolta degli sponsor e ho costruito delle azioni benefiche per le persone o per il pianeta: pozzi, una nursery per le mangrovie, distribuzione di farina e riso, sostegno ai ragazzi in età scolare. Con il mio team di Food Loft abbiamo girato dei cortometraggi che potrebbero diventare un programma per la tv oppure un format per i social».
Il trailer del progetto è stato presentato a fine aprile a “Verde Giffoni – Youth for the Present”, l’iniziativa del Giffoni Film Festival rivolta alla salvaguardia del pianeta e destinata alle giovani generazioni.
Giovane e innovativa è anche l’immagine di cui Simone Rugiati ha voluto rivestire il suo concetto di chef, dissacrando l’autorevolezza di questa figura e l’aura che l’ha avvolta in questi ultimi anni: la sua esperienza in Kenya è legata alla sigla “SCHEF”, uno chef con la S davanti, la S di Solidarietà, di Sostenibilità di Sole, di Sorrisi. In sintesi, di Simone, di un Super Chef che vuole usare il piedistallo sopra il quale i suoi colleghi sono stati collocati per convogliare energie e fare qualcosa di positivo.

Per approfondimenti:
www.foodloft.it

 

Le mie keyword in cucina sono: stagionalità, tracciabilità e km zero.
Cerco di portare in tavola sempre prodotti biologici italiani provenienti da colture sostenibili.

Simone Rugiati

Giulia Baglini

Giornalista specializzata sui temi dell’innovazione e della sostenibilità

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