Siena Food Lab, agricoltura del futuro
Fondazione Siena Food Lab al centro di una rete di soggetti che vogliono fare dell’agricoltura innovativa e sostenibile un motore di sviluppo
Anche l’agricoltura si apre all’innovazione e lo fa in un territorio unico al mondo per la produzione agroalimentare di qualità. Stiamo parlando di Siena, che con i suoi tanti prodotti certificati e le sue fiorenti attività agricole, contribuisce a una parte importante del Pil locale.
Da giugno 2023 esiste un progetto che fornisce gli strumenti tecnologici più avanzati per agevolare l’accesso delle imprese agroalimentari all’ecosistema dell’innovazione: è Siena Food Lab, fondazione di partecipazione ed ente del Terzo Settore, i cui soci fondatori sono la Fondazione Monte dei Paschi di Siena e il Santa Chiara Lab, il centro dell’Università di Siena per le attività di Innovazione Interdisciplinare. Abbiamo intervistato il presidente di Siena Food Lab, Giuseppe Liberatore.
La missione di Fondazione Siena Food Lab è diffondere l’innovazione nelle aziende agricole del territorio. Quali sono gli ambiti attraverso cui vi impegnate a realizzare questo obiettivo?
«Fondazione Siena Food Lab è nata da un progetto pilota. In qualità di membro della deputazione amministratrice della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ruolo che ho ricoperto in passato, ho seguito un primo progetto di innovazione, tutto focalizzato sull’agricoltura 5.0, ossia sull’agricoltura di precisione. Partimmo con 60 aziende, afferenti ai settori olivicolo, cerealicolo e vitivinicolo.
Il percorso è stato molto apprezzato dalle imprese coinvolte e, quindi, la Fondazione MPS ha voluto proseguire, alleandosi con Santa Chiara Lab e allargando il percorso già iniziato ad altri asset: oltre a continuare il percorso sull’agricoltura di precisione, Siena Food Lab si occupa di sostenibilità ambientale, sociale ed economica e di tracciabilità dei processi e delle produzioni.
L’agricoltura di precisione fornisce quei metodi e quelle tecniche per ottimizzare la produttività dell’azienda, permettendo a strumenti tecnologici innovativi di effettuare i cosiddetti interventi agronomici mirati, capaci cioè di “colpire” nel momento in cui serve.
Un esempio sono i GIS, i programmi informatici in grado di georeferenziare ed elaborare in modo efficace le informazioni. Sono importanti anche le immagini satellitari, attraverso le quali si possono monitorare da remoto le colture e verificare con un telerilevamento quali sono i mezzi da usare per far fronte alla necessità del momento.
Utili sono anche i modelli previsionali, che semplificano le attività relative alla difesa sanitaria e alla gestione dell’irrigazione. Infine, l’utilizzo dei sensori, per osservare da remoto lo stato del terreno e verificare per esempio se c’è carenza idrica o se è necessario trattare la coltura con un fitofarmaco.
In conclusione, l’agricoltura di precisione comprende tutti quegli elementi che ci consentono di fare delle operazioni mirate, solo quando servono e soprattutto senza sprechi. La sostenibilità ambientale, sociale ed economica è un requisito sempre più richiesto, anche dagli istituti finanziari.
Avere una produzione agroalimentare sostenibile è diventato un must per tutte le aziende, non solo per quelle di grandi dimensioni: per accedere a incentivi e finanziamenti, tutte le imprese dovranno essere giudicate e certificate attraverso un rating di sostenibilità.
Noi, come Siena Food Lab, ci stiamo attivando per accompagnare le aziende in questo percorso: abbiamo reso disponibile una piattaforma, grazie alla quale le imprese potranno ottenere una valutazione del proprio grado di sostenibilità.
Questo strumento si chiama Imprese2030: è un servizio digitale di autovalutazione che individua i punti di forza e di debolezza delle strategie aziendali di sostenibilità e fornisce un quadro complessivo delle performance di sostenibilità.
Tutto questo può aiutare le aziende a definire nuove strategie, investimenti e attività, affinché la sostenibilità diventi motore di competizione e redditività. Il terzo aspetto è la tracciabilità dei processi: in un mercato in cui i consumatori sono sempre più interessati a conoscere l’origine, l’autenticità e la qualità dei prodotti agroalimentari, noi chiederemo alle aziende quale tipo di sistema di tracciamento digitale hanno scelto e valuteremo insieme a loro se possono modificarlo o implementarlo.
Ricordo che tutte le attività della Fondazione Siena Food Lab sono svolte in connessione con il Santa Chiara Lab, che guida lo Spoke 9 – Agritech, uno dei nodi di ricerca afferenti al Centro Nazionale per lo sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura, finanziato dal Pnrr. Lo Spoke 9 è coordinato da Angelo Riccaboni, che oltre ad essere presidente del Santa Chiara Lab – Università di Siena è anche direttore scientifico di Siena Food Lab».
Le tre aree tematiche da lei descritte sono state al centro del bando promosso dalla Fondazione Siena Food Lab nel 2023. In cosa consiste e qual è stato il riscontro ottenuto?
«Il bando era un invito rivolto a tutti gli operatori agricoli della provincia di Siena interessati a partecipare a un percorso formativo gratuito di innovazione tecnologica e organizzativa.
Tale percorso offre strumenti, assistenza e training nell’uso di metodologie avanzate di agricoltura di precisione, con il supporto di Agricolus, partner tecnologico della Fondazione specializzato in soluzioni per l’agricoltura 5.0. Le altre attività sono quelle ricordate prima, relative all’analisi del grado di sostenibilità ambientale e sociale e all’analisi della tracciabilità dell’origine delle produzioni, dei processi interni e della filiera.
Sono state selezionate 63 aziende rappresentative dell’intera particolarità e varietà della produzione agricola senese, che provengono prevalentemente dal comparto vitivinicolo e ortofrutticolo e dalle aree del Chianti, Val di Chiana, Val d’Orcia – Amiata e area senese. Si tratta di un panel di aziende molto ricco, è confortante sapere che gli indirizzi che abbiamo scelto siano quelli giusti».
L’innovazione dovrà essere sempre di più uno strumento operativo e di conoscenza a disposizione delle nuove generazioni. Un esempio è il vostro percorso formativo rivolto agli studenti dell’Istituto Agrario Bettino Ricasoli di Siena. Me ne può parlare?
«La Fondazione Siena Food Lab è aperta a tutti i player interessati all’agricoltura innovativa. Il primo soggetto che ha chiesto di entrare a far parte del progetto è stato proprio l’Istituto Ricasoli. Anche i futuri periti agrari saranno coinvolti direttamente nelle attività che realizzeremo nelle aziende locali, in quanto riteniamo che possiamo iniziare la formazione su questi elementi a partire dalle scuole secondarie.
Siamo abbastanza fiduciosi, diversi giovani hanno già cominciato a lavorare nelle aziende. Specializzare delle professionalità in un campo attualissimo come quello dell’agricoltura 5.0 è uno degli obiettivi che ci sta più a cuore.
Abbiamo infatti attuato due percorsi formativi: il Siena Food Lab Academy, un progetto di formazione gratuito che vuole contribuire alla crescita delle competenze di studenti, imprenditori, agronomi, periti agrari, agrotecnici e altri professionisti del settore agroalimentare, in modalità digitale e aperto a livello nazionale; il Soft GreenAgri Lab, un percorso per sviluppare competenze specifiche per studenti universitari, delle scuole superiori e aziende, con programma mirati e sul campo, volto ad esplorare le pratiche agricole sostenibili e le soluzioni digitali per imprese attente all’ambiente.
Inoltre, proseguono le attività con tirocini formativi retribuiti da svolgere in aziende e presso l’Università, rivolte a 20 studenti del corso di Laurea Agribusiness nell’anno accademico 2022-2023».