Saperi digitali per ridurre le disuguaglianze

Stefano Ciuoffo
Come mettere a disposizione dei cittadini i saperi digitali, facilitandone l’accesso e riducendo il divario tra i territori
La digitalizzazione riguarda ogni ambito della vita cittadina: dalle attività produttive alla sanità fino all’agricoltura e all’ambiente. Per questo la Regione Toscana si propone di accrescere il livello di conoscenza e consapevolezza nell’uso degli strumenti digitali e allo stesso tempo di facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi della pubblica amministrazione.
Per usufruire delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie servono da un lato infrastrutture digitali, dall’altro un’adeguata formazione per tutti. Ne abbiamo parlato con l’assessore regionale alle infrastrutture digitali Stefano Ciuoffo.
Assessore Ciuoffo, su innovazione e infrastrutture digitali a che punto è la Toscana? Come si è mossa rispetto ad altre realtà?
«La Regione ha investito da molto tempo sulle infrastrutture digitali, creando un vasto ecosistema di reti, datacenter, piattaforme digitali abilitanti al dialogo con i sistemi nazionali (Spid, PagoPA, Io, ecc.) e servizi digitali tematici, il tutto al servizio della comunità degli enti della Rete telematica della Regione Toscana.
Grazie al proficuo rapporto continuo con le strutture nazionali che seguono l’innovazione digitale e con le altre Regioni, si sta proseguendo su questa traiettoria portando altre innovazioni. Ad esempio, a fine anno la Toscana è stata una delle due regioni italiane in grado di portare il proprio Suap (piattaforma già erogata per conto di tutti i comuni toscani) in Europa in modo “interoperabile” nel Single Digital Gateway, permettendo così a un’impresa di un Paese europeo di fare pratiche Suap in Toscana in modo full digital.
La stessa piattaforma di e-procurement toscana, usata da oltre 400 pubbliche amministrazioni e decine di migliaia di imprese, è stata resa compatibile con il nuovo codice dei contratti nei tempi definiti dal governo e da Anac. È chiaro che, alla base di tutte queste innovazioni, occorre una dotazione di datacenter e di sistemi cloud adeguata, oltre che una connettività affidabile.
Rispetto al primo ambito, abbiamo sviluppato la gestione di una rete di datacenter in linea con le evoluzioni imposte dall’Agenzia nazionale per la cybersicurezza. Sulla connettività per cittadini e imprese, la Toscana ha affrontato due progettualità di banda ultra-larga del piano nazionale Aree Bianche, gestendo come le altre regioni italiane, i ritardi ben noti del processo a livello nazionale.
Attraverso l’intermediazione tra i comuni e gli operatori, abbiamo provato a risolvere problematiche puntuali anche tramite una pluralità di conferenze di servizi supportate».
Innovazione uguale progresso? È questa un’equazione logica o esistono possibili criticità da regolare?
«L’innovazione può essere uno strumento formidabile per ridurre le disuguaglianze, sia sociali che territoriali. La presenza delle istituzioni pubbliche, a partire dallo Stato, è determinante per far sì che tale strumento non diventi, invece, un accentuatore dei divari esistenti. L’idea di investire risorse pubbliche per portare le infrastrutture immateriali – come la fibra – nelle aree interne o la promozione dei Punti digitali facili vanno nella direzione auspicata.
Per poter esercitare il diritto a una vera cittadinanza digitale occorre mettere tutti – territori, imprese e cittadini – nelle condizioni vere per farlo. Questo è il ruolo che la Regione sta esercitando: garantire la capillarità delle tecnologie e la diffusione della conoscenza».
Ha accennato ai Punti digitali facili. Di che si tratta? Possono contribuire ad andare verso una svolta nell’innovazione?
«La Toscana si è resa protagonista, grazie alla misura 1.7.2. del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nella creazione di una rete di alfabetizzazione digitale diffusa e capillare. Questi centri di facilitazione aiutano le persone a rafforzare le competenze digitali, riducendo così la distanza che vi è ancora oggi tra pubblica amministrazione e cittadino.
In Italia solo il 46 per cento della popolazione possiede competenze digitali di base, contro una media europea del 54 per cento. In Toscana abbiamo deciso di raggiungere il target imposto dal Pnrr di 169 Punti digitali attraverso la collaborazione degli enti locali e delle associazioni del terzo settore. Il nostro impegno è rivolto a raggiungere più persone possibili, tramite un’azione solidamente capillare».
Agenda digitale: cos’è, cosa è stato fatto e quali sono gli obiettivi futuri?
«Stiamo ultimando il testo dell’Agenda digitale della Toscana, dopo un lungo percorso di confronto e condivisione con i territori e con le realtà principali della nostra società. L’Agenda digitale disegna in modo organico le diverse direttrici su cui il governo regionale lavorerà, consapevole che la digitalizzazione è materia trasversale, che riguarda ogni ambito, dalle attività produttive alla sanità fino all’agricoltura e all’ambiente.
Gli obiettivi primari sono sostanzialmente due: da un lato, aumentare il livello di conoscenza e consapevolezza nell’uso degli strumenti digitali; dall’altro permettere, attraverso le nuove tecnologie, ai cittadini di accedere con maggiore semplicità ai servizi della pubblica amministrazione. Che si tratti di Spid o del Cup digitale poco cambia: ogni cittadino e cittadina deve essere nelle condizioni di fruire di queste opportunità. Per farlo, servono le infrastrutture e la conoscenza».
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