Riforma Catasto, Aidda: “Serve una visione basata sull’equità”

searching building plot for family house construction – hand with magnifier on cadastre map
“Per certe categorie, potrebbe diventare un lusso possedere la proprietà di una casa”
Firenze 12 luglio 2022 – “La recente approvazione da parte del Governo del disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale ha alimentato un acceso dibattito incentrato sugli effetti che potrebbe determinare la prospettata revisione del catasto, contrapponendo coloro che temono che celi un aumento dell’imposizione sugli immobili ed il governo che, invece, ha rassicurato sul fatto che tale rincaro non sia comunque imminente”.
A dirlo, intervenendo nel dibattito sulla riforma del catasto, è Antonella Giachetti, presidente di Aidda, l’Associazione Imprenditrici e Donne dirigenti d’azienda.
“Se, infatti, la delega, volta a scovare gli immobili “fantasma”, esclude che i nuovi dati possano essere utilizzati per la determinazione della base imponibile dei tributi, la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali, non v’è dubbio che l’aver fatto riferimento alla necessità di individuare (e censire) il valore patrimoniale “di mercato” del bene induca a pensare il suo possibile utilizzo nell’ambito delle attività accertative – sottolinea Giachetti -. Nell’ambito del disegno di legge delega si indica la necessità, a decorrere dal 1° gennaio 2026, di integrare in riferimento a ciascuna unità immobiliare oltre alla rendita catastale, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base ai valori normali espressi dal mercato”.
“In Italia – continua la presidente di Aidda – si risparmia e si investe sulla casa e questo è una caratteristica culturale e storica, inoltre, per effetto anche delle migrazioni fra Nord e Sud, molti italiani, e non necessariamente appartenenti a classi abbienti, hanno una prima ed una seconda casa (magari nel paese d’origine dove sognano di poter tornare). Ricordiamo che gli immobili sono tassati sul reddito che producono (redditi locativi o rendita catastale), sono oggetto di tassazione nel momento in cui vengono trasferiti e ogni anno sono sottoposti all’imposta Imu che ha natura di imposta patrimoniale ed è legata nella sua determinazione alle rendite catastali. Nel prosieguo le modificazioni apportate ai valori catastali ed ai loro aggiornamenti previsti con meccanismo automatico, potrebbero determinare di fatto un sempre più incisivo gravame tributario patrimoniale che, unito all’ulteriore tassazione diretta, potrebbe comportare da un lato, per chi affitta, una forte riduzione, se non azzeramento, delle rendite immobiliari e, dal lato di chi utilizza invece direttamente l’immobile, potrebbe rendere per certe categorie di persone, un lusso avere la proprietà di una casa: di fatto l’operazione revisione del catasto a seconda di come declinata, potrebbe indurre una politica strategica che comporterebbe la possibilità di conservare la proprietà dell’immobile solo per chi gode di alti redditi personali, con l’effetto di aumentare ancora di più le diseguaglianze ed il rischio di incentivare di fatto un fenomeno di concentrazione della proprietà del patrimonio immobiliare italiano in mano a grossi investitori”.