• 08/09/2024

Rifò, il vento nuovo della green economy nel distretto tessile pratese

 Rifò, il vento nuovo della green economy nel distretto tessile pratese

Niccolo Rifò

A Prato c’è un luogo dove la tradizione manifatturiera del settore tessile incontra la sostenibilità per produrre capi di alta qualità, rigenerati e riciclabili. Abbiamo intervistato Niccolò Cipriani, fondatore e ceo di Rifò, che ci ha raccontato il suo innovativo progetto imprenditoriale

 

«Abbiamo iniziato nel 2017 con la prima raccolta in crowdfunding per finanziare il nostro progetto per la rigenerazione di accessori in cashmere – spiega Niccolò – l’idea è nata dal mio viaggio in Vietnam, per un progetto di cooperazione e sviluppo, dove ho visto dal vivo gli sprechi del fast fashion, che produce molto più di quello che serve. Abbiamo voluto riprendere la tradizione di Prato per creare un’alternativa».

La tecnica che utilizza Rifò è infatti un processo meccanico e artigianale sviluppato a Prato oltre 100 anni fa, che trasforma i rifiuti di tessuto e i vecchi vestiti in nuovi capi che mantengono le stesse qualità dei prodotti originali. Questo metodo consente di riutilizzare i rifiuti e gli scarti, riducendo significativamente la quantità di acqua, pesticidi e prodotti chimici necessari in ogni produzione di materiale vergine.

Rifò si è quindi inserita alla perfezione nel distretto del tessile pratese. «Siamo stati accolti come un vento nuovo – afferma Niccolò – i nostri prodotti rigenerati derivano dagli scarti industriali del territorio e lavoriamo con produttori nell’arco di 30 km».

Il progetto di Rifò non coinvolge solo il settore industriale ma tutti i cittadini grazie ad un sistema di raccolta di vecchi indumenti per consentire a chiunque di partecipare al processo di riciclo delle fibre. Oltre al cashmere dal 2019 Rifò ha iniziato a lavorare con il filato rigenerato a partire da vecchi jeans, producendo un grande risparmio di acqua e sostanze chimiche. Ad esempio, la produzione di una giacca di jeans riciclata richiede solo 80 litri di acqua contro i 3000 litri richiesti dallo stesso capo di cotone vergine.

Anche l’ecosistema dell’innovazione toscana ha creduto fin da subito nell’impresa di Cipriani. «Ci siamo sentiti supportati dalle istituzioni, soprattutto all’inizio – afferma Niccolò – Abbiamo vinto il Premio Innovazione Toscana e i percorsi di accelerazione Italian Lifestyle e E-Qube di Estra ma prima ancora Hubble ed è anche grazie a questo che siamo qua».

TOSCANA ECONOMY Rifò, il vento nuovo della green economy nel distretto tessile pratese

Adesso Rifò ha i numeri di un’azienda matura. «Nella nostra nuova sede inaugurata a novembre siamo tredici dipendenti e due soci – spiega Niccolò – Nel 2021 abbiamo superato i 2 milioni di fatturato e quest’anno puntiamo a 3 milioni. Il 55% delle nostre vendite è online mentre il 45% in negozi, la maggior parte in Germania, Austria e Svizzera, paesi con un potere di acquisto maggiore, dove possiamo essere più competitivi».

L’azienda rimane però radicata sul territorio dove sviluppa sinergie con altre realtà innovative. L’ultimo esempio è la collaborazione con VD News, editore digitale che crea contenuti video e li distribuisce tramite i social.

«Con Iacopo Tonini (ceo di VD News ndr) ci conosciamo dai tempi di Hubble – racconta Niccolò con loro abbiamo realizzato una linea di magliette da filato composto al 50% da cotone rigenerato da scarti industriali e al 50% da cotone vergine organico».

La capsule collection si intitola “È tutto vero”, e sulle t-shirt si leggono alcune reazioni degli utenti a storie comuni, che sui canali di VD hanno suscitato dibattiti e commenti: È tutto vero, Dovete farci divertire, Ciao Medioevo.

«Usiamo un tono di voce realista e fresco per raccontare i nostri valori oltre l’abbigliamento, come l’inclusione sociale» spiega il giovane imprenditore.

Questi temi sono, infatti, un valore fondante per Rifò che si impegna a donare 2 euro di ogni capo acquistato a un progetto sociale, l’ultimo dei quali si chiama “Nei nostri panni”.

«Questa iniziativa riguarda la creazione di corsi di formazione professionali per diventare cenciaioli ed è rivolto ai migranti vulnerabili e alla vittime di sfruttamento lavorativo» afferma Niccolò.

Un’altra opera meritevole che come tutto il progetto di Rifò si fonda sulla sinergia tra impresa, innovazione, impegno sociale e rispetto per l’ambiente.

Cosimo Biliotti

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