Percorsi formativi mirati per affrontare nuove sfide
Infrastrutture digitali per la sfida toscana sull’innovazione, ma anche percorso formativo per imparare a utilizzare la tecnologia e a fare sistema tra gli Attori dello sviluppo. La grande opportunità del PNRR e dei fondi europei. Giuliano Bianucci, direttore di ToscanaEconomy a confronto con l’assessore Stefano Ciuoffo
La Regione dovrebbe dettare le strategie e creare i percorsi di coprogettazione in modo da facilitare la creazione di un parco progetti che risponda alle esigenze del PNRR.
«Seguire il PNRR come filo di continuità sul quale costruire il confronto e il ragionamento per la valorizzazione delle risorse messe a disposizione è la metodologia giusta. È dagli inizi del nostro mandato in questa legislatura che stiamo cercando di riallineare il piano strategico regionale. Ovviamente la legislatura ci vedrà impegnati non solo sul PNRR, ma anche su risorse più specifiche di competenza più propriamente regionale e da questo anno potremo programmare con la prospettiva di un settennato, attraversando tutto il mandato di legislatura presumibilmente anche con ricadute su quella successiva.
Siamo all’inizio di una riflessione ampia che ci sollecita a guardare ad orizzonti di medio e lungo termine e non a ragionare in termini di contingenza e delle emergenze. Ci vuole una politica che sappia guardare all’orizzonte alto e che sappia individuare con la massima efficacia possibile le priorità sulle quali si costruisce e si orienterà la nostra l’azione di governo.
L’Agenda del PNRR prevede un focus centrale sulla digitalizzazione attraverso la “missione” 1 su cui sono stanziate significative risorse, ma il tema risulta trasversale anche su altri ambiti, come la “missione” 6 connessa alla sanità. Il mancato grado di avanzamento dei processi di innovazione digitale nel nostro paese è forse oggi più incidente delle storiche carenze infrastrutturali che attribuiamo ai modelli di sviluppo più o meno recenti del nostro paese.
Siamo nelle ultime posizioni dell’indice DESI (Digital Economy and Society Index). La Toscana rispetto al resto del Paese è nella parte alta della graduatoria ma essere tra i primi degli ultimi non è esattamente la posizione che ci preme mantenere. A differenza di altre “missioni” del PNRR, in cui le Regioni svolgono un ruolo da protagonista attraverso un costante dialogo con i Ministeri, registriamo in merito alla digitalizzazione un centralismo statale molto forte ed escludente».
Per mettere a fuoco meglio: un conto sono le infrastrutture diciamo fisiche che avranno dei tempi medi anche perché ci sarà la programmazione nazionale, le grandi reti etc. altro conto è il percorso formativo che è fondamentale perché cresca la cultura del digitale…
«Infatti. Per le risorse messe a disposizione della Missione 1 – digitalizzazione il ruolo delle Regioni sarà probabilmente ed esclusivamente quello della formazione, della creazione di percorsi di accompagnamento, di costituzione dei centri di valorizzazione e di condivisione, dedicati appunto ai percorsi formativi.
Il nostro gap sui percorsi digitali è duplice: mancanza di infrastrutture e di competenze. Sulle infrastrutture il bando nazionale 1 è già stato da tempo avviato e in questo momento il Ministero sta preparando un nuovo bando che dovrebbe saturare la copertura di rete o con la fibra o con la connessione wireless. Ci aspettiamo che questo bando non abbia le lacune dl primo e che i territori che sono rimasti fuori dal primo o sono rimasti con una copertura non sufficiente questa volta abbiano una adeguata risposta.
Mi sarei aspettato che la costruzione del bando avesse visto le Regioni maggiormente protagoniste, tenuto conto della loro conoscenza sulle criticità dei territori. Al contrario il bando e la mappatura delle aree sono stati definiti sulla base della consultazione pubblica degli operatori del mercato.
Così noi, per sollecitare una copertura reale dei territori, abbiamo chiesto agli Enti Locali quali fossero le difficoltà da segnalare e abbiamo mappato e geo-referenziato tutte le aree della Toscana che oggi non hanno una adeguata copertura o che non l’hanno affatto. Tra queste ci sono aree sorprendentemente quasi urbane o aree industriali o aree di comunità locali importanti anche come numero di utenze potenziali che non hanno trovato in questi ultimi anni la copertura a fronte degli investimenti attesi da parte dei gestori.
Noi abbiamo già inviato le segnalazioni al Ministero e la metà dei Comuni toscani hanno segnalato che vi sono delle aree nelle quali la copertura o è assente o non è al pari delle attese. Ciò non è ammissibile, per molte ragioni: didattica a distanza, competitività delle imprese, dinamicità della Pubblica Amministrazione. È con questa visione che in maniera propositiva ci poniamo nei confronti del Ministero, mettendo a disposizione un censimento puntuale delle difficoltà sui territori.
Questo è fare rete, è fare sistema come è stato illustrato da voi sugli obiettivi della vostra testata. È cercare di essere ciascuno per le proprie responsabilità protagonista di una grande scommessa, perché questa è davvero l’occasione nella quale il nostro paese, se riuscirà a centrare l’elenco delle priorità, potrà risolvere finalmente gap annosi. Mixando le risorse disponibili e costruendo progetti concreti possiamo raggiungere livelli di competitività territoriale di sistema assolutamente nuovi per il nostro Paese.
Prima che arrivasse il PNRR abbiamo messo a disposizione molte risorse regionali. Siamo partiti con il progetto ‘Connessi in buona compagnia’ rivolto alla Terza Età, gli over 65, che a volte rispetto alla capacità di linguaggio digitale hanno difficoltà comprensibili. Noi siamo stati innovatori 15 anni fa e poi abbiamo perso la continuità di un processo di innovazione. Dobbiamo velocemente riguadagnare questo protagonismo e trovare un percorso di reale avvicinamento alle nostre comunità.
La semplificazione in questo senso giocherà una partita importante e dobbiamo mettere a sistema, diffusi sul territorio, dei centri di competenza e di assistenza per spiegare, per accompagnare, per offrire servizi, per abituare chi è meno avvezzo a dialogare con un linguaggio nuovo. In accordo con Anci metteremo in gioco spazi e competenze in possesso delle singole Amministrazioni Comunali. E non ci fermeremo a quelle. Infatti ci saranno anche organizzazioni di diversa natura che forniranno servizi e che saranno nella loro rete territoriale un punto di incontro.
“Connessi in buona compagnia” è il nostro primo progetto, avviato in accordo con le tre sigle sindacali dei pensionati che verso i loro associati hanno iniziato già oggi a fare un servizio di accompagnamento. Ecco che la doppia partita reti-infrastrutture(materiali e immateriali) e competenze è fatta».
Assessore, chiara la visione, chiara la volontà di fare sistema. Mi preme capire gli obiettivi trasversali sulla competitività della Toscana
«L’obiettivo è mettere le nostre imprese nella condizione di elevare il loro grado di competitività e la Toscana, che tutti narrano come la terra del turismo, della cultura e della bellezza, è prima di tutto una grande regione industriale, una regione che fa dell’innovazione e della qualità nei processi produttivi uno degli elementi più forti della sua immagine.
Noi siamo attivi sui mercati di produzione di eccellenza, non siamo grandi produttori di massa. Per continuare ad essere tali abbiamo bisogno di una capacità di innovazione, di elaborazione, di arricchimento di competenze che sono in elaborazione continua con il sostegno fondamentale delle Università. Senz’altro siamo in condizione di mantenere altissima la nostra qualità dei processi produttivi industriali.
In questa partita ci sta la Pubblica Amministrazione preparandosi per a un rovesciamento culturale. Troppo a lungo abbiamo pensato che con la Pubblica Amministrazione fosse solo burocrazia e costi. Poi improvvisamente ci rendiamo conto che i ritardi che la Pubblica Amministrazione determina nella condivisione di progetti di grande respiro sono frutto di altro: mancanza di personale, mancato ricambio generazionale, non adeguata stimolante gratificata presenza di personale qualificato. Con questo approccio non andrebbero avanti neanche le imprese.
È possibile pretendere che la Pubblica Amministrazione debba allo stesso tempo ridurre le proprie risorse umane, perché in eccesso, ed elaborare grandi progetti di eccellenza? È una contraddizione dalla quale il nostro Paese deve uscire. E credo che come altre grandi democrazie europee, come la Francia per esempio, dobbiamo guardare con maggiore attenzione a ciò che la Pubblica Amministrazione può fare.
Credo che una traccia di questo cambio di passo finalmente ci sia, c’è possibilità di chiamare a collaborare con noi nuove professionalità. Alcune direttamente con il PNRR sono già state messe a disposizione ed è il segno che si è compreso che questo cambio di passo è indispensabile. Credo che su questo percorso, con strumenti e investimenti adeguati, la scommessa del 2026 per la rendicontazione possa essere vinta.
Insieme al rispetto dei processi decisionali, dei percorsi partecipativi e quanto altro serva preliminarmente alla formazione delle scelte, ci vuole una nuova assunzione di responsabilità oltre alla capacità di assumere delle scelte. Il confronto è splendido e indispensabile – e colgo l’occasione per ringraziarvi per il lavoro che state svolgendo con la vostra realtà – ma chi ha il ruolo di governo deve assumersi l’onere delle scelte».
Noi siamo pronti. Il ruolo di facilitatori tra temi e attori che ci stiamo ritagliando nel territorio toscano ci ha fatto incontrare le Fondazioni e ci piacerebbe lavorare con voi su un progetto che veda coinvolti Regioni, Comuni, Anci, Fondazioni Bancarie, Scuola nella creazione di cultura digitale con focus sulla PA ma anche sulle PMI
«Nella Pubblica Amministrazione l’età media dei dipendenti si aggira tra i 50 e i 55 anni con un medio grado di apprendimento di conoscenze digitali. Abbiamo quindi bisogno di svolgere un percorso formativo graduato a seconda dei singoli casi, affinché ognuno abbia gli strumenti per affrontare le nuove sfide.
Abbiamo passato un po’ di tempo a parlare di macro sistema e macro obiettivi ora è il momento di entrare nel dettaglio delle azioni. Bisogna costruire all’interno del macro obiettivo le singole azioni che sono necessarie ad arrivare a quel risultato. Su un progetto come questo siamo pronti a lavorare.»
Per approfondimenti:
www.regione.toscana.it