Perché creare un’impresa
Quando scatta la volontà di creare un’impresa? Si può già nascere con questa ben determinata impostazione o le vicende che abbiamo la fortuna di attraversare nella nostra vita possono riuscire a coltivare il germe forse da sempre presente in ciascuno di noi?
Sono domande alle quali è difficile rispondere. Ad ogni modo potrebbe non essere vincolante comprendere il quando e il se. Forse il vero tema sta nel domandarsi il perché alcuni soggetti hanno a cuore la volontà di percorrere il difficile, e non sempre livellato, percorso dell’imprenditoria. Le riflessioni che seguiranno, pur “indossabili” da qualsiasi soggetto, sono per lo più riferibili ai giovani, più in generale a chi sta individuando il percorso della propria vita e non è incrostato da esperienze pregresse. La presenza di queste ultime sul piatto della bilancia renderebbe il discorso molto più vischioso perché introdurrebbe una moltitudine di variabili e sfumature. Tentiamo di modellizzare la questione ed individuare una serie di motivazioni del perché si crea un’impresa, dando già per assodato che non si potrà essere pienamente esaustivi.
Si può pensare di percorrere detta strada per una questione di carattere ed una sorta di insofferenza alle occupazioni per cui si dipende da qualcuno. In questo caso si finalizza la scelta per mantenere integro quello spirito libero che si ritiene di possedere, con la consapevolezza di doverlo preservare da un demotivante lavoro dipendente.
In altri casi si ritiene di avere un’idea vincente che non potrebbe essere capitalizzata al meglio se non diventando imprenditore e portandola a compimento. Altra soluzione potrebbe prevedere la condivisione della stessa idea con qualche imprenditore, ma questo annacquerebbe la possibile utilità in capo al proprietario della stessa idea.
Si può anche pensare che l’orientamento del proprio futuro al destino imprenditoriale discenda dal proprio DNA. In questa fattispecie si potrà facilmente riscontrare che si proviene da una famiglia di imprenditori e che si è vissuti in un ambiente tipicamente imprenditoriale. In tal caso le varie riflessioni spese all’interno della propria casa potrebbero aver fertilizzato l’idea di mettersi in proprio mettendo definitivamente alla porta altre possibilità di realizzazione professionale.
Si può essere ispirati anche da combinazioni di vari fattori, non ben motivabili, come la propria preparazione scolastica, le frequentazioni, la casualità e quanto altro al quale non si può dare l’appellativo di “prevedibile”.
Questi vari aspetti, alla fine, confinano la visione del proprio destino verso due ambiti ben definiti, sfumature a parte: ipotizzare un percorso imprenditoriale o puntare sul lavoro dipendente.
Tralasciamo, al momento, la componente delle arti e delle professioni che, pur con grande sforzo, potremmo classificare nell’uno o nell’altro dei due percorsi appena individuati.
In merito la dicotomia tra impresa e lavoro dipendente non è poi così netta. Soprattutto nell’ultimo periodo le vicende evolutive nel mondo del lavoro rendono i due comparti molto fluidi al punto da creare ulteriore confusione.
Nel mondo del lavoro forme contrattuali particolarmente stressate, e lontane dalla logica fordista di inizio XX secolo, tendono sempre più a fornire una mentalità imprenditoriale ai lavoratori dipendenti, specie le figure apicali con importanti responsabilità. Al tempo stesso se un imprenditore è inserito in una filiera produttiva verticale ed ha, come unico cliente o quasi, un’azienda all’interno della stessa filiera, il suo grado di movimento non supera di molto quanto svolto da un lavoratore dipendente in altre realtà produttive più organizzate. Siamo, quindi, in presenza di ulteriori elementi che non aiutano a dipanare la matassa.
L’imprenditore è una figura molto particolare. Creare un’impresa, mettersi in gioco, investire per creare opportunità non solo per sé stessi, hanno un grande valore economico e sociale. Proprio per questo quando si inizia bisogna avere le idee ancora più chiare. Non bisogna solo provare, ma tenere la barra dritta, operare al meglio per riuscire nel proprio intento, alimentare costantemente la fiamma della propria volontà, consentire agli altri di apprezzare le nostre scelte, condurre la propria azienda verso i lidi immaginati all’inizio del cammino.
Sarà un percorso semplice? Sicuramente no. Ma su questo ci conforta Peter Ferdinand Drucker secondo il quale “Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa.”