• 20/01/2025

Peccioli, laboratorio di sostenibilità

 Peccioli, laboratorio di sostenibilità

Passerella Endless Sunset – Foto di Marco Vignoli

Peccioli rappresenta un modello di buona amministrazione e di gestione virtuosa dei rifiuti. Ne abbiamo parlato con il sindaco Renzo Macelloni

A Peccioli, un comune di poco più di 4.600 abitanti, una gestione lungimirante della cosa pubblica ha permesso di utilizzare il riciclo dei rifiuti per generare utili che sono stati reinvestiti in cultura, innovazione e sostenibilità.

Tutto questo è stato possibile grazie ai tre soggetti che fanno parte del cosiddetto Sistema Peccioli (sito web): il Comune di Peccioli, la Belvedere Spa e la Fondazione Peccioliper.

Sindaco Macelloni, ci vuole parlare della genesi di questo sistema?

«Le innovazioni con le quali siamo conosciuti oggi sono nate da una situazione di emergenza che noi siamo stati capaci di rilanciare. Nel 1990 decidemmo di fare un intervento di bonifica in una discarica preesistente a quella attuale, nella quale andava gestito il problema del percolato.

Dati gli alti costi dell’operazione, proponemmo alla Regione Toscana di ampliare la discarica di Legoli, mettendo a disposizione delle volumetrie, così che la Regione stessa avesse la possibilità di disporre del 20 per cento della capienza del sito per eventuali emergenze.

In quell’anno, infatti, si era verificata la chiusura dell’inceneritore di Firenze e la città si trovava in grave difficoltà per lo smaltimento dei rifiuti. In cambio, la Regione avrebbe dovuto finanziare la bonifica e l’ampliamento di Legoli e, inoltre, garantire di non proporre siti limitrofi a Peccioli per lo smaltimento di materiali tossici e nocivi.

Nel gestire questa situazione, ci rendemmo conto che il nostro ampliamento, di 500mila metri cubi, era per l’epoca molto importante. Allo stesso tempo, però, un impianto di questo tipo non permetteva di recuperare il biogas per trasformarlo in energia elettrica e allora, ottimizzando il progetto, abbassammo ulteriormente lo sbarramento e costruimmo un impianto che avrebbe recepito altri due milioni di metri cubi.

Questo ci consentì di avere massa critica, in quanto l’impianto era capace di captare il biogas e trasformarlo in energia elettrica, venduta poi all’Enel. Nel 1997, costituimmo una Spa, la Belvedere, per poter gestire meglio l’impianto e diventare veramente padroni della situazione ambientale, oltre a trattenere qui il know-how.

Senza far intervenire i privati, decidemmo che i soci fondatori della Belvedere Spa sarebbero stati il Comune di Peccioli e la GEPI, una finanziaria del Ministero del Tesoro che aveva il compito di far nascere società miste pubblico/private per la gestione dei servizi pubblici. Concordammo con GEPI che alla sua uscita, avvenuta nel 2000, le azioni venissero vendute a piccoli azionisti. Nel 2003, attraverso un’offerta pubblica di vendita, arrivammo a circa 950 piccoli azionisti, dei quali 500 pecciolesi o dei comuni vicini».

TOSCANA ECONOMY - Peccioli, laboratorio di sostenibilità
Renzo Macelloni

E quali sono stati gli esiti di questa operazione di vendita?

«Nel 2006 la Belvedere, insieme a 350 obbligazionisti, ha sostenuto il finanziamento di un impianto fotovoltaico da mille kWp denominato Un ettaro di cielo. Nel settore delle energie rinnovabili è stato il primo progetto a partecipazione popolare, ovvero finanziato con l’emissione di un prestito obbligazionario. Pertanto, a tutti i cittadini è stata data la possibilità di investire nella produzione di energia pulita in maniera semplice e diretta.

La Belvedere è una realtà unica in Italia: pur essendo privata, culturalmente è rimasta pubblica e tutto ciò che ha prodotto in termini di utili e di plusvalenze lo ha investito sul territorio.

Nel 2003, Comune di Peccioli e Belvedere Spa hanno messo in piedi la Fondazione Peccioliper, alla quale è stata affidata la gestione di eventi culturali e di attività formative come il Festival 11 Lune, la rassegna culturale Pensavo Peccioli, l’Accademia Musicale Alta Valdera, il MACCA (Museo d’Arte Contemporanea a Cielo Aperto) e anche la promozione di iniziative volte a incentivare la lettura, come i libri a metà prezzo per i cittadini di Peccioli e della Valdera. Quest’estate abbiamo anche ospitato il primo Simposio sul Cambiamento, con psicologi, psicoterapeuti, scrittori e imprenditori di fama nazionale e internazionale.

In sintesi, il Sistema Peccioli è l’insieme di tre soggetti: il Comune che, come componente istituzionale, è il “cervello” del sistema e ne rappresenta la garanzia politica; la Belvedere Spa, la società industriale che ha reso Legoli un grande cantiere che smaltisce, tratta e recupera i rifiuti; la Fondazione, che opera un’attività di promozione culturale e aiuta la Belvedere ad avere una buona reputazione».

La voglia di sperimentare a Peccioli non conosce sosta ed è così che, dopo l’impianto TMB e l’impianto di biogas, entro il 2026 sarà inaugurato un vetrificatore, un moderno impianto di smaltimento rifiuti a emissioni zero.

«Nella gerarchia dei rifiuti, una parte è destinata allo smaltimento e l’altra parte al recupero. L’obiettivo è fare in modo che la quota destinata al recupero sia sempre maggiore. La Commissione Europea ha infatti stabilito che entro il 2035 la quantità di rifiuti urbani collocati in discarica dovrà essere ridotta al 10 percento.

Naturalmente, lo smaltimento è ancora necessario e senza discariche andremmo in emergenza. Da alcuni anni, abbiamo investito in un impianto TMB (trattamento meccanico-biologico), basato su una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati (o residuali dopo la raccolta differenziata), che abbina processi meccanici e processi biologici e consente di separare la frazione umida (organico da bioessicare) dalla frazione secca.

L’impianto che produce biometano dai rifiuti organici andrà a regime nei primi mesi del 2024. Per il vetrificatore è già partito l’iter di esame da parte della Regione: in questo nuovo processo di smaltimento dei rifiuti la combustione non avviene in atmosfera di aria, a differenza dei termovalorizzatori, ma in presenza di solo ossigeno, prodotto nell’impianto a una pressione di 5-6 bar e a una temperatura di circa 1430°C.

Il rifiuto viene scomposto e usato per produrre biometano da immettere nella rete nazionale. Inoltre, la CO2 viene captata per usi industriali e la parte residuale viene raffreddata e vetrificata, evitando l’immissione nell’atmosfera di qualsiasi sostanza inquinante. Siamo i primi a fare un impianto che fa a meno della discarica e che rappresenta una valida alternativa ai termovalorizzatori.

Penso che un sistema più circolare di questo non esista». Nel 2019, in occasione della Biennale di Venezia, l’architetto Alessandro Melis ha inserito il Comune di Peccioli nel suo progetto come esempio di comunità resiliente. Nello stesso anno, in novembre, si tenne infatti proprio a Peccioli la prima Conferenza Internazionale delle Comunità Resilienti.

Ci vuole parlare del documento firmato in quell’occasione, la Costituzione della Nazione delle Comunità Resilienti o Carta di Peccioli?

«Si tratta di un documento di riflessione in linea con le migliori politiche sostenute dall’ONU e in armonia con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Vuole dare indirizzi su come essere più resilienti e organizzarsi per affrontare al meglio le sfide del futuro, anche a partire da un recupero e da un ripensamento delle città e dei centri storici.

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Triangolo Verde – Foto di Marco Vignoli

Dal legame nato con la Carta di Peccioli è nato un asse tra la Valdera e gli Stati Uniti, coltivato anche tramite visite reciproche, che hanno coinvolto il New York Institute of Technology e l’Istituto italiano di cultura. Nel 2024, Peccioli sarà protagonista a New York di un’esposizione internazionale e di altri eventi culturali. Per quell’occasione, abbiamo indetto un bando in base al quale i cittadini di Peccioli, sulla base del proprio Isee, potranno ricevere dei contributi per garantire loro la partecipazione agli eventi in programma nella Grande Mela. Senza il sostegno dei cittadini non saremmo qui».

«Una moltitudine di sguardi che si rivolgono idealmente al futuro, consapevoli di essere parte di una comunità che crescendo sa trasformarsi, accogliendo il nuovo e mantenendo la forza delle proprie radici». Così è stata descritta l’installazione artistica di Vittorio Corsini Lo sguardo di Peccioli, che accoglie i visitatori all’ingresso del paese.

Ed è la stessa visione condivisa dal sindaco Macelloni. Il suo “noi” più volte espresso durante l’intervista non è solo quello di un rappresentante delle istituzioni, ma di un membro della comunità: «È la convinzione su cui noi ci muoviamo. Dobbiamo tenere i piedi piantati in terra e anche guardare molto in alto e guardare sul piano internazionale. La formazione che parte da qui deve essere internazionale», conclude il primo cittadino. «Siamo come un albero che qui ha le sue radici, ma che per crescere ha bisogno di guardare lontano».

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Giulia Baglini

Giornalista specializzata sui temi dell’innovazione e della sostenibilità

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