• 12/02/2025

Padel, lo sport urbano per eccellenza

 Padel, lo sport urbano per eccellenza

Nicola Bini, fiduciario regionale Padel

Numeri in continua crescita per una disciplina relativamente giovane. E anche in Toscana è boom. Con un “contenuto” investimento che, a oggi, rende davvero tanto. Un fenomeno che sembra non aver alcuna intenzione di fermarsi, ma anche un affare dal punto di vista economico

Il padel è uno sport relativamente giovane (è stato inventato in Messico nel 1969), si è subito diffuso in America Latina e in Spagna ed è approdato in Italia a metà anni ’90, ma in realtà è letteralmente esploso solo negli ultimi anni. Tanto che non è esagerato parlare di “crescita inarrestabile” e la Toscana non si è certo sottratta a questo “movimento”.
Qualche numero per certificare il boom: nella nostra regione i campi da padel sono oltre 150, ma sono in costante espansione; i circoli affiliati sono passati in pochi mesi da 43 a 74; i praticanti non agonisti sono circa 650, quelli agonisti oltre 1.800 (ma erano addirittura saliti a 2.500 durante il periodo pandemico, quando in tanti si erano tesserati con l’obiettivo di fare pratica sportiva anche in pieno lockdown).
E ora il padel si candida a diventare lo “sport urbano” per eccellenza, andando a scalzare dal vertice quella che sembrava un’attività sportiva immortale, quel calcetto che, soprattutto dagli anni ’90 in poi, rappresentava anche un’occasione d’incontro tra amici nel post-lavoro.
«Non a caso tanti campi da calcetto sono da qualche tempo sostituiti da quelli per il padel», dice Nicola Bini, fiduciario regionale di questa disciplina, che è (ancora) inglobata all’interno della Federazione italiana tennis.
Bini ha aperto campi da padel in un circolo a Pistoia fin dal 2015, tra i primi in Toscana a fare questa scelta. E oggi dice: «Oggi praticano padel tanti che prima giocavano a calcetto o comunque persone nuove agli sport di racchetta. È raro, invece, trovare ex giocatori di tennis. Discorso identico per le strutture: si fanno campi da padel laddove un tempo c’erano campi da calcetto, molto più difficile che a essere “riconvertito” sia un campo da tennis. Al limite si allarga il circolo tennistico e si diversifica l’offerta».

Campi da Padel in costruzione
Campi da Padel in costruzione

Tanto più che l’investimento è relativamente contenuto, venticinquemila euro per costruire ogni campo da padel, e il ritorno economico quasi “garantito”. «Se calcoliamo 4-5 ore di gioco al giorno – dice Bini – in un anno e mezzo al massimo abbiamo già ammortizzato la spesa iniziale».
Ma certo l’operazione non è – come peraltro in ogni investimento – priva di rischi: ancora si deve capire fino quando il sistema “reggerà”, fino a quando il movimento potrà aumentare e fino a quando il mercato non diventerà “saturo”.

La Fit investe tante risorse nel settore
La Fit investe tante risorse nel settore

«Ma certo non è una moda – assicura Bini – il sistema ha tutte le carte in regola per durare a lungo. C’è attività sociale, ci sono occasioni di incontro, la Fit investe molte risorse nel settore ed è inoltre un vero e proprio sport, con una sua precisa identità e un bel futuro davanti. E a differenza del calcetto bastano quattro giocatori e si può giocare fino a 80 anni e oltre».
Un fenomeno sportivo, ma anche sociale, quindi. Si impara a giocare a padel più facilmente che a tennis (diciamo che è uno sport meno “tecnico”) e si torna a incontrarsi con gli amici. La “bolla” è lontana da esplodere.

Per approfondimenti:
visita la pagina dedicata al Padel sul sito web della Federazione italiana tennis

David Meccoli

Giornalista tradizionale e digitale, esperto in relazioni pubbliche e comunicazione d'impresa

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