Over, l’azienda italiana che rende sicura l’aria che respiriamo

“Te lo avevo detto”. Quante volte abbiamo ascoltato questa frase? E quante volte abbiamo snobbato chi con saggezza scientifica tentava di metterci in guardia di fronte a qualcosa? La scienza aveva predetto la pandemia, aveva predetto che il virus avrebbe fatto il salto da uccelli selvatici, aveva predetto che sarebbe stato un Coronavirus. Per saziare il San Tommaso che è in noi basta leggere questo articolo di Foreign Affairs del 2005 tradotto in italiano e disponibile sul sito ISS, a rileggerlo oggi vengono i brividi.
“Lo avevamo detto e non siamo stati ascoltati, questo il motivo per cui ho deciso di andare in televisione, affinché non si dica ancora che la scienza si è chiusa nei suoi laboratori”, tuona così l’immunologa Antonella Viola, docente dell’Università di Padova dal palco dell’evento “Breathe Freely” organizzato a dicembre per il lancio della nuova tecnologia OVER di filtrazione e purificazione, “CrossField”. E continua denunciando che “C’è un problema taciuto relativo alla sempre maggiore diffusione dei batteri antibiotico-resistenti”, un problema ben noto ma che passa in subordine nell’era Covid, nonostante sia noto che “nel 2050 le infezioni batteriche saranno la principale causa di morte nel mondo”.
Il Covid ci ha trovati impreparati, non avevamo vaccini, non avevamo protocolli, non eravamo coesi nell’agire contro un rischio che nel suo complesso ha creato gravissimi danni all’economia (il Recovery Fund rappresenta sì una opportunità, ma anche un debito che ci porteremo dietro per anni) seppur con un tasso di mortalità fortunatamente al di sotto dei suoi predecessori del secolo scorso (vedi l’influenza spagnola NDR). Il pericolo che verrà è però più grave di quello che stiamo affrontando oggi. Contro i super-batteri non abbiamo cure efficaci né armi mediche, come difenderci dunque? Come ha correttamente osservato Luca Ricolfi su Repubblica, pensando a ciò che il Covid ci lascia come eredità “il vaccino non basta” e le soluzioni passano anche dalla “messa in sicurezza degli ambienti chiusi”.
Nell’era Neo-pandemica, la sicurezza dello spazio chiuso diventerà la base per garantire il mantenimento di quella socialità che è alla base delle nostre giornate, salvo voler rendere il distanziamento sociale strutturale, la DAD la via per la nuova scuola e lo smartworking non una nuova forma di lavoro ma l’arma di prevenzione contro le pandemie che verranno. È questo che vogliamo? Di certo no, ma se non vogliamo sentirci dire ancora “te lo avevo detto”, forse è il caso di affrontare oggi il problema per sfruttare la tecnologia a tutela della nostra socialità prima che siano virus e batteri ad occupare i nostri spazi.
Catastrofismo? No, semplice statistica. Nonostante il pensiero ottimista sia sempre la via migliore per guidare il domani, non bisogna perdere la razionalità scientifica che forse, per troppo tempo, abbiamo trascurato e che il Covid sta portando alla ribalta. Gaia non ha mai visto prima né 10 miliardi di individui, né una capacità di mobilità tale da spostare oltre 1 miliardo di persone all’anno per il solo fenomeno turistico, che significa milioni ogni giorno. Statisticamente parlando, anche solo pensando ad inizio anni 2000, la probabilità che un virus faccia il giro del mondo in 24 ore è superiore di ben 10 volte. In uno scenario simile è facile credere come, senza un controllo degli spazi indoor e una costante prevenzione (lavarsi spesso le mani, contact tracing, ecc.) il Covid-19 non resterà una tantum e la scienza dimostrerà di essere stata ottimista con la previsione del 2050.
Ma come si rende uno spazio indoor sicuro? Di certo non esiste una tecnologia in grado di garantire che l’aria che respiriamo sia sicura al 100%, ma oggi esistono molte soluzioni in grado di migliorare in modo sensibile la qualità dell’aria che respiriamo con un mercato in fortissima espansione. Si colloca in quest’ottica la scoperta brevettata da noi di OVER, che consiste nella combinazione di due tecnologie ben note (filtro elettrostatico e raggi UV) al fine di ottenere un effetto di amplificazione fortissimo dell’efficacia germicida al punto tale che virus, batteri e funghi muoiono al primo passaggio, senza necessità di alcun filtro meccanico e quindi senza generare rifiuto.
I risultati, certificati da laboratori accreditati e confermati dall’Università dell’Insubria, sono positivi a tal punto da indurre il professor Giovanni Porta ad affermare che “sarebbe interessantissimo utilizzare la tecnologia nell’ambito dei laboratori di ricerca e in futuro per gli ambienti medici”, affermazioni che arrivano a valle di test effettuati all’interno di camere sterili dove la tecnologia CrossField ha dimostrato di essere ben più efficace delle tecnologie che avrebbero dovuto garantire la sterilità dell’ambiente.
La tecnologia CrossField sarà installata in prima battuta in due scuole selezionate per la loro disponibilità alla sperimentazione. Si spera siano le prime di una lunga serie al fine di contenere l’uso della DAD il più possibile tra i nostri giovani.
Se stiamo entrando veramente nell’era Neo-pandemica ce lo dirà, oltre alla scienza, solamente il tempo. Di certo abbiamo delle armi, possiamo usarle, ed è bello sapere che l’Italia, tra i principali produttori al mondo di sistemi aeraulici, possa dire la sua anche grazie ad aziende innovative che fanno della ricerca e sviluppo vera la base della propria eccellenza.
Adriano Cerocchi
Ceo & Founder
OVER S.p.A.
www.overtechnologies.com