Occupazione in Toscana: un quadro della situazione
La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un grande ostacolo per la nostra società e ha impattato ogni aspetto della nostra realtà. Il mondo del lavoro è stato sicuramente uno degli ambiti che maggiormente ha risentito dei mesi di lockdown e delle sue relative conseguenze, subendo nuove trasformazioni e profonde modifiche. Nonostante il periodo di stop e l’inevitabile ampia portata del suo impatto, però, il periodo pandemico e quello post-pandemico hanno registrato dati positivi, con numeri in crescita in termini di occupazione e disoccupazione nel Paese
I numeri parlano chiaro: nel trimestre gennaio-marzo 2022 gli occupati sono cresciuti del +4,2% rispetto al 2021, mentre il tasso di disoccupazione si è ridotto, passando dal 9,1% al 7,3%, rimanendo così in linea con la tendenza nazionale. Per una stima più precisa, si parla di un aumento degli occupati di +62mila unità (riferendoci al numero totale di persone che lavorano o sono alla ricerca di un impiego), e di un calo del livello di disoccupati di -28mila unità. Anche il secondo trimestre ha seguito questa tendenza e ha riportato buoni risultati, registrando un aumento degli occupati pari al +7% e una diminuzione del tasso di disoccupazione che ha toccato il -6,1%, con riferimento allo stesso periodo del 2021. L’aumento del tasso di occupazione riguarda non solo i dipendenti, assunti a tempo indeterminato e a termine, ma anche i lavoratori indipendenti, benché in concentrazione minore. Il lavoro dipendente registra notevoli incrementi in tutti i settori di attività, ad esclusione unicamente dei servizi finanziari. La crescita maggiore rispetto al secondo trimestre 2021 riguarda i servizi turistici, dove l’aumento si attesta al +18,1%. In questo contesto, anche la manifattura riporta incrementi considerevoli, rilevando un +12,6% per l’oreficeria, un 6,2% per la pelletteria e un 5,8% per la sfera metalmeccanica.
Un altro aspetto positivo è poi costituito dalla partecipazione al lavoro delle donne toscane, che registra un tasso di attività tra i 15-64 anni pari al 51,7%, superando così del 9% la media nazionale. Questo dato è di fondamentale importanza, poiché rispecchia fortemente le necessità della società odierna che cerca di rendere la presenza delle donne sul lavoro e nei vari ambiti della società un fattore di crescita e arricchimento dell’economia. Colmare il cosiddetto gender gap è infatti essenziale per lo scenario attuale: la Toscana si colloca in questo modo al settimo posto tra le regioni italiane per occupazione femminile.
A controbilanciare questo incremento positivo è, però, l’occupazione giovanile che conferma l’ormai nota difficoltà di questa fetta di popolazione nel trovare un impiego. I giovani, infatti, sono generalmente la fascia di età più debole del mercato dell’occupazione: il confronto con il mondo del lavoro si traduce molte volte in uno scontro che prevede elevate percentuali di disoccupazione e bassi salari coordinati da contratti precari e meno garantiti. Nonostante un titolo di studio elevato costituisca in piccola parte un ausilio, in Toscana e più in generale in Italia, il passaggio dalla realtà universitaria a quella lavorativa risulta considerevolmente problematico e complesso, andando a coinvolgere persino buona parte dei laureati. Malgrado ciò, il secondo trimestre 2022 ha evidenziato un’inversione di tendenza rispetto allo stesso periodo 2021, con una crescita del tasso di occupazione nella fascia di età 15-34 anni del +44,2%, conseguenza dell’introduzione dei vari provvedimenti volti a sostenere l’assunzione giovanile.
Tra i settori coinvolti troviamo quello alberghiero e della ristorazione (+134 mila), delle costruzioni (+55mila) e dei servizi personali e collettivi (+53mila), con una significativa intensificazione delle professioni qualificate (+139mila), quali quelle intellettuali e tecniche negli ambiti di informazione e comunicazione, istruzione e sanità.
Questi dati, seppur positivi, non sono sufficienti a colmare il gap esistente all’interno dei confini europei: il divario esistente tra il tasso di occupazione giovanile italiano e il resto degli stati membri, infatti, è salito da due a oltre quindici punti percentuali nel periodo 2004-2021 sottolineando, di nuovo, l’esigenza di ulteriore sostegno e promozione da parte del Paese.