• 20/01/2025

Non lasciare i sogni nel cassetto

 Non lasciare i sogni nel cassetto

Larissa Iapichino , salto in lungo -foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo

Storie di piccole imprese che possono cambiare il mondo (almeno di chi le fonda)

L’economia italiana si basa tradizionalmente su imprese medio-piccole, spesso così piccole da non trovare spazio per una narrazione. Questa dimensione è però favorevole a chi decide di non lasciare il proprio sogno nel cassetto, e merita di essere raccontata, possa essa essere fonte d’ispirazione oppure testimonianza dell’ecletticità dell’imprenditoria nazionale. Dare vita al proprio sogno nel cassetto è anche un modo serio di perseguire quello che consigliò Steve Jobs. “Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate.”

JUMP – A LEAP FOR EXCELLENCE – il racconto della co-fondatrice Silvia Saliti

La JUMP, che cura immagine e comunicazione dei talenti sportivi, nasce a dicembre 2020 da una passione per l’atletica leggera coniugata all’osservazione che in questo specifico sport il marketing a 360 gradi non è ancora così sviluppato.

Ne abbiamo parlato con Silvia Saliti, Direttore Strategico, che fin dall’età di sei anni sapeva di voler lavorare in marketing e comunicazione, possibilmente nel settore automotive. Lo ha capito girando per Roma con il cugino di suo padre, segretario CSAI, a bordo di una BMW cabrio assettata da Rally. Il suo è stato un “percorso netto” tra Italia, Regno Unito e Asia, iniziato su due ruote poi diventate quattro: Piaggio, Gilera, Alfa Romeo (con Luca De Meo), Ferrari, Bentley, Lamborghini. Nel suo bagaglio sono cambiati tanti oggetti, ma non la sua concezione “umana del marketing”, che per lei deve captare le esigenze e non indurre all’acquisto a prescindere.

toscana economy - sogni nel cassetto
Silvia Saliti

Ed è proprio l’aver percepito una nuova esigenza la molla che ha fatto nascere questa ultima attività, che incarna anche una “passione di famiglia”, come lei la definisce, poiché la figlia del co-fondatore e suo compagno Giovanni Iapichino, ovvero Larissa Iapichino, è un talento esploso nel panorama internazionale a nemmeno 18 anni, abbattendo una barriera storica: il record del mondo U20 nel salto in lungo, che era considerato una meta irraggiungibile da più di trent’anni.

Silvia racconta che “nessun big dell’atletica ha disponibile un servizio unico per gestire a tutto tondo immagine, sponsors, stampa e gare internazionali: esiste una pluralità di managers che si occupano ognuno di un aspetto, ma manca la regia d’insieme, quella che crea una strategia”. Fedele alla sua concezione di marketing, sottolinea che “per la mia esperienza strategia e regia sono fondamentali nel lungo termine, affinché il valore si mantenga nel tempo e cresca in modo lineare”.

“Offriamo un servizio nuovo, che si distingue nel settore e quindi cresce rapidamente” prosegue Silvia: “adesso che di atleti ne abbiamo più di 10 ed oltre ad un record del mondo possiamo vantare 3 record italiani, 1 medaglia d’oro olimpica e 1 vittoria di stagione della Diamond League, direi che proprio questo approccio “olistico” ma anche one to one, è la chiave del business. Stiamo cercando di applicare gli stessi criteri del lusso allo sport: per l’atleta di alto livello occorre un rapporto individuale e la personalizzazione del servizio. Il marketing alla fine è questo: far sentire unica la proposizione di cui si sta parlando. Oggi c’è una dimensione digitale che sovrasta una consulenza dedicata; il servizio “one to one” fisico che è diventato un lusso molto apprezzato: quasi nessuno si prende più il tempo necessario di fare le cose a regola d’arte.”

Ma come fare per portare a terra un progetto? Abbiamo parlato anche di tempi e numeri con Silvia, che sottolinea come la pianificazione, anche quella economica, sia un punto di partenza imprescindibile per il successo. Un piano a cinque anni, che include gli obiettivi in termini di sponsorizzazioni, è stata la base per orientare le forze, anche se si sa, il rischio è immanente ad ogni attività imprenditoriale: l’importante è che sia conosciuto e calcolato.

La società è costituita in SRL con sede a Firenze e comprende tre soci: Gianni Iapichino, CEO e socio di maggioranza, Silvia Saliti e Larissa Iapichino, molto attive rispettivamente nelle attività di marketing e nel salto in lungo!

Il fatturato è in crescita, nel primo anno 360.000 euro, la chiusura 2022 a 400.000. L’obiettivo è di allargare il mercato di riferimento, con una rete di collaborazioni in USA e Asia.

Quello che forse può sorprendere è la velocità con cui si è passati dall’idea alla realizzazione: solo tre mesi di intense valutazioni sia personali (perché si sa, ogni nuova attività richiede energia) sia di business, nonché di studio, per conseguire un’abilitazione internazionale presso l’organismo mondiale che regolamenta l’atletica. Per Silvia è stato un po’ come tornare ai tempi dell’Università, quando si laureò in Economia Aziendale e in seguito conseguì il master in Innovation Management. L’energia con cui affronta le sfide ci fa riflettere su come sia importante continuare a mettersi in gioco, superare nuove prove, per avere fiducia in sé stessi e, quindi, successo.

JUMP ha obiettivi ben definiti così come lo è la sua etica. Per Silvia è molto importante sottolineare che “JUMP è una società aperta a tutte le tipologie di sport e di atleti, si occupa anche dell’integrazione in Italia di atleti provenienti da vari paesi stranieri e favorisce la cultura dell’inclusione by definition, essendo lo sport uno strumento principe per realizzarla. In JUMP siamo assolutamente paperless oriented e cerchiamo di fare ogni risparmio possibile in questo senso. Insomma, ci comportiamo con una etica da CSR anche nelle piccole cose, e devolviamo una piccola percentuale dei nostri guadagni anche alle associazioni sportive paraolimpiche”

Abbiamo concluso la nostra chiacchierata con due domande forse scontate ma che ogni volta permettono di approfondire la conoscenza dell’interlocutore, ovvero scoprire qual è la parte piacevole e quella difficile dell’attività

Silvia ammette che occorre essere sempre centrati per affrontare quello che per lei è la parte difficile: “Viaggiare su una linea di equilibrio talvolta instabile e mantenere sempre il controllo, anche sotto pressione: il multitasking è il mantra della professione imprenditoriale”. Ma ci sono momenti che ripagano ogni sforzo, sottolinea Silvia: “viaggiare per il mondo per assistere alle competizioni internazionali, vivere l’eccitazione delle gare a bordo pista e avere la sensazione anche in minima parte di essere parte di una vittoria, di un successo, dei sorrisi dei tuoi atleti, sentirsi dire grazie piangendo per la gioia… insomma vivere in primissima persona quelle emozioni che solo lo sport può regalarti”.

toscana economy - sogni nel cassetto
Larissa Iapichino – Giovanni Iapichino

Rita Passerini

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