Mobilità sostenibile: UniFi nella rete nazionale di ricerca

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Tra gli obiettivi chiave promossi dal PNRR, ci sono senza dubbio la transizione green e digitale in un’ottica sostenibile. Per questo sono stati costituiti cinque Centri Nazionali, tra cui il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, che vede la compartecipazione di università, enti pubblici di ricerca, soggetti pubblici e privati riconosciuti come eccellenze perché altamente qualificati. Del Centro Nazionale per la Mobilità sostenibile farà parte anche l’Università di Firenze, come ci spiega Marco Pierini, prorettore dell’Università di Firenze al trasferimento tecnologico
In cosa consisterà l’impegno dell’Università di Firenze relativamente al settore della Mobilità sostenibile?
«L’Università di Firenze sarà impegnata su quattro fronti. In particolare su due vettori: trasporto ferroviario e veicoli leggeri e mobilità attiva. E su due tecnologie trasversali: propulsione innovativa e mobilità urbana. Il contributo dell’Ateneo fiorentino riguarderà lo sviluppo di sistemi di trasporto sia collettivo che individuale sicuri e a basso impatto ambientale per il trasporto di persone e beni».
Quali competenze metterà in campo UNIFI?
«In questo grande progetto UNIFI parteciperà con circa 30 ricercatori a tempo indeterminato e recluterà 8 nuovi ricercatori a tempo determinato e 15 dottorandi di ricerca. Complessivamente esporrà quindi una massa critica di oltre 50 ricercatori di molteplici aree: ingegneria, design, geografia, giurisprudenza, fisica».
Quali sono le criticità da superare e gli impegni da rispettare nell’immediato, per poter procedere alla famigerata svolta green?
«I trasporti generano circa il 25% delle emissioni globali di CO2. D’altra parte si prevede che la domanda di mobilità raddoppierà da oggi al 2050 a livello globale. È quindi evidente che la ricerca dovrà proporre soluzioni che permettano di ridurre le emissioni, ma anche l’occupazione di spazio, garantendo al contempo una sicurezza totale, con zero morti e zero feriti gravi sulle strade».
In cosa consiste il sistema Hub & Spoke con cui è strutturato il Centro Nazionale?
«Trattandosi di progetti di grandissime dimensioni, che prevedono investimenti pari a 400 milioni di euro, il Ministero ha deciso di adottare un modello Hub, ossia mozzo, cioè la parte centrale della ruota, e Spoke, che significa raggio. Nel caso del Centro Nazionale sulla mobilità sostenibile l’Hub sarà a Milano. Gli enti parteciperanno invece agli Spoke e ognuno di questi sarà focalizzato su un tema, per esempio, ma non solo, i quattro citati in precedenza: trasporto ferroviario; veicoli leggeri e mobilità attiva; propulsione innovativa; mobilità urbana».
Quali saranno i vantaggi per l’ambiente e per i cittadini grazie al Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile?
«Con questo progetto l’Italia si dota di un centro che, costituito sotto forma di Fondazione, ha lo scopo di continuare ad operare anche dopo la fine dei fondi PNRR. Il Centro Nazionale sarà il luogo in cui tutti i principali enti di ricerca riverseranno le loro competenze e i loro migliori ricercatori per offrire al nostro Paese l’opportunità di sviluppare un sistema di mobilità moderno e sostenibile».