Mangusta yacht: l’alto artigianato
L’amministratore delegato di Overmarine Group, Maurizio Balducci, racconta come gli yacht Mangusta siano ambasciatori del lusso italiano, combinando artigianalità e tecnologia per promuovere la cultura, il design e la sostenibilità del Made in Italy nel mondo
In questa intervista, Maurizio Balducci, amministratore delegato di Overmarine Group, ci guida alla scoperta del mondo di Mangusta, un’eccellenza italiana nella produzione di yacht di lusso. Con una storia familiare radicata nella nautica e una passione che attraversa generazioni, Balducci racconta come la tradizione artigianale e l’innovazione tecnologica si fondano per creare navi uniche, che rappresentano al meglio la qualità e l’eleganza italiane, proiettandole verso un futuro sempre più sostenibile e globale.
Qual è il ruolo della cultura italiana nel design e nella produzione degli yacht Mangusta? Come integrate l’estetica e la tradizione del Made in Italy nei vostri progetti?
«L’Italia è un’eccellenza in molti campi, tra cui spiccano la bellezza, la cultura, il design, la ricerca, l’artigianalità e, più in generale, il “saper fare”. Il Made in Italy è per noi quanto mai uno dei valori fondanti del Gruppo. Siamo infatti un’azienda 100 per cento italiana, crediamo da sempre nel design, nella cura al dettaglio e ricerchiamo incessantemente di raggiungere i più alti livelli qualitativi a bordo delle nostre navi. Noi siamo dei grandi artigiani, nel nostro lavoro c’è molta tecnologia, ma per il 60 per cento è un lavoro di alto artigianato italiano».
Ritiene che gli yacht possano essere un veicolo per promuovere la cultura e il patrimonio italiano all’estero? Se sì, in che modo?
«Le nostre navi sono delle vetrine mobili dei migliori prodotti del Made in Italy. Infatti, oltre alle parti che costruiamo direttamente, a bordo ci sono mobili, divani, oggetti di arredamento, pelli, tessuti e tanti altri materiali che rappresentano il meglio del Made in Italy. Pertanto, sono veramente un veicolo eccezionale per promuovere i prodotti italiani
L’amministratore delegato di Overmarine Group, Maurizio Balducci, racconta come gli yacht Mangusta siano ambasciatori del lusso italiano, combinando artigianalità e tecnologia per promuovere la cultura, il design e la sostenibilità del Made in Italy nel mondo
nel mondo, come ci ha riconosciuto anche il governo italiano, durante le celebrazioni della Giornata Nazionale del Made in Italy, che si sono svolte lo scorso 15 aprile 2024».
Gli yacht Mangusta spesso navigano in luoghi esclusivi e ricchi di fascino. In che modo contribuiscono a sviluppare un turismo più sostenibile e di qualità? Quale importanza attribuite alla sostenibilità ambientale nella progettazione delle imbarcazioni?
«Ai nostri clienti piace navigare e l’ultima cosa che si aspettano di trovare è un mare inquinato. La nostra azienda, leader di mercato sin dai primi anni ’90 nella produzione di navi sportive e ad alte prestazioni, si distingue per l’attenzione all’efficienza e alla riduzione dei pesi, con l’obiettivo di ottimizzare le prestazioni, in particolare la velocità massima.
Circa 15 anni fa, abbiamo riprogettato le nostre navi con lo scopo di ridurre i consumi; abbiamo quindi rivisto completamente i sistemi propulsivi riuscendo a ridurre i consumi di circa il 30 per cento a velocità di crociera, a scapito di una diminuzione della velocità massima di un 15 per cento.
Questo lavoro di ottimizzazione continua di anno in anno, per ridurre ulteriormente le emissioni degli elementi inquinanti e mi piace sottolineare che facciamo questo per nostra libera scelta, non per adeguarci a delle normative. Tutte le nostre navi da anni possono usare biocarburanti HVO, prodotti al 100 per cento da materie prime rinnovabili».
Come vede l’evoluzione del turismo di lusso marittimo nei prossimi anni, e quale contributo pensa possa dare l’industria nautica?
«Il turismo nautico, ti permette di avere sensazioni ed esperienze, uniche. È una delle più belle forme di turismo, turismo che dopo il Covid si è molto sviluppato anche grazie a navi sempre più facili da condurre, per merito dei sistemi integrati di manovra, e confortevoli, grazie ai sistemi di stabilizzazione all’ancora. Mi piace sottolineare che queste esperienze uniche si hanno sia che si navighi su un’imbarcazione da 10m che su una nave da 50m.
Quindi stiamo dando un grosso contributo allo sviluppo del turismo nautico in generale, non soltanto a quello di lusso».
Cosa l’ha ispirata a lavorare in un settore così strettamente connesso con il mare e il viaggio?
«Mio padre ha intrapreso questa attività a metà degli anni ’50, cominciando come apprendista elettricista nel cantiere Picchiotti, per poi fondare nel 1971 la propria azienda, l’Elettromare, che realizza tutt’ora impianti elettrici. Alla fine degli anni ’70, viaggiando in giro per il mondo, si era reso conto della rivoluzione che la vetroresina avrebbe portato nel nostro settore e pertanto nel 1982 fonda l’Effebi, un cantiere di realizzazione modelli, stampi e stampante in vetroresina, anche questo sempre attivo. Da lì alla realizzazione di imbarcazioni con un nostro marchio, il passo è stato breve.
Nel 1985 è stato infatti realizzato la prima nave a marchio Mangusta. Ho iniziato a lavorare in questo settore alla fine degli anni ’80 e non è difficile appassionarsi a questo lavoro che ti offre la possibilità di confrontarti con diverse professionalità: dal design all’ingegneria nautica e meccanica, dalla falegnameria alla tappezzeria, dagli impianti elettrici ai sistemi di navigazione. Il tutto per poi costruire delle splendide navi che permetteranno a dei fortunati armatori di navigare in tutto il mondo.
Oggi dopo più di trent’anni d’attività la passione per questo lavoro è la stessa che avevo quando ho iniziato e nonostante l’esperienza ogni giorno c’è qualche cosa di nuovo da imparare. Io e mia sorella Katia, che insieme gestiamo il cantiere, stiamo cercando di trasmettere questa passione alle nostre figlie, le quali stanno iniziando a lavorare con noi».