L’olio IGP toscano per davvero

Il presidente del Consorzio regionale Fabrizio Filippi: «Difesa del marchio e promozione del prodotto. Anche attraverso l’oleoturismo». Scopriamo l’olio IGP toscano
Un “bollino” per certificare la produzione di qualità, la tutela e la promozione del vero olio extravergine di oliva toscano in Italia e all’estero. Ed è proprio la parola “Toscano” che campeggia sul contrassegno di cui si può fregiare solo chi rispetta un preciso disciplinare e riceve l’imprimatur del Consorzio per la tutela dell’olio extravergine di oliva Toscano IGP.
La struttura, nata nel 1997 per volontà di un gruppo di olivicoltori, è cresciuta con gli anni, fino a contare oggi 10mila aziende associate, 500 frantoi e oltre 400 imbottigliatori, in una regione che guida la classifica italiana dell’export dell’olio nel mondo.
A guidare il Consorzio (ente riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole), ormai dal 2006, è Fabrizio Filippi, che è anche presidente regionale di Coldiretti e titolare dell’azienda agricola Le Selve di Santa Luce (Pisa). «È qui che ho iniziato il mio lavoro ed è da qui che viene la mia passione per l’extravergine», dice Filippi.
Il Consorzio svolge l’attività di promozione e valorizzazione del marchio, della denominazione e del prodotto olio Toscano Igp in Italia e all’estero, attraverso la realizzazione di campagne pubblicitarie e iniziative a carattere promozionale, informativo e educativo, allo scopo di accrescerne la conoscenza e diffondere i valori di questo importante patrimonio dell’agro-alimentare.
«Non facciamo commercializzazione – spiega Filippi – ma certo difendiamo il nostro marchio da chi, in buona o in cattiva fede, se ne appropria per vendere prodotti non in linea con i nostri standard di qualità o per sfruttare in maniera non appropriata il brand Toscana, così importante in ambito internazionale».
E, questo, in un momento in cui l’olivicoltura toscana ha necessità di vivere appieno il suo rilancio. «Puntiamo sulla ristrutturazione delle olivete, attraverso nuovi impianti che utilizzano le sole varietà autoctone della regione e poggiando il baricentro sulla garanzia dell’origine e della qualità certificata dai marchi DOP e IGP, al cui interno il Consorzio che presiedo dovrà giocare un ruolo ancora più prominente e decisivo, attraverso le sue principiali funzioni di tutela e valorizzazione del marchio», dice ancora Filippi.
E in questo contesto, anche il turismo può giocare un ruolo estremamente importante. «Uno dei nostri obiettivi – spiega il presidente del Consorzio – è andare a intercettare i grandi flussi turistici che arrivano nella nostra regione, sviluppando quello che si chiama oleoturismo. Per questo, organizziamo passeggiate tra gli ulivi, raccontiamo la storia degli antichi frantoi, promuoviamo visite guidate delle aziende e feste dell’olio. Senza dimenticare la nostra mission, la valorizzazione dell’extravergine, come abbiamo fatto recentemente a Bolgheri e in precedenza a Montalcino o sul Montalbano».
Ma che stagione abbiamo vissuto nel 2022 e come si annuncia quella del 2023? «Il 2022 – risponde Filippi – è stato un anno molto difficile per i produttori di olio, con oltre 35 gradi di temperatura registrati nelle nostre campagne e colline già a fine maggio e con alcune zone che sono state per questo anche costrette a chiudere la produzione. In definitiva, nel 2022 sono stati prodotti in Toscana 22mila quintali di olio certificato con bollino, contro i 35-40mila quintali di media degli anni precedenti (e i 100mila di olio in totale, contando anche quello non certificato).
Per il 2023, seppure sia ancora presto fare previsioni, la fioritura delle piante sembra buona, anche se permane l’incognita mosca, che potrebbe ripresentarsi qualora la stagione volgesse a periodi di maggiore umidità».
Sempre proteggendo l’uso della denominazione dell’olio Toscano IGP.