L’Eredità delle Donne torna a Firenze

L’Eredità delle Donne, la rassegna dedicata alle competenze femminili, torna a Firenze dal 22 al 24 novembre con la direzione artistica di Serena Dandini. Tra le protagoniste l’economista Ginevra Bersani Franceschetti
Torna a Firenze dal 22 al 24 novembre la settima edizione de L’Eredità delle Donne, il festival dedicato alle competenze femminili con la direzione artistica di Serena Dandini.
La manifestazione, che negli anni ha coinvolto oltre 470 ospiti da tutto il mondo, registrando 70mila presenze fisiche e raggiungendo oltre 1 milione di utenti in streaming, è un progetto di Elastica con Gucci come partner fondatore e con la co-promozione del Comune di Firenze. Il progetto è reso possibile grazie anche a Intesa Sanpaolo ed è in collaborazione con Elle.
La settima edizione del festival mette il contributo e le competenze femminili al servizio di un futuro positivo e propositivo, indicando valori e pratiche che permettano di costruire visioni e società future più giuste, più pacifiche, più inclusive. «Oggi come non mai – ricorda infatti Serena Dandini, direttrice artistica del festival – le donne sono capaci di idee rivoluzionarie, di prospettive creative, di punti di vista originali: senza di loro nessun cambiamento di rotta sarà possibile. Le donne non chiedono di partecipare al mondo così com’è, ma aspirano a essere parte attiva nel riformarlo».

Presenti a L’Eredità delle Donne 2024, tra le altre, la regina del romance internazionale Felicia Kingsley, la giornalista e scrittrice Daria Bignardi, la signora del rock Paola Maugeri, la scrittrice e sceneggiatrice Antonella Lattanzi, la filosofa Roberta De Monticelli, la podcaster Valeria Montebello, il filosofo femminista e divulgatore Lorenzo Gasparrini, la sessuologa Roberta Rossi e l’astro nascente della standup comedy Giorgia Fumo.
Tra le protagoniste della manifestazione c’è Ginevra Bersani Franceschetti, coautrice con Lucile Peytavin del libro Il costo della virilità, un’articolata analisi inedita dei costi che la virilità comporta in tutti i campi della vita sociale.
«Abbiamo consultato oltre 300 fonti e calcolato quanto è la differenza di spesa che lo Stato e la società devono sostenere per i comportamenti antisociali degli uomini, da quelli criminali a quelli violenti, rispetto alle donne – spiega l’economista Bersani Franceschetti, che lavora in Francia –.
La differenza equivale a 98,8 miliardi di euro l’anno. Abbiamo calcolato due tipi di costi: quelli diretti, che sono sostenuti dallo Stato, in termini di costi di giustizia, forze dell’ordine, servizi di sanità, penitenziari, carabinieri, e così via. E poi ci sono i costi indiretti, sostenuti dalla società e che sono legati alle perdite di produttività, alle distruzioni di beni privati o pubblici».
Secondo l’Istat, in Italia nel 2018 gli uomini rappresentano l’82 per cento dei 500mila autori di reati, l’85 per cento delle persone condannate, il 92 per cento degli imputati per omicidio, quasi il 99 per cento degli autori di stupri, l’83 per cento responsabili di incidenti stradali mortali, il 91,7 per cento per evasione fiscale e via così. In Italia la popolazione carceraria è composta per il 96 per cento da maschi.
«Qualcuno a livello politico ha ripreso i nostri dati, se ne è discusso, ma non c’è ancora la risposta che ci aspettiamo – aggiunge l’economista –. La versione francese del libro è stata discussa invece nei due rami del Parlamento ed è stata anche utilizzata recentemente per una delle campagne sulla sicurezza stradale. L’obiettivo del nostro libro è che diventi uno strumento per chi è chiamato a decidere, per valutare sui dati le politiche da adottare».
La preponderanza, pari all’80 per cento, di uomini sulle donne nella commissione di reati, si mantiene stabile anche fra diverse etnie, classi sociali e titoli di studio omogenei. Le proporzioni sono simili anche in Francia, anche se lì i costi sostenuti sono inferiori. Le autrici danno una spiegazione: «Le donne ricevono un’educazione che permette loro una migliore comprensione e gestione delle loro emozioni e soprattutto ricevono un’educazione che favorisce la creazione del capitale umano». Ora con la coautrice francese, Bersani Franceschetti è impegnata nella ricerca a livello europeo per creare uno studio più ampio.