• 28/04/2025

Le esportazioni della Toscana

 Le esportazioni della Toscana

Le esportazioni della Toscana nel 2024: un’eccezione con una crescita del 13,8% in controtendenza con il resto d’Europa. Pubblicati i dati di Irpet

Nel 2024, il commercio mondiale ha mostrato segnali di ripresa rispetto all’anno precedente, con un aumento generale degli scambi internazionali (+2,4%). Tuttavia, le stime del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale sono state riviste al ribasso nel corso dell’anno (dal +2,8% di aprile al +2,4% di ottobre), riflettendo le incertezze geopolitiche che si sono via via addensate nel corso dell’anno e le fluttuazioni osservate nei mercati emergenti.

A fronte di questa evoluzione del contesto internazionale, le esportazioni di beni a livello nazionale hanno subito una battuta d’arresto nel 2024, a seguito della contrazione registrata in alcune delle principali regioni esportatrici; in particolare, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.

La Toscana, tra queste, ha rappresentato un’eccezione, con le vendite estere della regione in crescita del 13,8% rispetto al 2023, e una dinamica trimestrale che ha addirittura mostrato un’accelerazione nel corso del quarto trimestre 2024, chiuso con un +18,7%.

I prodotti


TOSCANA ECONOMY - Le esportazioni della Toscana

Le ragioni principali di questo apparente disallineamento della dinamica delle esportazioni toscane rispetto a quella che ha caratterizzato le altre principali regioni, nonostante le profonde contrazioni che hanno riguardato le produzioni del comparto moda, è da ricercare in specifiche evoluzioni che hanno coinvolto alcune delle principali specializzazioni del sistema produttivo regionale.

Innanzitutto, le vendite estere di gioielli sono raddoppiate nel corso dell’anno. Come già riportato nelle precedenti note, la crescita è dovuta alla forte espansione della domanda di prodotti in oro della Turchia, economia caratterizzata da un’elevata inflazione nel corso del 2024 (60,0% a fronte del 2,4% dell’Unione Europea).

Questo fenomeno ha portato il distretto della gioielleria aretina a innalzare in modo anomalo la componente di oro delle proprie produzioni, aumentandone il valore, a fronte di un impatto sul valore aggiunto e sulla produzione complessivi ancora non noto1. Al netto delle esportazioni di gioielli, la dinamica delle esportazioni della Toscana si è attestata attorno al +6,0%. Ancora al di sopra della media nazionale, ma sicuramente più allineata.

Al di là dell’andamento delle vendite estere di gioielli, il risultato regionale sui mercati internazionali nel corso del 2024 è dovuto principalmente a tre ambiti produttivi. Innanzitutto, l’export di prodotti farmaceutici, cresciuto del 33,2%, ancora grazie ai risultati dell’industria fiorentina (+85,1%). In seconda battuta i macchinari (+12,3%).

Anche in questo caso la crescita è stata trainata da uno specifico comparto, quello delle macchine per impieghi generali (+23,0%), che hanno beneficiato anche nel 2024 dell’aumento della domanda di beni di investimento a livello mondiale legati all’estrazione di gas. Infine, i prodotti alimentari (+17,6%), con la crescita delle esportazioni di olio (+42,4%), dovuta principalmente alla scarsa produzione del raccolto 2023, che ha spinto i prezzi della materia prima.

Proprio la minore disponibilità sui diversi mercati delle produzioni locali potrebbe aver favorito la dinamica delle produzioni più industrializzate operanti sul territorio regionale, capaci di reperire la materia prima su scala geografica più ampia e di servire mercati più distanti. In crescita, inoltre, le vendite estere di vino (+8,6%). Complessivamente, prodotti farmaceutici, macchine, gioielli e prodotti alimentari, costituiscono oltre il 55% dell’export complessivo della Toscana nel 2024.

Tra le altre produzioni di specializzazione regionale, che hanno avuto una dinamica positiva particolarmente pronunciata, troviamo, tra i mezzi di trasporto, i prodotti dell’industria nautica (+30,6%), a fronte di un comparto aggregato che ha visto contrarre fortemente le vendite estere dei prodotti dell’industria ferro-tranviaria (-50,4%) e degli altri mezzi di trasporto (-14,9%). Stabili, invece, le esportazioni della camperistica senese (+1,9%). Bene anche i prodotti della meccanica di precisione, le cui vendite estere hanno recuperato, nel corso dell’anno, l’iniziale contrazione e hanno chiuso il 2024 con un +3,2%.

Positivi anche i risultati dell’industria lapidea, con le vendite estere di prodotti grezzi (+7,9%) e di prodotti lavorati (+12,1%) della provincia di Massa-Carrara caratterizzate da una buona dinamica nel corso dell’anno.

I prodotti dell’industria di base, da quelli dell’industria cartaria a quelli dell’industria chimica e della gomma e plastica, hanno visto nel corso dei trimestri ridurre le contrazioni, pur terminando l’anno attestandosi su tassi di variazione prossimi allo zero. Male invece le esportazioni di prodotti della metallurgia di base.

Venendo infine al comparto moda, tutte le produzioni hanno sperimentato variazioni negative nel 2024, anche se la crisi appare sempre più concentrata nei prodotti del lusso della provincia di Firenze. È su questo territorio, infatti, che si concentrano le perdite sia dei prodotti della filiera della pelle (prodotti in cuoio -19,9%; calzature – 23,6%) che dei capi di abbigliamento (-11,3%) e degli articoli in maglieria (-14,7%).


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Diverse, in effetti, sono state le traiettorie che hanno contraddistinto le produzioni di capi di abbigliamento (+3,7%) e di prodotti in pelle (cuoio e pelletteria +2,7%; calzature +3,7%) della provincia di Arezzo, dei prodotti dell’industria conciaria nella provincia di Pisa, e dei capi di abbigliamento (+5,5%) della provincia di Prato.

Una performance negativa che segue dinamiche meno congiunturali e più di medio periodo, invece, ha contraddistinto le vendite estere dei filati e tessuti della provincia di Prato (-8,0%) e quelle di calzature delle province di Pisa (-19,7%) e Pistoia (-2,3%).

Buona la performance sui mercati internazionali dei prodotti agricoli (+5,6%), frutto di dinamiche slegate dal vivaismo pistoiese (+0,2%), e connesse invece alla traiettoria dei prodotti seminativi nel corso della parte centrale dell’anno, anche a causa della crescita dei prezzi registrata su tali produzioni.

In calo, infine, le esportazioni di mobili (-3,1%), anch’esse caratterizzate da una traiettoria negativa di lungo periodo.

Nel complesso, il 2024 ha visto l’export toscano concentrarsi ancora di più attorno alle fortune, e in qualche caso le sfortune, di alcune specifiche produzioni, spesso legate all’attività di singole imprese. In chiave positiva, è questa la lettura che contraddistingue i risultati dei prodotti farmaceutici e dei macchinari. In chiave negativa, speculare è la lettura della dinamica dei prodotti della moda.

I mercati di destinazione

Nella disamina della geografia dei mercati di destinazione raggiunti dalle merci toscane nel corso del 2024, si intrecciano diverse letture. C’è, innanzitutto, una dimensione di carattere congiunturale che coinvolge tanto i beni di consumo che alcuni tipi di beni di investimento. Questa nasce dall’osservata accelerazione degli scambi internazionali registrata tra il 2024 e il 2023 e si interseca con il progressivo indebolimento del ciclo economico nella seconda parte dell’anno, più marcato nel quadro delle economie avanzate.

C’è una seconda lettura, più legata alla specificità dei beni di investimento prodotti dal sistema produttivo regionale, e che riguarda la filiera dei macchinari destinati all’estrazione di gas naturale. Questa, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha visto crescere il proprio mercato a livello globale a causa dell’incremento dell’estrazione di gas in numerose aree del mondo in sostituzione del gas russo.

Nel mondo post-Covid e post-guerra in Ucraina, inoltre, la domanda internazionale di prodotti farmaceutici è cresciuta in modo molto pronunciato e in questa si sono inserite alcune grandi aziende a livello regionale.

C’è, infine, anche del rumore di fondo nella disamina dell’andamento dei mercati di destinazione. Oltre alla già discussa dinamica della domanda turca (+242,9% complessivamente) di prodotti in oro, il 2024 ha visto la riorganizzazione della catena di distribuzione dei prodotti del lusso della moda fiorentina.

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Se quest’ultima aveva in Svizzera l’hub di destinazione dei propri prodotti, che poi venivano smistati ai mercati di destinazione finale, con il 2024, si è assistito a uno svuotamento, almeno parziale, di tale snodo di intermediazione (-48,9%), con i prodotti che hanno iniziato a raggiungere direttamente i mercati di sbocco finale.

Venendo più al dettaglio degli andamenti, sono cresciute le esportazioni di prodotti toscani nell’area euro, a fronte della leggera contrazione della dinamica verso gli altri paesi UE. Nell’ambito del primo gruppo di paesi a crescere sono state soprattutto le vendite estere verso Francia (+12,3%), Germania (+15,1%) e Spagna (+9,5%).

Tra i paesi europei all’esterno dell’Unione, oltre ai casi di Turchia e Svizzera, si è osservata una forte crescita delle esportazioni verso il Regno Unito (+46,3%).

In crescita, anche se in forte rallentamento nel corso della seconda parte dell’anno, le esportazioni verso l’area NAFTA (+12,3%) e verso gli altri paesi OECD (Australia +43,9%).

Speculare, invece, la dinamica delle vendite estere verso le Tigri Asiatiche, pur a fronte di una forte accelerazione nell’ultima parte dell’anno. All’interno di queste, in realtà, gli andamenti negativi per le merci toscane registrati sui mercati di Corea del Sud (-11,5%) e Hong-Kong (-2,8%), sono stati più che compensati dalla fortissima crescita delle vendite estere verso Singapore (+193,8%).

Va detto, a questo riguardo, che i mercati di destinazione più distanti, che molto spesso assorbono dalla Toscana una quota più elevata di beni di investimento, segnatamente macchinari, risultano per questo anche contraddistinti dalla maggiore volatilità che è propria della domanda di tali beni.

In arretramento, a partire in particolare dalla seconda parte dell’anno, le esportazioni verso le economie BRIC, nonostante la crescita registrata sul mercato brasiliano (+9,5%). A pesare, oltre al calo delle vendite verso India (-15,1%) e Russia (-4,5%), è stata la stagnazione delle esportazioni dirette verso la Cina (-0,1%).

Nel novero delle economie produttrici di petrolio (+27,4%), infine, si è registrata la forte crescita delle esportazioni verso l’Arabia-Saudita (+103,4%).

Le province

Se in parte abbiamo già commentato le performance sui mercati esteri dei diversi territori del sistema produttivo regionale analizzando la dinamica dei prodotti, offriamo in questo paragrafo un quadro di sintesi specifico per ogni provincia.

Il segno “+” si è, innanzitutto, concentrato su quattro province, segnatamente: Arezzo (+62,4%), Firenze (+20,8%), Grosseto (+16,7%) e Lucca (+7,3%).

Senza il balzo delle esportazioni di gioielli il risultato della provincia di Arezzo sui mercati internazionali sarebbe stato addirittura negativo (-1,8%), nonostante la buona dinamica delle produzioni del comparto moda e di quelle della meccanica di precisione (+2,9%). A pesare, soprattutto, è stata la traiettoria delle vendite estere di macchine e componentistica elettrica (-10,7%).

Le vendite estere della provincia di Firenze sono invece cresciute molto nonostante i risultati del comparto moda. È qui, come abbiamo già visto, che si è concentrata la performance regionale complessiva. Nel male, se consideriamo i prodotti di lusso della moda, nel bene, valutando la dinamica dei prodotti farmaceutici e quelli della meccanica. L’export dei primi è cresciuto dell’85,1%; quello delle macchine per impieghi generali è addirittura raddoppiato (+107,1%).

La crescita dell’export grossetano è, invece, frutto della forte espansione delle vendite di prodotti dell’industria alimentare (+47,3%), olio in particolare (+58,8%). In contrazione, invece, l’export degli altri prodotti di specializzazione; in particolare, quello dei prodotti chimici di base (-45,6%).

Se a Lucca si registra una contrazione delle esportazioni di prodotti di carta e stampa, molto positivi sono stati al contrario gli andamenti delle vendite estere di macchinari per la carta (+9,6%) e, soprattutto, di imbarcazioni (+23,2%).

Sostanzialmente stabili rispetto al 2023, le vendite estere della provincia di Prato (+0,5%). Tra le produzioni tipiche del territorio, tuttavia, sono state soltanto le esportazioni di capi di abbigliamento a caratterizzarsi per un andamento positivo (+5,5%). Male invece filati e tessuti (-8,0%). In lieve calo anche le esportazioni di macchine (-2,1%) e di articoli in maglieria (-1,8%). Tra le macchine, tuttavia, quelle per impieghi speciali, tipiche del meccano-tessile, hanno fatto registrare un lieve incremento dell’export (+2,3%).

Negative, invece, le dinamiche delle esportazioni delle province di Massa-Carrara (-20,7%), Siena (-13,2%), Livorno (-9,3%), Pisa (-8,5%), e Pistoia (-3,5%).

Su Massa-Carrara pesa, in realtà, la contrazione delle vendite estere di macchine per impieghi speciali. Considerata la funzione logistica che gli impianti della provincia svolgono per il sistema produttivo fiorentino, le cui esportazioni sono aumentate, come già visto, in modo pronunciato, non leggiamo questo andamento in un’ottica di riduzione della produzione. Bene, invece, le esportazioni dei prodotti del comparto lapideo.


TOSCANA ECONOMY - Le esportazioni della ToscanaNell’ottica della sua funzione di polo logistico va letto anche il risultato della provincia di Livorno, dove tuttavia si sono molto contratte le esportazioni di prodotti della metallurgia di base, a fronte della crescita di quelle di prodotti chimici.

Sul risultato di Siena, invece, pesa la forte riduzione delle esportazioni di prodotti farmaceutici (-29,4%), in controtendenza rispetto ai risultati del comparto nella provincia di Firenze. Hanno tenuto quelle della camperistica, mentre sono cresciute molto quelle dei prodotti dell’industria agro-alimentare, sia olio (+59,5%) che vino (+15,5%).

Mezzi di trasporto e macchine sono state la causa principale della contrazione dell’export della provincia di Pisa, dove hanno invece tenuto le vendite estere di prodotti dell’industria conciaria.

Su Pistoia, infine, ha pesato il risultato dei prodotti dell’industria ferro-tranviaria (-73,5%). Stabili, invece, le esportazioni dei prodotti del vivaismo (+0,2%).

In conclusione: le esportazioni a prezzi dell’anno precedente

La crescita delle esportazioni regionali, estremamente concentrata in poche produzioni, in particolare farmaceutica e meccanica, e nella maggior parte dei casi frutto della performance di singole realtà aziendali, ha sicuramente limitato la capacità di trasmissione del loro impulso all’intero sistema produttivo.

Di contro, il carattere sistemico del comparto moda, caratterizzato da tanti passaggi di filiera interni al territorio regionale, ha determinato un contributo negativo all’intero sistema di maggior portata.

Se a questo aggiungiamo il carattere quasi del tutto nominale, legato al forte aumento dei costi degli input produttivi, che ha contraddistinto la crescita di produzioni come agro-alimentare e gioielleria, ecco che per offrire un quadro riassuntivo dell’andamento delle esportazioni regionali nel corso del 2024 ha senso riprodurne l’andamento a prezzi dell’anno precedente.

In effetti, considerando le sole produzioni industriali, depurate dalla dinamica della gioielleria e stimate a prezzi dell’anno precedente, l’andamento trimestrale delle vendite estere toscane nel corso del 2024 è riportato nella Figura 6, con un risultato complessivo sull’anno che si è attestato sul +3,5%, un esito maggiormente in linea, anche se tutt’ora superiore, con la dinamica stimata per il commercio mondiale (+2,4%).

Da IRPET

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