• 14/02/2025

Le esportazioni della Toscana. I° semestre 2024

 Le esportazioni della Toscana. I° semestre 2024

In un contesto macroeconomico in fase di stabilizzazione, le esportazioni toscane hanno mostrato un’accelerazione significativa, con un tasso di crescita del +10,2%, a fronte di una flessione della media nazionale (-1,1%)

Questo risultato è principalmente attribuibile alla forte domanda di gioielli dalla Turchia e alla robusta crescita delle vendite di prodotti farmaceutici e macchinari. Ancora in flessione l’export del comparto moda, con il lusso fiorentino in particolare difficoltà.

A livello provinciale, le province di Arezzo, Grosseto, Firenze, Lucca e Siena hanno mostrato tendenze positive. Al contrario, Pisa, Pistoia e Livorno hanno registrato risultati negativi.

 1. Il quadro generale  

Dopo gli shock degli ultimi anni, il quadro macroeconomico internazionale sta progressivamente procedendo verso una graduale normalizzazione, favorita dalla stabilizzazione dei prezzi alle importazioni dei prodotti energetici e, più in generale, dei beni intermedi.

Il progressivo rientro dell’inflazione su valori più in linea con i target delle principali banche centrali ha portato queste ultime a operare le prime scelte in senso espansivo nell’intonazione della politica monetaria, con la BCE molto più cauta rispetto alla Federal Reserve.

Sul fronte valutario, il tasso di cambio euro/dollaro è rimasto relativamente stabile mentre in forte ascesa sono risultate le quotazioni dell’oro.

Rispetto al 2023, la domanda internazionale di beni ha mostrato segni di accelerazione, sia per le economie avanzate che, soprattutto per le economie emergenti.

In questo complesso quadro macroeconomico le esportazioni della Toscana hanno ulteriormente accelerato nel corso del secondo trimestre 2024, portando il tasso di crescita complessivo del primo semestre al +10,2%. Il dato toscano appare discostarsi molto da quello delle altre principali regioni e, più in generale, dalla media nazionale (-1,1% nel primo semestre), le cui dinamiche sono risultate molto più contenute.

 2. I prodotti  

Uno sguardo alla disaggregazione per specializzazioni produttive del totale regionale offre alcuni indizi circa le ragioni di questa apparente divergenza. A crescere sopra la media regionale sono state soltanto quattro macro- specializzazioni produttive: i gioielli, i prodotti dell’industria agro-alimentare, i prodotti farmaceutici e i macchinari.

Relativamente a queste due ultime produzioni, i dati complessivi del primo semestre 2024 confermano il trend di ascesa già consegnato dai periodi precedenti. La dinamica dei prodotti farmaceutici, in particolare, ha continuato a rispondere a una crescente domanda internazionale di queste produzioni iniziata con la crisi Covid, e addirittura intensificatasi in coincidenza con l’inizio della guerra in Ucraina. Dietro a quella dei macchinari, d’altronde, si nasconde il crescente fabbisogno di beni di investimento legati all’estrazione di gas naturale a livello mondiale registrato in seguito alle sanzioni imposte alla Russia.

Venendo ai gioielli, da cui è provenuto il più sostanziale contributo alla crescita dell’export toscano nel primo semestre 2024, la dinamica non può essere totalmente attribuita alla crescita delle quotazioni dell’oro, pur molto pronunciata. La ragione principale, che potrebbe aver contribuito a richiedere un salto almeno momentaneo alla capacità produttiva del distretto orafo aretino, risiede nella forte richiesta di prodotti lavorati da parte della Turchia, dove la domanda di oro, complice la perdurante crisi inflazionistica, è in forte ascesa.

L’impatto della crescita della domanda turca, del resto, potrebbe aver influenzato, accrescendola, la componente di metalli preziosi all’interno dei gioielli esportati dalla provincia, aumentandone, a parità di volumi, il valore complessivo.

Dinamiche di prezzo della materia prima dovute all’impatto della crisi climatica hanno sicuramente inciso sulla performance a prezzi correnti delle vendite estere dei prodotti dell’industria agro-alimentare, trainate da quelle di olio (+62,3% nel primo semestre 2024 su base annua). E tuttavia, proprio la più carente disponibilità sui diversi mercati delle produzioni locali potrebbe aver favorito la dinamica delle produzioni più industrializzate operanti sul territorio regionale, capaci di reperire la materia prima su scala geografica più ampia e di servire mercati più distanti.

A far da contraltare ai contributi alla crescita, molto concentrati, su produzioni e imprese, provenuti dalle specializzazioni appena commentate, è proseguita anche nel secondo trimestre 2024 la flessione del comparto moda. La disaggregazione del risultato per prodotti e territori consente di individuare nel perdurare della crisi del lusso fiorentino il principale epicentro della crisi del comparto. Tra elementi di carattere congiunturale e criticità di ordine strutturale, invece, sono da leggere le perdite registrate dal tessile pratese e dal calzaturiero della provincia di Pisa.

A fronte di questi risultati negativi, tuttavia, hanno tenuto l’abbigliamento legato al pronto moda cinese a Prato, le produzioni di più alta gamma della provincia di Arezzo e le produzioni intermedie del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno.

La sostanziale stabilità delle vendite estere di mezzi di trasporto nasconde al suo interno le dinamiche estremamente positive della nautica viareggina e della camperistica senese, e quelle molto negative degli altri mezzi di trasporto del pisano e dell’industria ferro-tramviaria di Pistoia.

In generale, si è osservata una generalizzata attenuazione delle perdite di fatturato esportato, in particolare nelle produzioni di base, quali sono quelle afferenti alla chimica, al comparto cartario e agli articoli in gomma e plastica.

3. Le aree di destinazione     

La disaggregazione geografica della dinamica delle esportazioni regionali restituisce un quadro molto allineato con il tipo di beni che hanno esperito le migliori performance nel corso del primo semestre.

A fronte di un andamento sostanzialmente stabile sui mercati europei, principali paesi partner delle imprese toscane verso cui queste ultime esportano un paniere molto differenziato di prodotti, la crescita dell’export regionale è stata significativa soprattutto verso le economie geograficamente più distanti, su cui si concentra un numero più limitato e qualificato di produzioni. È questo, in particolare, il caso dell’area NAFTA, trainata dagli Stati Uniti (+48,8% nel primo semestre), spinti da prodotti farmaceutici e macchinari, e del gruppo degli altri paesi OECD (Giappone: +21,8%; Australia: +81,6%).

Venendo ai mercati europei, sono risultate stabili le vendite estere verso la Francia (+0,3% nel primo semestre), in crescita quelle verso la Germania (+4,8%) e in calo quelle verso la Spagna (-5,0%). Sostanzialmente stabili le esportazioni regionali verso le principali economie dell’Europa dell’est (Polonia: +0,9%; Romania: -0,1%).

L’export toscano verso i paesi europei al di fuori della UE è cresciuto grazie alla performance del sistema produttivo regionale sui mercati del Regno Unito (+37,9%), trainata da prodotti farmaceutici, caravan e imbarcazioni, e, soprattutto, della Turchia (+366,1%). Su questo secondo caso hanno giocato un ruolo determinante fattori congiunturali legati alla domanda di oro del paese.

Tra questo gruppo di paesi, d’altra parte, sono crollate le vendite estere verso la Svizzera (-73,4%). Al riguardo, del resto, dobbiamo segnalare che al crollo delle vendite estere di articoli in pelle e capi di abbigliamento della Toscana verso la Svizzera ha fatto da – parziale – contraltare una crescita delle esportazioni dirette degli stessi articoli da parte del sistema produttivo regionale verso paesi più lontani (es., Stati Uniti e Giappone). Come se, al di là della crisi congiunturale che vive il settore, sia in corso anche una riorganizzazione della rete logistica da parte di una o più grandi aziende del settore.

Buona anche la performance dell’export toscano sui mercati asiatici. Se sono risultate in lieve aumento nel primo semestre le esportazioni verso la Cina (+3,8%), la crescita è stata più pronunciata nei casi di Hong Kong (+9,2%), Corea del Sud (+5,2%), Singapore (+11,3%) e, soprattutto, Vietnam (+197,6%).

Anche a fronte di una battuta d’arresto nel corso del secondo trimestre, i primi sei mesi del 2024 hanno in ogni caso consegnato un risultato più che positivo dell’export toscano verso i paesi produttori di petrolio, al traino degli Emirati Arabi Uniti (+23,2%), dove in forte crescita sono risultate le vendite di macchinari e articoli in pelle.

 4. Le province 

La tendenza alla crescita delle esportazioni regionali è risultata relativamente concentrata dal punto di vista territoriale, rispecchiando in buona sostanza quanto emerso nel commento delle specializzazioni produttive.

In crescita, in particolare, le vendite estere delle province di Arezzo, Grosseto, Firenze, Lucca e Siena. Detto che nel caso di Arezzo il risultato è soprattutto il frutto delle esportazioni di gioielli verso la Turchia, un buon riscontro sui mercati internazionali è stato qui trovato anche dalle produzioni legate alla chimica e ai mobili. Le vendite complessive del comparto moda sono invece risultate stabili rispetto al primo semestre 2023.

L’export della provincia di Grosseto è invece stato spinto dal comparto agro-alimentare e, più in particolare, dalle vendite di olio, su cui la dinamica dei prezzi, come già scritto, ha giocato un certo ruolo. Nonostante la pronunciata flessione dell’export di prodotti legati al cartario, sono cresciute a un buon ritmo nel primo semestre anche le vendite estere della provincia di Lucca.

Da imbarcazioni e prodotti dell’industria agro-alimentare, sono giunti i principali contributi alla crescita. Nonostante il lieve arretramento dell’export di prodotti farmaceutici sono aumentate anche le esportazioni di Siena, soprattutto per via delle performance della camperistica e dell’industria agro-alimentare, sia della componente vitivinicola che, soprattutto, di quella olivicola.

Sopra la media regionale, infine, anche il tasso di crescita delle esportazioni della provincia di Firenze, nonostante la persistente e intensa contrazione delle vendite estere del comparto moda. A trainare la performance sono state le vendite estere di prodotti farmaceutici, di macchine di impiego generale e di olio.

Sostanzialmente stabili le vendite estere di Prato e Massa-Carrara. Nel primo caso una spinta negativa è giunta dalle produzioni tessili, mentre sono risultate in crescita le esportazioni di capi d’abbigliamento e macchinari per impieghi speciali. Su Massa-Carrara, d’altra parte, positivi sono stati i risultati esperiti dall’industria lapidea.

Le performance più negative a livello provinciale sono giunte da Pisa, Pistoia e, soprattutto, Livorno. Nel primo caso i contributi negativi sono arrivati dalle esportazioni di altri mezzi di trasporto e da quelle del comparto moda, con i prodotti dell’industria conciaria che hanno però mostrato una certa capacità di tenuta. Il risultato della provincia di Pistoia è invece interamente legato al sostanziale azzeramento delle vendite estere dell’industria ferro-tramviaria.

Negative anche le dinamiche dei prodotti del comparto moda e dei mobili, mentre in forte crescita sono risultate le esportazioni di prodotti agro-alimentari e stabili quelle del comparto vivaistico. Quasi interamente legato alla funzione logistica svolta dalla provincia il calo delle esportazioni di Livorno, su cui muovere considerazioni di carattere produttivo dalla lettura dei dati dell’export è sempre molto complicato. Da notare, in ogni caso, il contributo negativo alla crescita delle esportazioni provinciali provenuto dai prodotti dell’industria siderurgica.

Da IRPET

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Redazione

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