• 08/09/2024

L’abbazia nel deserto tra le crete senesi

 L’abbazia nel deserto tra le crete senesi

Tra le dolci colline a sud di Siena, nel piccolo centro storico di Chiusure di Asciano, tra il verde dei boschi di cipressi e il giallo delle crete senesi, sorge l’abbazia benedettina Monte Oliveto Maggiore. Pia Cattolico della società cooperativa Opera d’Arte, che mira a diffondere la conoscenza di itinerari culturali al di fuori dei circuiti tradizionali, ci guida in questa speciale visita

L’abbazia Monte Oliveto Maggiore (sito web) fu fondata sette secoli fa da San Bernardo Tolomei, il nobile senese che con altri due figli di illustri famiglie della città, Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini, si ritirò nel “deserto di Accona” per vivere secondo la regola di san Benedetto.

Oltre a rappresentare una meta gettonata da escursionisti, cicloturisti e cercatori di pace e raccoglimento, Monte Oliveto è anche luogo di produzione di un vino e un olio extravergine d’oliva ad opera del lavoro manuale dei monaci. Nell’abbazia vivono una trentina di monaci, di cui alcuni giovanissimi, che oltre ad accogliere i visitatori, gestiscono l’azienda agricola continuando a seguire la regola benedettina dell’ora et labora.

L’ozio è nemico dell’anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. Ma se le esigenze locali o la povertà richiedono che essi si occupino personalmente della raccolta dei prodotti agricoli, non se ne lamentino, perché i monaci sono veramente tali, quando vivono del lavoro delle proprie mani come i nostri padri e gli Apostoli”.

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Antica Cantina

Al monastero si accede tramite un ponte levatoio. Due percorsi lastricati immersi nel verde conducono, passando da alcune cappelle e da una grande vasca, alle costruzioni di servizio e al solenne monastero dai mattoni rossi. La sua architettura invita a realizzare la perfetta unione fra cielo e terra.

«Una volta il monastero attirava un turismo di tipo religioso, per la vicinanza con la via Lauretana che collega due importanti mete di pellegrinaggio in Italia, Assisi e Loreto, ma oggi esistono molte tipologie di visitatori – ci spiega la Cattolico – visitatori singoli o piccoli gruppi, sia italiani che stranieri (con una prevalenza di francesi e olandesi). Uno dei monaci si occupa di fare la visita guidata, con specifiche modalità, compatibili con la vita monastica.

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Chiostro Grande Lato Est

È possibile visitare la chiesa, il refettorio monumentale, tuttora utilizzato, il chiostro grande affrescato prima da Luca Signorelli e poi dal Sodoma con le storie di San Benedetto, l’antica biblioteca, gli arredi e gli strumenti della farmacia, la sala capitolare, ora spazio espositivo, il giardino con le cappelle, la cantina e l’erboristeria dove è possibile conoscere i prodotti delle terre coltivate dai monaci».

Il giardino rimane sempre aperto mentre la cantina e l’erboristeria hanno un orario di apertura più ampio. La chiesa rivela, invece, la vita monastica: la preghiera corale, chiamata opus dei, e durante alcune liturgie è possibile ascoltare gli antichi canti gregoriani, ancora in uso presso i monaci olivetani. È possibile visitare la cantina storica dell’abbazia e degustare i prodotti realizzati dai monaci: olio, vino, liquori e prodotti tipici come cereali e ceci.

Sono direttamente i monaci a gestire la loro azienda, ma anche ad occuparsi della vinificazione e del frantoio. Per chi lo desidera è possibile anche soggiornare all’interno del complesso monumentale, in una porzione adibita a foresteria. L’abbazia dispone anche di un archivio, che nel 1809 è stato manomesso causando una perdita di molti documenti in esso conservati. Tra quelli salvati: la charta fundations risalente al 26 marzo del 1319 e le bolle pontificie di Clemente VI risalenti al 1344.

«Il complesso è inserito in un contesto molto particolare – prosegue la Cattolico – caratterizzato dalle crete senesi, il museo di Asciano, le terme di Repolano. Questo rende l’abbazia di Monte Maggiore fruibile tutto l’anno, in qualsiasi stagione».

La cooperativa Opera d’Arte gestisce in accordo con i monaci i laboratori e i progetti rivolti ai bambini. In generale, la cooperativa fiorentina dal 1987 si occupa di promuovere iniziative culturali mirate alla scoperta di spazi, artisti e luoghi della Toscana attraverso l’arte.

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Mariapia Cattolico – Opera d’Arte – Progettazione Attività Culturali

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Maria Salerno

Giornalista - maria.salerno@toscanaeconomy.it

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