• 18/01/2025

La Toscana è la regione più instagrammata

 La Toscana è la regione più instagrammata

Pietro Resta, in arte WikiPedro

La prossima vacanza?
La scelgo anche grazie ai travel influencer!

L’era digitale ha stravolto il nostro modo di vivere, a 360°. Oltre allo studio, il lavoro, le relazioni, lo svago, un altro ambito per il quale abbiamo prepotentemente modificato le nostre abitudini è il viaggio. Non solo per la ricerca e la prenotazione delle nostre vacanze attraverso il web, ma perché sono esponenzialmente aumentate le possibilità di conoscere e apprendere cose nuove, in particolar modo aneddoti, curiosità e fatti storico-culturali che spesso giocano un ruolo decisivo nella scelta della nostra prossima meta. In questo senso i social hanno aperto una nuova strada, anche grazie alla nascita di una nuova categoria di professionisti che fanno del racconto e della narrazione di un luogo un vero e proprio business: i cosiddetti “travel influencer”. Scopriamo chi sono…

Ragazzi tra i 20 e i 40 anni che, individualmente o in coppia, sfruttando le piattaforme più trafficate (Facebook, Instagram e Tik Tok su tutti), con contenuti principalmente video e un linguaggio fresco, originale, a volte irriverente e scanzonato, ma sempre rispettoso del tema trattato, riescono a raggiungere migliaia di persone raccontando un luogo, una città, un territorio o più semplicemente una storia o una curiosità.
Per contestualizzare meglio l’attività il business, perché di questo è giusto parlare, facciamo un breve riassunto dello scenario con i dati forniti dal report “Influencer Marketing e turismo”, pubblicato nel luglio 2021 dal portale buzzoole.com. Considerando le restrizioni causate dalla pandemia, che hanno messo un freno categorico ai viaggi, nel 2020 i travel influencer italiani hanno realizzato oltre 1,4 milioni di contenuti, dei quali solo 0,63% di natura pubblicitaria. Il canale maggiormente utilizzato per condividere “post travel” è Instagram con l’86,30% di share, seguito da Facebook e Twitter; TikTok invece si trova all’ultimo posto risultando ancora poco sfruttato.
“Influencer Italia Travel&Food”, ricerca condotta dalla società Extreme, ha invece evidenziato come, seppur con una significativa riduzione rispetto al 2019, nel 2020 i travel influencer abbiano comunque raggiunto 20 milioni interazioni (commenti, like, condivisioni) totali. Lo stop ai viaggi all’estero ha però favorito la valorizzazione del proprio territorio d’origine, così gli influencer, proprio come i prodotti locali, sono diventati “a km0”. Parlando di territori e quindi di regioni, secondo i dati elaborati da Extreme rispetto al panel degli influencer analizzato, durante l’estate del 2020 è stata proprio la Toscana la regione più “instagrammata”, con 958 post, seguita da Lazio (795 post) e Trentino Alto Adige (773). Prendendo in considerazione invece l’engagement, la classifica delle preferenze subisce alcune modifiche: se la Toscana rimane
ai vertici in con 599.600 like e commenti, la Sicilia ottiene il secondo posto con 589.400, la Lombardia il terzo con 583.000.

Abbiamo intervistato due dei principali travel influencer, Pietro Resta in arte WikiPedro e Silvia Ceriegi.

Si chiama Pietro Resta, ma tutti a Firenze e sul web lo conoscono come WikiPedro. Da circa 5 anni racconta la storia e la cultura di Firenze e della Toscana con originalità, simpatia e ironia, sempre però portando informazioni corrette e utili. Ha più di 230mila fan su Facebook, 160mila follower su Instagram e tutti i suoi reel superano le 100mila visualizzazioni.
Ma com’è nata l’avventura di WikiPedro, lo chiediamo proprio a lui. «L’idea di un lavoro c’è sempre stata, perché nel 2017 volevo affittare il mio appartamento su Airbnb e ho iniziato a fare video sui social per raccontare la città, mi sembrava utile per i miei possibili clienti. Il progetto non è andato bene, ma ho continuato a fare video curandoli sempre di più».

Sei soddisfatto del tuo percorso? Che obiettivi ti sei dato?

«Mi sento soddisfatto, penso di essere cresciuto molto. Non mi pongo mai grossi obiettivi, cerco di fare sempre il miglior contenuto possibile, offrendo un servizio utile per Firenze e per la Regione».

Cosa secondo te sta facendo la differenza nel tuo modo di comunicare?

«Due cose importanti: essere stato probabilmente il primo a farlo, le persone mi hanno identificato sin da subito; e l’originalità. Ho sempre cercato di essere diverso, non migliore ma diverso, proponendo sempre qualcosa di davvero originale».

Per quello che hai visto, come nel concreto la tua attività può aiutare il turismo e aumentare le visite in città?

«Da quando ho cominciato ho avuto tanti riscontri, sia dalle persone che hanno acquistato il mio libro, che poi mi hanno scritto dicendomi di essere andate a visitare quei luoghi, sia da tutti gli altri follower che mi hanno avvisato della loro visita per incontrarmi e salutarmi. Firenze a livello turistico non ha certo bisogno di Wikipedro, però il mio piccolo contributo per un turismo italiano e di qualità credo di averlo dato. Di qualità nel senso di persone che hanno visitato cose un po più ricercate e meno mainstream».

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

«A maggio andrò a Lucca, in Garfagana e in Versilia per raccontare, un territorio molto bello e affascinante ma che conosco ancora poco».
Quello di Silvia Ceriegi si chiama Trippando ed è un blog a 360 gradi su viaggi, moda e stile di vita. Silvia, classe 1979, nata a Pisa e cresciuta a Vecchiano, il paese che ha dato i natali a uno scrittore che ha fatto dei viaggi una delle cifre fondamentali della sua anima letteraria, Antonio Tabucchi. Per dare piena dimensione alla sua passione per i viaggi, Silvia ha scritto diversi libri, da ‘Pillole di Blogging’ a ‘I caffè della libertà’ fino al manuale ‘Sei un blogger? Viaggia sponsorizzato!’. È anche coautrice del libro ‘Giornalismo aumentato’ e curatrice di ‘Giro d’Italia in 70 picnic’. Dagli inizi del 2021 scrive reportage di viaggio per la rivista Vita in camper.

Nel 2019 WikiPedro ha esordito anche in tv nel programma Turisti  per Dmax

Silvia Ceriegi
Silvia Ceriegi

Da travel blogger per passione a professionista dei viaggi. Come sei arrivata alla Silvia di oggi?

«Dopo la laurea in chimica industriale, ho lavorato sia in aziende che nella pubblica amministrazione. Nel 2011, quando ero incinta del mio primo bimbo, ho aperto il blog Trippando. L’ho fatto per gioco, ma l’idea di scrivere cominciò a piacermi sempre di più, ogni momento era buono. Dopo la seconda gravidanza, ho aperto una rubrica dedicata al travel blogging, per insegnare come si mette su un blog di viaggi e come si fa a gestirlo. A quel punto sono emerse ed aumentate sempre di più le richieste relative ai consigli di viaggi e soprattutto gli articoli sponsorizzati, dove mi si chiedeva di raccontare dei luoghi.
L’importanza del blog è cresciuta quando ho iniziato a collaborare con il brand internazionale Zalando, con Musement (il sistema di prenotazione dei biglietti salta fila) e con Weekendesk, che propone pacchetti turistici dedicati proprio al fine settimana.
Considerando che non è possibile vivere due vite, mi sono messa di fronte a una scelta: continuare a fare l’impiegata oppure fare la blogger di viaggi a tempo pieno. I conti sono tornati e quindi mi sono decisa a cambiare pagina. Il 7 luglio 2017 ho dato le dimissioni e ho aperto la partita iva come blogger, dedicandomi anche alla creazione di progetti di promozione turistica per piccole aziende e organizzando corsi per aspiranti travel bloggers, in cui davo gli elementi utili per rendere professionale un blog di viaggio e per monetizzarlo. Devo dire che alcune persone sono diventate più brave di me e che mi hanno ampiamente superata».

Come stai affrontando il momento storico attuale?

«Con la pandemia tutto è cambiato, fare il mio lavoro in questo momento è molto difficoltoso e quindi ho dovuto aumentare lo spazio relativo alle docenze: attualmente sono esperta di digitalizzazione nell’ambito dei PON in scuole di vario ordine e grado. Pur essendo consapevole che questo non porta delle entrate, mi sono dedicata molto alle recensioni dei libri che parlano di viaggi, accrescendo l’attività del mio canale youtube e partecipando a dei festival sul tema.
Il mercato intorno al travel blogging stava ripartendo a fine gennaio, ma con lo scoppio della guerra si è di nuovo fermato tutto. Il turismo deve limitarsi necessariamente all’Italia e alle destinazioni più vicine. Tante strutture hanno dovuto chiudere, in certe zone anche nell’ordine di uno su tre e i gruppi alberghieri hanno dovuto sacrificare qualche loro struttura in favore di altre.
Andare su Booking e trovare i posti letto esauriti dà una falsa rappresentazione della realtà: ci sono meno strutture, di fatto ci sono meno camere in vendita.
Con il solo blog le prospettive si sono limitate, chi riesce ad andare avanti è perché ha una pagina Instagram molto forte con migliaia di followers e con un linguaggio molto interattivo e dinamico. Qualcosa sembra però che si stia muovendo e chi, come me, ha lavorato al blog anche in questi due anni poco redditizi, è ai blocchi di partenza per ricominciare a raccontare luoghi e a vivere di ciò che più ama: viaggiare».

Su Trippando si trovano esperienze reali e curiose, viaggi e consigli per viaggiare

Articolo di Carlo Alberto Pazienza e Giulia Baglini 

Per approfondimenti:
Visita il canale youtube di Wikipedro
Visita il sito di Silvia Cariegi

Redazione

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