La formazione a distanza? Continuerà anche dopo la pandemia


Intervista a Cinzia Caraviello, direttrice dell’agenzia Cescot Confesercenti di Firenze
La pandemia ha rivoluzionato anche il mondo della formazione professionale, “costringendo” gli operatori ad adeguarsi alla situazione con nuovi strumenti a distanza. Tanto che anche quando tutto sarà (finalmente) terminato, «indietro non si tornerà più» e a caratterizzare il settore saranno in maniera preponderante la cosiddetta Fad (formazione a distanza) e l’e-learning. Ne parliamo con Cinzia Caraviello, direttrice dell’agenzia Cescot Confesercenti di Firenze e presidente della rete regionale Toscana Business Academy
Caraviello, cosa è il Cescot?
«È l’agenzia formativa del gruppo Confesercenti, punto di riferimento della formazione a 360 gradi per imprese, dipendenti, disoccupati, ma anche per il mondo dell’hobby (si pensi ai corsi di cucina, pizza o di pasticceria, per esempio)».
Come è strutturata l’agenzia?
«Siamo sul mercato, non ci rivolgiamo solo alle imprese associate. Abbiamo 7 agenzie territoriali: a Firenze, Arezzo, Siena, Prato, Pistoia, più due che racchiudono i territori di Grosseto, Livorno e Portoferraio da una parte e Pisa, Lucca, Massa e Viareggio dall’altra. Tutte con certificazione di qualità».
E quali sono i target di riferimento?
«Come ho detto, il panorama degli utenti e dell’offerta è quanto mai variegato. A Firenze, per esempio, lavoriamo molto con le cooperative sociali che attingono a finanziamenti europei per creare sbocchi lavorativi ai corsisti. Ma poi dipende anche dai vari territori e dalla loro prevalente economia».
Perché fare formazione in questo periodo, quando molte attività sono chiuse e manca il lavoro?
«Fare formazione ora significa farsi trovare pronti quando l’economia ripartirà a pieni giri. Ed è importante anche per le imprese, per mettersi al passo coi tempi. Pensiamo per esempio al settore del turismo: quando riapriranno le frontiere, quando non avremo più paura a viaggiare, la gente avrà voglia di uscire di casa, di scoprire nuove mete. Adesso è il momento di fare gli aggiornamenti, anche quelli previsti obbligatoriamente dalla legge».
La pandemia ha avuto effetti devastanti per tanti settori: come ha reagito la formazione?
«La crisi ha in una prima fase colpito duramente anche noi. Ma ci siamo subito attivati e non ci siamo mai fermati: abbiamo ricominciato a fare qualche corso in presenza tra settembre e novembre 2020, ma poi siamo tornati a fare lezioni a distanza e ora siamo noi stessi a promuovere sempre di più l’e-learning e la fad».
Ma è pur sempre una strada temporanea…
«E invece no. La parte laboratoriale tornerà necessariamente a svolgersi in presenza, ma in questi mesi abbiamo avuto modo di apprezzare la parte teorica online. Per molte categorie che devono partecipare a corsi di aggiornamento continui, la possibilità di poterli fare da casa, magari dopo cena seduti sul divano, ne diminuisce il peso. Per noi questo periodo ha segnato una svolta: indietro ormai non si torna più».