• 16/03/2025

Impresa, scelta della veste giuridica

 Impresa, scelta della veste giuridica

Come una adeguata individuazione della forma giuridica può tradursi in beneficio per la stessa impresa

L’abito non fa il monaco! Questo proverbio, di origine greca, ripreso dai latini e di uso comune quando si vuole intendere che la forma può derivare dalla sostanza, altro non aspetta che ingrassare ulteriormente le fila dei proseliti o quella, non meno empia, dei critici.

Con le nostre riflessioni proveremo ad alzare un po’ di polvere, per quello che ci può competere. Tuttavia, prima di focalizzarci sui vari gironi danteschi, ci corre l’obbligo di contestualizzare il tema. L’imprenditore, quando inizia e quando intende dare un’ulteriore svolta alla sua azienda, deve porsi la questione di quale struttura utilizzare per presentarsi sul mercato.

Va individuata la veste giuridica che fa per noi, poi ci si ficca dentro per intraprendere il percorso delineato dalla idea d’impresa che sgorga dai dettami del business plan o altro di simile.

Proviamo ad analizzare gli aspetti che, prioritariamente, potranno costituire dei veri e propri drivers per fare la scelta giusta, o quanto meno che riteniamo poter essere giusta:

  • Tipologia di business;
  • Dimensione del business;
  • Numero di soci;
  • Rapporto con il mercato;
  • Prospettive di crescita;
  • Prospettive delle Figure apicali.

Per quanto ovvio ce ne sono molte altre ma l’attenta focalizzazione di quelle enunciate già potrà costituire un valido supporto, con sdoganamento dei primi e più significativi dubbi.

Per tipologia di business vuole intendersi il settore (RAE) nel quale vorrà operare. Se l’azienda si occuperà di manifattura avrà bisogno di una definizione ben diversa dalla attività di servizi e di commercio. Quanto più sarà opportuno dotare il business di capitali, finanziari e non, tanto più ci si dovrà allontanare dalla dimensione individuale per abbracciare la struttura di società di capitali.

Anche la dimensione del business condiziona in modo importante la scelta della forma giuridica e fa si che la struttura importante privilegi la forma societaria, in particolare quella di capitale.

Se per numero di soci si intende un valore prossimo all’unità non sarebbe necessario ricorrere a forme giuridiche particolarmente articolate, a meno che la situazione non venga fin d’ora considerata in grande evoluzione.

Il rapporto con il mercato, intendendo per tale lo scouting di business, la ricerca di fonti di approvvigionamento, può richiedere investimenti importanti o meno. Ciò deriva dalla profondità della relazione finora acquisita, dal grado di maturità del business e da altri fattori verosimilmente non meno importanti.

Ci sono aziende che hanno interessanti prospettive di crescita e altre che stazionano intorno ad una crescita zero o giù di lì. Nel primo caso una struttura in forma di società di capitali potrebbe attrarre maggiormente le necessarie risorse, o integrare la compagine societaria non disattendendo, in questo modo, le ambizioni manifestate.

Riflettere su cosa fare da grandi, per dirla meglio focalizzare le prospettive delle Figure apicali, condiziona fortemente l’abito giuridico necessario. Una visione conservatrice, tendente a non evolvere nell’immediato futuro, non richiede necessariamente una forma societaria articolata

Dopo un breve excursus, e una osservazione da più latitudini visive, in modalità “gioco dell’oca”, ritorniamo all’inizio della questione. Verrebbe da dire: Qui prodest?

Di certo non esiste una ricetta pronta per tutte le necessità. Tuttavia, nella misura in cui siano necessari interessanti apporti di capitale, possibilità di integrare la compagine societaria, crescere e posizionarsi sul mercato per possibili future acquisizioni, spin off e quant’altro, la forma giuridica dovrà tendere alla società di capitale.

Contrapponendo le due più gettonate, la spa e la srl, la scelta potrebbe cadere sull’una o sull’altra a seconda delle prospettive in senso lato: se sono interessanti con un buon numero di soci si attivi fin da subito la spa. Ovviamente andrà ricercata anche una compatibilità con i relativi oneri, che lievitano nel passaggio tra ditta individuale, società di persone e di capitali. All’interno di queste ultime le srl richiedono minori oneri di gestione rispetto alle spa.

Nel retrogusto di molti imprenditori alberga l’opinione di una sostanziale blindatura tra la società e la singola persona. In presenza di società di capitali ciò risponde al vero ma solo qualora l’imprenditore non sia attratto dal prestare garanzie personali.

Anche in questo campo le modalità di approccio sono molteplici e le vincenti sono quelle piene di buon senso: se la società è strutturata i vari stakeholders non avranno necessità di ricorrere al “rinforzino” della fidejussione personale.

In caso contrario, a prescindere dalla natura giuridica della società di persone, da un punto di vista sostanziale si viene a generare una vera e propria innervatura tra i destini della società e quella dell’imprenditore, con effetti non troppo asimmetrici da una società di persone.

La questione non è di facile soluzione. Tuttavia, è opportuno che l’imprenditore, i vari eventuali soci, abbiano buona contezza delle possibilità e delle relative conseguenze. Già non sarebbe poco.

Umberto Alunni Consulting

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Umberto Alunni

Giornalista, consulente aziendale, motivatore, scrittore

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