Il suono secondo Powersoft

Da oltre 30 anni, Powersoft innova il mercato dell’audio professionale con tecnologie avanzate e sostenibili. Dalla percezione aptica al suono immersivo, il Ceo Luca Lastrucci racconta l’evoluzione dell’azienda, dalle origini fino ai progetti più rivoluzionari
Come nella migliore tradizione dei “guru” della Silicon Valley, la storia di Powersoft nasce in un garage, in questo caso a Firenze.
Era il 1995 e tre amici, Luca Lastrucci, Claudio Lastrucci e Antonio Peruch, appassionati di amplificatori e componentistica per altoparlanti, decisero di diventare “grandi” e di dare vita a un’azienda che oggi si è specializzata nella progettazione, la produzione e la commercializzazione di un’ampia gamma di tecnologie avanzate per il mercato dell’audio professionale.
Ne parliamo con il Ceo della società, Luca Lastrucci.
Si sente spesso parlare di “percezione aptica applicata al suono”: qual è l’impegno di Powersoft in questo campo?

«Nel 2013 Powersoft ha ribaltato il funzionamento dei trasduttori tradizionali con M-Force, che a differenza dei normali trasduttori funziona grazie a una serie di magneti che si muovono all’interno di una bobina fissa. Questa tecnologia inizialmente era pensata e utilizzata nella realizzazione
di subwoofer altamente efficienti e performanti, con diaframmi fino a 40″, ma la sua potenzialità come sistema per la riproduzione aptica di segnali audio è stata approfondita nel Lava Centre di Hvolsvöllur, in Islanda, dove M-Force è stato impiegato per simulare un terremoto del quarto grado della scala Richter.
La miniaturizzazione di questa tecnologia è avvenuta all’interno di Ideofarm, un incubatore di idee nel quale, dal 2016, Powersoft mette a disposizione la propria esperienza al servizio di progetti creativi in campi specifici quali la meccatronica e l’elettroacustica. Il frutto di questa miniaturizzazione è Mover, che ha visto la sua prima installazione di grande scala allo Sphere di Las Vegas.
La tecnologia che permette di percepire attraverso la conduzione ossea delle vibrazioni sta prendendo piede in numerosi campi. Recentemente il Fabric, storico locale di Londra, ha terminato il rinnovo del suo “bodysonic” dancefloor, andando a sostituire i 400 speaker installati sotto al pavimento con 36 Mover, riducendo drasticamente il consumo di energia necessario per trasformare l’esperienza uditiva in una esperienza multisensoriale immersiva.
Sfruttando il principio di conduzione ossea che permette di percepire suoni ben al di sotto dello spettro di frequenze udibile, Mover trasforma i suoni in vibrazioni che vanno a integrare l’esperienza di ascolto con quella fisica».
Ha parlato di Las Vegas, dove avete realizzato un sistema audio immersivo che in tanti hanno definito tra i più avanzati al mondo. Ci può descrivere di cosa si tratta?
«Powersoft ha contribuito alla realizzazione dell’impianto audio immersivo di Sphere fornendo i 167mila canali di amplificazione necessari a pilotare il sistema Holoplot X1, che insieme alla tecnologia Ipal di Powersoft applicata ai subwoofer assicura un’esperienza audio senza precedenti per i 10mila posti presenti in questa incredibile installazione.
Inoltre, ogni seduta è dotata di Mover, il trasduttore tattile infrasonico basato su tecnologia aptica brevettata da Powersoft, capace di trasformare l’esperienza auditoria in una esperienza multisensoriale.
Anche in questo caso l’amplificazione è tutta made-in-Powersoft, sono infatti 2500 canali forniti da 718 amplificatori della serie Quattrocanali a pilotare le sedute immersive di Sphere».
Powersoft è stata pioniera nella tecnologia switchedmode: ci può dire di che si tratta e come si è sviluppata ed evoluta nel corso degli anni?

«Quando Powersoft è entrata nell’industria ha creato quello che viene definito un vero e proprio cambiamento di paradigma. Nel 1995 erano pochissimi i brand che credevano nell’avvento della ormai diffusissima “Classe D”, che allora non veniva considerata affidabile e performante nelle applicazioni professionali.
Era relegata a un ruolo più marginale in applicazioni domestiche. Powersoft ha sviluppato l’applicazione della tecnologia switched-mode nell’amplificazione professionale, che ha portato a dimezzare il consumo di energia a parità di prestazioni, rendendola quella che oggi è a tutti gli effetti lo standard nell’industria.
Le conseguenze dell’applicazione di questa tecnologia nel campo audio hanno permesso di rendere gli amplificatori molto più compatti, leggeri e performanti, andando a rivoluzionare il concetto stesso di amplificatore. L’integrazione del sistema di controllo e dell’elaborazione del segnale ha permesso poi anche di personalizzare l’esperienza di ascolto in base all’applicazione d’uso».
A che punto è la realizzazione del nuovo quartier generale dell’azienda a Scandicci?
«I lavori per la nuova sede dove sorgerà il Powersoft Human Audio Experience Centre procedono come pianificato. Questo progetto rappresenta una tappa importante nella storia e nello sviluppo della società. Powersoft sta crescendo e, di conseguenza, aumenta anche la necessità di ampliare gli spazi a disposizione e rafforzare le risorse per rendere la nostra attività ancora più efficiente e competitiva sul mercato».
Quali sono le prossime frontiere del mercato dell’audio?
«Ce ne sono diverse su cui stiamo lavorando che sono il frutto del continuo investimento in innovazione da parte di Powersoft in questi 30 anni. Oltre alla tecnologia aptica di cui abbiamo già detto, un trend emergente è sicuramente la convergenza tra il mondo IT e quello AV. Nello specifico, Powersoft ha lanciato sul mercato Unica, la nuova piattaforma di amplificazione con vari modelli e che, essendo cloud connected nativa, sfrutta anche i servizi offerti dal nostro Cloud MyUniverso. Recentemente abbiamo annunciato Nota 142, un amplificatore PoE ultracompatto da 140W la cui semplicità di utilizzo e installazione mira proprio a colmare il gap di esigenze tra gli integratori audio e gli IT manager»