Il NanoAnalyzer di Inta Systems

Inta Systems crea NanoAnalyzer, dispositivo portatile basato su nanoacustica per diagnosi mediche rapide e monitoraggio ambientale
Fondata da Matteo Agostini, Marco Cecchini e Marco Calderisi, Inta Systems integra nanotecnologie, biotecnologie e intelligenza artificiale per creare prodotti rivoluzionari in campo biomedicale, primo spin off del Cnr Nano e della Scuola Normale Superiore di Pisa, sviluppa e produce laboratori- on-chip portatili per analisi rapide di fluidi.
L’azienda si è aggiudicata il premio grazie al progetto “Midas”, un dispositivo portatile per rendere veloce la diagnosi dei traumi cerebrali attraverso l’analisi del sangue. Partiamo dal nome: Midas sta per?
«Midas è l’acronimo di Multiplexed In-vitro-Diagnostic Acoustics System. Questo termine si riferisce a un sistema acustico diagnostico in vitro multiplexato, ovvero in grado di misurare più sostanze biologiche contemporaneamente, sviluppato da Inta».
Qualche anno fa poteva risultare un progetto futuristico, oggi invece Midas riesce a rendere veloce la diagnosi dei traumi cerebrali: quanto tempo è durata questa ricerca e qual è stato il suo punto di partenza?
«Il progetto è frutto di più di 10 anni di ricerca e sviluppo. Nasce all’interno del laboratorio Nest della Scuola Normale Superiore e dell’Istituto Nanoscienze del Cnr di Pisa nel gruppo di ricerca di Marco Cecchini, che lavora su temi legati a dispositivi elettronici che interagiscono con fluidi biologici, anche analizzandone il contenuto.
Ad oggi, stiamo sviluppando il nostro prodotto per la diagnosi di traumi cerebrali che sarà pronto in una prima versione fra fine 2024 e inizio 2025 per poi andare in commercio nel corso del 2026. Il suo nome sarà NanoAnalyzer e potrà servire anche per diagnosticare altre patologie sempre tramite analisi di fluidi biologici».
Come funziona nel concreto Midas e quale impatto potrebbe avere concretamente nel breve periodo nella vita delle persone?
«Il NanoAnalyzer, prodotto del progetto Midas, è un sistema di analisi basato su una tecnologia brevettata chiamata nanoacustica. Piccolissimi sensori, grandi mezzo millimetro, sono in grado di vibrare e rilevare la presenza di determinate sostanze nei fluidi da analizzare. Stiamo esplorando applicazioni a breve termine che esulano dal contesto medicale e che riguardano, ad esempio, il monitoraggio di contaminanti biologici nell’ambiente».

Quali saranno gli sviluppi futuri di Midas?
«Il NanoAnalyzer sarà pronto fra fine 2024 e inizio 2025. Inizieremo subito la sperimentazione su umano grazie alle collaborazioni con ospedali che abbiamo già attivato. Successivamente affronteremo l’iter di certificazione di dispositivi medici che impiegherà almeno un altro anno e mezzo».
Quali i progetti più promettenti di Inta che potete anticipare?
«Sicuramente l’utilizzo del NanoAnalyzer anche per la diagnosi di altre patologie che possono essere di impatto in zone disagiate o di emergenza. La capacità del nostro sistema di essere portabile e di avere un costo contenuto ci permette anche di andare dove i laboratori di analisi non sono facilmente raggiungibili».