• 08/09/2024

Il fattore produttivo della normativa interna

 Il fattore produttivo della normativa interna

Quando si entra in azienda e si parla di normativa interna, nella maggior parte dei casi, di primo acchito, si stimola la stessa sensazione di quando si calpesta una distesa di ortiche.

La non piacevole sensazione, oltre all’attore principale, permea la struttura in modo alquanto democratico, passando dall’imprenditore al singolo collaboratore e viceversa.

Il più delle volte viene considerata una necessità imprescindibile, un obbligo o, addirittura una gabella. Si finisce per assolvere alla sua definizione e messa in pratica cercando di economizzare al massimo la sua produzione disperdendo, in tal modo, la possibilità di avvalersene come un vero e proprio fattore produttivo.

A volte, specie nelle aziende minori, affrontare il tema della produzione e / o revisione della normativa interna viene considerata un’attività che consuma risorse altrimenti spendibili nella gestione corrente.

In quelle più strutturate si osserva il fenomeno della difficoltà di mettere a fattor comune le singole fattispecie considerato che statuto, regolamento e altri documenti ad esso riferibili sono materia della segreteria, il mansionario delle risorse umane, il Documento di valutazione dei rischi della struttura produttiva, le certificazioni della struttura commerciale e così via.

Ho, ovviamente, stressato i concetti facendomi, forse, prendere in ostaggio dal lato oscuro della forza.

E’ però anche vero che in alcuni e non infrequenti situazioni non sono troppo lontano da una realtà che tende, per un verso o l’altro, a non valorizzare, anzi a minimizzare, il processo di generazione della normativa interna.

In alcune situazioni si ritiene che questo fardello appartenga ad una visione più burocratica ed amministrativa che non propriamente imprenditoriale. Come se le idee vincenti d’impresa fossero incompatibili con un campo da gioco livellato che solo un’adeguata struttura di normativa interna può offrire.

Mi permetto di dissentire: le buone idee per l’impresa possono trovare la loro plasticità, e trasformarsi in veri e propri business, qualora la struttura interna sia in grado di supportarne la realizzabilità con un buon impianto normativo.

Senza la catalisi di un’organizzazione, e di processi ben normati, le idee rimangono idee, le loro ali rischiano di essere tarpate prima di spiccare il volo.

Questa rubrica si è già interessata di alcuni aspetti di normativa interna. Si rimanda ai relativi articoli (https://toscanaeconomy.it/lorganigramma-il-faro-di-unimpresa/

https://toscanaeconomy.it/il-regolamento-aziendale/ ).

Più in generale, quando parliamo di normativa interna ci riferiamo ai seguenti documenti / processi:

  • Statuto;
  • Regolamento organizzativo;
  • Organigramma;
  • Funzionigramma;
  • Mansionario;
  • DVR – Documento di valutazione dei rischi;
  • Certificazioni di qualità (ISO, etc..);
  • Modello di organizzazione, gestione e controllo ex 231.01;
  • Altro

Cosa c’è di “fascinoso” in un DVR? Quali suggestioni può evocare un Regolamento organizzativo? Messa così, è proprio il caso di dire, ci stiamo allontanando dall’obiettivo. Tuttavia, se per la realizzazione di ciascuno dei processi sopra delineati facessimo partecipare un team selezionato e pluri funzioni, con Figure professionali appartenenti alle diverse estrazioni organizzative, oltre ad eventuali consulenti esterni, raggiungeremo altri scopi. Avremo la possibilità di formare un gruppo, di farlo discutere insieme. Andando avanti avrà sempre meno necessità di supporti esterni. Dopo aver realizzato lo Statuto ed il Regolamento sarà più agevole definire i successivi processi, almeno per due ordini di motivi:

  • Sempre maggiore capacità di lavorare insieme;
  • Utilizzo dei contenuti dei processi già definiti.

A questo punto ci si approprierà dei processi che definiscono la normativa interna inglobando gli stessi nella gestione corrente, facendo venire meno lo spettro della preoccupazione ogni qualvolta si renda opportuna una loro rivisitazione. Il team assicurerà la migliore funzionalità possibile dell’azienda passando anche attraverso una normativa che diventerà un vero e proprio fattore della produzione, insieme a quelli che la dottrina ha già individuato: capitale, lavoro, terra, Stato e organizzazione imprenditoriale.

Ogni processo ha un suo grado di difficoltà. L’evoluzione dell’azienda passa attraverso la progettazione, realizzazione e messa in pratica di una serie innumerevole di processi. Non è vincente attribuire loro una priorità o un grado di valenza per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Tutti sono importanti e meritevoli.

A voler essere pignoli una discriminante si potrebbe trovare: ci sono processi buttati giù e processi sviluppati perché ragionati da persone coinvolte dall’imprenditore e stimolate a trovare il piacere di lavorare insieme per un obiettivo.

Proviamo ad immaginare i risultati nell’uno e nell’altro caso.

Ovviamente anche se il processo in questione si riferisce alla “arida ed urticante normativa interna”.

 

 

 

Leggi altri articoli su opportunità di business – questioni d’impresa

Umberto Alunni

Giornalista, consulente aziendale, motivatore, scrittore

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