• 17/02/2025

Hyper-Space protegge le opere d’arte

 Hyper-Space protegge le opere d’arte

Alessandro Mecocci

Hyper-Space, la sicurezza della cattedrale di Santa Maria Assunta, a Siena, garantita da un sistema innovativo di gestione degli afflussi

Il Duomo di Siena dedicato a Santa Maria Assunta è un capolavoro dello stile gotico italiano, visitato ogni anno da migliaia di persone.

L’Opera della Metropolitana di Siena e l’Università degli Studi di Siena hanno collaborato alla realizzazione di un sistema all’avanguardia per gestire e controllare efficacemente gli accessi all’interno dell’edificio: è il progetto Hyper-Space, sviluppato dal VISLab (Vision and SMART sensors Laboratory), un gruppo di ricerca interno al Dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena.

Detentore di 7 brevetti nell’ambito del Signal and Image Processing e socio fondatore di 7 start up, Alessandro Mecocci ha coordinato numerose attività, in Italia e non solo: dal sistema di conservazione e monitoraggio per la Mummia di Similaun al sistema multimodale di protezione antivandalismo della Statua del Nettuno in Piazza della Signoria a Firenze, dalla progettazione del tutor autostradale al sistema di rilevamento del traffico per tutto il territorio francese.

A Siena, il controllo intelligente degli ingressi fa il suo debutto grazie al VISLab durante il palio dell’Assunta del 2017: l’evento è stato monitorato da un sistema di visione artificiale che ha contato in tempo reale flussi di persone in ingresso e uscita da Piazza del Campo con una densità pari a 200 persone al minuto e con un errore dello 0,78 per cento.

Hyper-Space è nato capitalizzando l’esperienza che il VISLab ha maturato sulla visione artificiale applicata alla sicurezza delle persone e delle cose: il sistema utilizza tecnologie avanzate di Computer Vision, Edge Computing e Deep Learning per monitorare in tempo reale il flusso di visitatori in ingresso e in uscita dal Duomo, senza alcun bisogno di tornelli né di altre opere di incanalamento.

Grazie a una rete di nodi di elaborazione distribuiti, esso è in grado di conteggiare con precisione e affidabilità il numero di persone che entrano ed escono da ciascuna area monitorata (fino a 200 persone al minuto e fino a 8mila transiti in ingresso e in uscita).

Il rispetto delle normative vigenti per la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio artistico della Cattedrale, che può soffrire le variazioni di microclima derivanti dal sovraffollamento, sono le due principali esigenze connesse all’implementazione del progetto Hyper-Space.

Poter certificare, in ogni istante, il numero di visitatori presenti, può essere fondamentale in caso di emergenza o nei contenziosi legati al rispetto delle normative di sicurezza. Infatti, quando si supera una certa numerosità, un allarme viene inoltrato in sala regia.

La black box fulcro del sistema, collocata sulla navata destra, ha dimensioni e peso ridotti e ciò permette di non “disturbare” l’esperienza dei visitatori. Sempre a tutela dei visitatori, c’è da dire che tutta l’elaborazione dei dati avviene a bordo dei nodi, garantendo che le immagini o altri dati sensibili non vengano trasmessi a distanza, rispettando la privacy delle persone e preservandone l’anonimato.

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Duomo di Siena Copyright foto: Michele Alderigi

«Nello sviluppo del progetto abbiamo affrontato varie sfide – racconta Mecocci – come l’arrivo di gruppi che fanno ingresso in maniera caotica, la necessità di escludere dal conteggio gli inservienti e la presenza di elementi di disturbo come i raggi di sole e i riflessi».

Se questa tecnologia è oggi pienamente operativa tra le mura del Duomo, una sua estensione è in fase di sperimentazione all’interno del Museo dell’Opera del Duomo, sempre su impulso dell’Opera della Metropolitana di Siena. Nella Sala delle statue, oltre al conteggio con tecniche di visione artificiale, è prevista un’analisi delle attività e delle azioni dei visitatori.

Se per esempio una persona fa una foto o abbandona un bagaglio, emerge in tempo reale la scritta corrispondente all’attività. Nella Sala di Duccio c’è un volumetrico: non appena la persona si avvicina all’opera d’arte scatta un allarme, perché la macchina conosce il gesto e, calcolando la distanza dalla regione protetta, è in grado di fare una ricostruzione 3D della scena in tempo reale.

Le persone vengono “schematizzate” attraverso i cosiddetti skeleton, che permettono di analizzare in modo immediato le azioni messe in campo e segnalate in automatico alla sala di regia. Questa metodologia consente anche di studiare dove le persone si fermano più spesso e più a lungo e anche tutte le traiettorie che normalmente seguono.

La sperimentazione terminerà entro l’estate, quando il sistema diventerà completamente operativo, fino a comprendere anche la segnalazione automatica degli stick per i selfie, ormai proibiti nei musei. «Un importante museo privato di Roma – rivela Mecocci – ha apprezzato il nostro sistema di controllo e senza che noi lo promuovessimo ha espresso il desiderio di poterlo installare anche nelle sue sale.

Questo testimonia il fatto che tra l’Università di Siena e l’Opera della Metropolitana di Siena si è instaurato un circolo virtuoso, che ha reso effettivo il trasferimento tecnologico di cui tanto si parla, ma che spesso non è rappresentabile attraverso esempi concreti.

A tenere in piedi tutta la parte di studio e di realizzazione di Hyper-Space c’è anche uno spin-off dell’Università di Siena che si chiama Hyperion». «Un ulteriore passo in avanti – conclude il ricercatore – è la nuova convenzione tra VISLab, Opera delle Metropolitana e Vigili del Fuoco di Siena.

Finora abbiamo parlato di tecnologie a tutela dei visitatori e di tecnologie per la protezione delle opere, ma c’è da considerare anche la protezione di un intero edificio museale: oltre a essere un’opera d’arte in sé, per le opere che contiene, deve essere stabilito quali siano quelle da salvare per prime in caso d’emergenza.

L’obiettivo è la creazione di una piattaforma informatizzata che raccolga informazioni digitalizzate e dati trasmessi da sensori, omogeneizzandoli e rendendoli intuitivamente utilizzabili».

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Giulia Baglini

Giornalista specializzata sui temi dell’innovazione e della sostenibilità

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