Hubic Marketing, l’innovazione attraverso la parità di genere

Team Hubic Marketing
Hubic Marketing è una digital agency che ha ottenuto la certificazione per la parità di genere. Parola a Giada Ciompi, Co-founder dell’azienda
Per un’azienda, oggi, l’ottenimento della certificazione per la parità di genere è sicuramente indice del desiderio di promuovere un ambiente lavorativo più equo e inclusivo.
Oltre a essere un’azione moralmente corretta, porta benefici tangibili all’azienda stessa, tra cui un miglioramento della reputazione, un aumento della produttività e della creatività, nonché una maggiore attrattività per i talenti.
Inoltre, favorisce una cultura aziendale che valorizza le diverse prospettive e competenze, contribuendo così a una maggiore innovazione e adattabilità alle sfide del mercato globale. Importante da sottolineare, però, è che ottenere questo tipo di certificazione non è un obbligo, ma bensì una scelta.
Scelta che Giada Ciompi, Co-founder, Head of Digital & Trainer di Hubic Marketing, e il suo team hanno deciso di compiere. Hubic Marketing è una digital agency con sede a Prato e Milano e si occupa di progettare e sviluppare strategie di web marketing per aziende che operano sia in settori Business to Business che Business to Consumer.
Da fine gennaio 2024 hanno ottenuto la UNI/PdR 125:2022, la certificazione per la parità di genere. È una certificazione relativamente recente. La Regione Lombardia, ad esempio, ha adottato un sistema di finanziamento incentrato su questo tipo di certificazione, riconoscendo dei contributi per coprire le spese delle aziende.
In altre regioni, invece, ciò non si è verificato. In Toscana, nella provincia di Prato, solo 14 aziende sono certificate, così come a Pistoia. Su Lucca ce n’è qualcuna di più. Si parla di zone altamente industrializzate, quindi la percentuale è decisamente bassa, e ciò è dovuto proprio dalla scarsità, se non proprio assenza, di contributi stanziati dalla Regione per essere di supporto alle aziende che vogliono intraprendere questo percorso.
Questa disparità evidenzia la mancanza di un sistema di incentivazione uniforme a livello nazionale. Quali sono stati, quindi, i motivi che hanno spinto Hubic Marketing a intraprendere questo percorso?
«Abbiamo compiuto questa scelta oltre un anno fa – ci racconta Giada Ciompi – motivati dai nostri valori aziendali. Siamo stati tra i primi nella nostra zona, i primi sicuramente come agenzia a ottenerla. La certificazione per la parità di genere è stata per noi più un punto d’arrivo, che di partenza, di un percorso già intrapreso nel corso degli anni.
Questo riconoscimento offre numerosi vantaggi, inclusi punti aggiuntivi in gare e bandi pubblici, ma il suo vero valore risiede nel processo di autoanalisi e miglioramento continuo che implica, guidandoci attraverso un percorso di revisione delle nostre strategie e politiche esistenti».
A inizio del 2023, quindi, Ciompi e il suo team hanno compiuto la loro scelta, ma per ottenere la certificazione UNI/PdR 125:2022 non basta avere dei valori aziendali di base, ma bisogna intraprendere un lungo percorso ben definito.
«Il processo è iniziato con un’analisi di fattibilità e la ricerca di un partner consulente – ci spiega Ciompi –. Successivamente, siamo stati coinvolti in un processo di preparazione che ha interessato diversi aspetti, tra cui la valutazione delle nostre pratiche in aree chiave come la strategia aziendale, la governance, le risorse umane, la retribuzione equa per genere e il bilanciamento tra vita lavorativa e familiare. Per ciascuna di queste aree, abbiamo identificato punti di forza e aree di miglioramento, implementando piani d’azione mirati».
Tutto questo significa mettersi in discussione, mettere a confronto buste paghe di persone a pari livello e con la stessa mansione, vedere come li tratti, verificare se vi è una disparità di genere nei ruoli di “comando”. Non è facile, specialmente in determinati contesti.
Ma per Hubic Marketing, spinti da «una voglia di far bene», come dice Ciompi, si è trattato di concretizzare al 100 per cento qualcosa su cui già stavano inconsciamente lavorando. Da sempre, come azienda, hanno avuto un’attenzione particolare nei confronti del proprio capitale umano. Dalle attività di formazione, ai team building, allo smart working e all’orario flessibile.
Erano già molti gli strumenti implementati per creare un ambiente di lavoro inclusivo. L’ottenimento della certificazione per la parità di genere ha permesso loro di inquadrare questi strumenti in un piano più ampio, di identificare aree in cui erano già all’avanguardia e aree in cui potevano migliorare ulteriormente.
Ad esempio, hanno implementato politiche per supportare la genitorialità e favorire un migliore equilibrio tra vita professionale e personale per tutti i dipendenti. Inoltre, hanno rivisto le pratiche di selezione e retribuzione per garantire una parità di trattamento tra uomini e donne:
«Abbiamo adottato approcci oggettivi e basati sulla trasparenza nelle nostre pratiche retributive. Monitoriamo costantemente eventuali discrepanze tra uomini e donne e implementiamo strategie per ridurre tali differenze. Ad esempio, valutiamo i dipendenti in base alla seniority e alle competenze, garantendo che uomini e donne con lo stesso livello e ruolo ricevano retribuzioni equivalenti».
Ma infine, qual è la prospettiva futura per il loro impegno verso la diversità e l’inclusione? «Consideriamo la certificazione come un traguardo, ma siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare. Vogliamo continuare a migliorare e affrontare altre forme di diversità, come le disabilità.
Crediamo che promuovere un ambiente di lavoro inclusivo non solo sia etico, ma anche vantaggioso per il successo a lungo termine dell’azienda».

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