Federalberghi, l’offerta toscana
L’appello del vicepresidente nazionale di Federalberghi Paolo Corchia: «La stagione si annuncia ottima e noi abbiamo imparato a essere resilienti, ma il 30 per cento del turismo è in completa evasione». Vediamo l’offerta toscana
Le prospettive per il turismo sulla costa Toscana per questa estate? «Ottime», secondo Paolo Corchia, già presidente regionale di Federalberghi (sito web) tra il 2008 e il 2018, ora vicepresidente nazionale della stessa associazione, nonché proprietario dell’hotel President di Forte dei Marmi. Che aggiunge: «Pasqua e i ponti di Primavera sono andati molto bene, ma il meglio deve ancora venire».
Certo, ormai tutti gli operatori del turismo costiero (ma sicuramente non solo loro) devono fare i conti con il “fattore meteo”, che ha in parte penalizzato maggio (ponte dei lavoratori compreso).
Ma giugno e luglio sembrano promettere bene: «I numeri e le previsioni in nostro possesso – spiega Corchia, che ha il polso della situazione non solo della Versilia, ma dell’intero tratto costiero toscano – sono più che soddisfacenti e tutto lascia supporre che si possano almeno ricalcare le buone performance registrate nel 2022, che è stato il vero anno di ripartenza post-pandemia e che in diverse occasioni ha anche superato i numeri del 2019».
Sono ancora gli italiani a “salvare” le strutture dell’accoglienza della costa toscana, così come lo hanno fatto anche nelle estati più “buie”, quelle del 2020 e del 2021. Ma quasi tutti i mercati internazionali si sono ormai rimessi in moto.
«Tra le provenienze più “classiche” direi che stanno andando molto bene i britannici e i tedeschi, poi stiamo assistendo al ritorno degli americani e, seppure con numeri non certo paragonabili al passato, almeno in Versilia riescono ad arrivare anche i russi: si tratta di persone in possesso di un doppio passaporto o che addirittura vivono qui (si pensi che solo a Forte dei Marmi sono domiciliati 300 russi e diverse decine di ucraini).
Poi ci sono i nuovi mercati: notiamo con interesse turisti provenienti dall’Arabia Saudita e dagli Emirati arabi uniti (grazie al volo diretto Pisa-Doha), dal Sud America (talvolta italiani di “ritorno” nella patria dei genitori o dei nonni), dall’Est Europa (soprattutto polacchi e ungheresi), mentre olandesi e belgi prediligono la costa della maremmana».
Quindi ottimismo sul presente e sul futuro, complice anche una integrazione con gli “altri turismi”, un percorso che la costa toscana ha intrapreso da tempo con successo: la cultura, l’ambiente, i camping (tantissimi quelli in Maremma, ben “fornita” anche la parte nord della regione).
«È la ricchezza dell’offerta toscana, che vince», dice Corchia. Che però specifica che ci sono ancora alcuni aspetti da migliorare e da regolamentare. «Infrastrutture e verde devono essere le priorità – spiega il vicepresidente nazionale di Federalberghi – ma si devono risolvere anche i nodi riguardanti la fiscalità e l’ormai fuori controllo aumento dei costi energetici».
E poi c’è “lui”, il padre di tutti i problemi: l’abusivismo. «È il dottor Jekyll e Mr. Hyde del nostro settore – dice Corchia – ovvero la parte buona e la parte cattiva, una problematica che ha ormai raggiunto livelli insostenibili, cui sembra non si possa mai porre davvero un rimedio. Solo in Versilia ci sono circa mille strutture che ci fanno concorrenza sleale, talvolta sconosciute alla Tari e alla tassa di soggiorno.
È stato calcolato che il 30 per cento del turismo è in completa evasione e che solo in Toscana questo si traduce in 3 miliardi di euro di tasse inevase all’anno. Nelle città d’arte, questo problema ha poi ripercussioni anche sociali, dato che contribuisce in maniera determinante a espellere migliaia di famiglie dai centri storici. Ma noi – conclude – abbiamo con il tempo imparato a essere resilienti e, nei periodi più difficili della pandemia, abbiamo anche riqualificato i nostri alberghi. E ora siamo pronti ad affrontare anche questa stagione».
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