• 26/03/2025

Export del cibo Made in Tuscany

 Export del cibo Made in Tuscany

Export: il Made in Tuscany a tavola da record, 4 miliardi nel 2024 (+16%). L’UE prima area commerciale: vale 50% di tutte le esportazioni. Olio e vino i più richiesti all’estero

Made in Tuscany a tavola da record nel mondo. Il 2024 si chiude con un risultato mai raggiunto fino a qui per l’agroalimentare regionale: quasi 4 miliardi di euro di prodotti esportati all’estero (+16%), un record assoluto.

L’Europa, con un prodotto su due, si conferma il mercato più importante per le filiere agricole ed agroalimentari della Toscana ma gli Stati Uniti sono il principale acquirente di vino e olio che da soli valgono il 90% dell’intero export in valore oltre oceano. Prodotti di eccellenza, simboli della Dieta Mediterranea e della genuinità regionale, molto richiesti dai consumatori americani.

Ma l’ombra dei dazi minacciati dall’amministrazione Trump minaccia di cambiare le regole del gioco in un mercato in rapida espansione: + 128% in dieci anni, 25% solo nell’ultimo anno. Una crescita persino superiore a quella tra i paesi dell’UE a 27 (+88%). I prodotti più richiesti sono l’olio (e derivati) con 1,4 miliardi di euro in valore, + 42% in un anno ed il vino con 1,2 miliardi di euro (+8,7%).

A dirlo sono i dati provvisori dell’Istat sulle esportazioni di prodotti agroalimentari del mondo.

In dieci anni le esportazioni del Made in Tuscany agroalimentare sono quasi raddoppiate superando e scavalcando periodi e momenti complicati come il Covid, le tante tensioni internazionali e geopolitiche, l’inflazione e le speculazioni dei mercati dimostrando una straordinaria capacità di farsi largo sulle tavole dei consumatori stranieri che associano i nostri prodotti alla qualità, alla salubrità e ad uno stile di vita sano. Il mercato europeo resta il punto di riferimento delle nostre imprese che oggi vale poco meno di 2 miliardi di euro.

Un’area di scambio libera e forte che ha ancora ampi margini di spazio considerando che tre paesi, Germania, Francia e Paesi Bassi, muovono da soli la metà del valore delle esportazioni.

L’aumento esponenziale delle esportazioni negli States nell’ultimo anno sono probabilmente da attribuire alla corsa all’accaparramento da parte degli importatori, soprattutto per prodotti come olio e vino, per evitare il salasso di potenziali dazi. Trump rischia un doppio autogol: far pagare di più i prodotti ai suoi concittadini e favorire il fakefood di cui il suo paese è uno dei principali produttori”.

Gli Stati Uniti sono infatti oggi il Paese che detiene saldamente la leadership produttiva del falso Made in Italy. Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York. Ma il problema riguarda un po’ tutte le categorie, dall’olio d’oliva con l’ormai celebre “Tuscany Sun” al “Salame Tuscana” fino a passata e sughi. L’applicazione di nuovi dazi potrebbe favorire ancora di più questa industria del falso, allontanando gli americani da un modello alimentare sano e autentico.

I 27 paesi che compongono l’area di libero scambio dell’Unione Europea sono la principale valvola di sfogo per le imprese agricole e dell’agroindustria del Granducato con 1,9 miliardi di euro di valore, pari al 47% di tutto l’export: la Germania è il primo partner commerciale con 560 milioni di euro (+17%) seguita dalla Francia con 386 milioni di euro (+4%) e dai Paesi Bassi con 142 milioni di euro.

“Fuori” dall’area UE tra i partner più rilevanti troviamo, nonostante la Brexit, il Regno Unito con 213 milioni di euro di valore (+7%) ed il Canada con 95 milioni di euro (+5%).

Molto marginali le altre aree commerciali come quella dei paesi del Mercosur, Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, con cui l’UE ha firmato un recente accordo di libero scambio che prevede un accesso facilitato anche per i prodotti agricoli: una mossa che ha  scatenato la contrarietà degli agricoltori italiani preoccupati per l’invasione di alimenti a basso costo prodotti utilizzando grandi quantità di pesticidi e farmaci vietati nel vecchio continente.

Ben vengano nuovi mercati e nuove opportunità per le imprese e per i nostri prodotti ma prima di spalancare le nostre porte ad alimenti provenienti da paesi extra Ue vogliamo garanzie che rispettino gli stessi standard in materia di qualità, sicurezza e diritti dei lavoratori delle imprese italiane ed europee. Vale per i paesi del Mercosur così come per l’India a cui l’Ue sta guardando.

C’è poi il tema della protezione delle indicazioni di origine che non è certo secondario per una regione come la nostra che vanta ben 90 prodotti IG. Su questo punto siamo pronti a dare battaglia in ogni sede, anche tornando in Europa, se necessario.

Motivazioni e timori che portano a chiedere al Governo e alle istituzioni europee “di opporsi a qualsiasi intesa commerciale che non metta al centro la reciprocità, accompagnata da un sistema di controlli efficaci che garantisca il rispetto delle stesse regole da parte di tutti i prodotti che entrano nel mercato europeo.

Da Coldiretti Toscana

Leggi altre storie di copertina

Redazione

Leggi gli ultimi contenuti pubblicati anche sulla nostra testata nazionale https://www.italiaeconomy.it

ADV

La ricerca di personale a portata di clic

Bakeca.it, tra i 100 siti più visitati in Italia, è la soluzione ideale per trovare nuovi collaboratori.
Ogni giorno migliaia di persone navigano tra gli annunci presenti nella sezione Offerte di Lavoro, garantendo contatti e curricula alle imprese che stanno facendo attività di recruiting.
Una serie di servizi per le aziende completano l’esperienza di ricerca, fornendo preziosi dati e insight.

Leggi anche