• 15/02/2025

È ancora il terziario la terra delle opportunità per le donne che vogliono fare impresa

 È ancora il terziario la terra delle opportunità per le donne che vogliono fare impresa

Il terziario si conferma ancora la “terra delle opportunità” per le donne che vogliono fare impresa in Toscana. Lo conferma l’indagine condotta da Confcommercio Toscana sui dati camerali: tra le aziende femminili, circa sette su dieci (il 67% per l’esattezza) appartengono ai settori di commercio, servizi e turismo.

Ma, a livello generale, la componente femminile dell’economia toscana perde più numeri di quella maschile: delle oltre 7.600 (7.621) imprese chiuse in Toscana negli ultimi dieci anni, dal 2012 al 2021, ben 5.886, ovvero quasi l’80%, erano guidate da donne.  

La presidente regionale di Terziario Donna Confcommercio Donatella Moica commenta l’indagine che fotografa lo stato dell’imprenditoria toscana sulla base dei dati camerali. Il 67% delle imprese guidate da donne appartiene ai settori commercio, turismo e servizi. Ma, più in generale, le donne perdono terreno: nel 2012 le imprese femminili erano il 24% di quelle totali iscritte agli elenchi camerali, a fine 2021 sono diventate il 23%. E delle 7.621 imprese chiuse in Toscana negli ultimi 10 anni, ben 5.886 (quasi l’80%) erano a titolarità femminile. Le perdite più grosse nelle società di persone. Aumentano invece le società di capitali.

“Noi donne possiamo dare un contributo sempre più forte all’economia e alla società, ma devono cambiare le regole del gioco. Nella programmazione dei fondi regionali, servono linee di sostegno non tanto alle imprese femminili tout court, quanto piuttosto alle imprese che fanno spazio alle donne puntando su inclusività, cooperazione, ascolto e condivisione. Poi deve aumentare la presenza femminile nei luoghi decisionali. C’è la ripresa da costruire, c’è un futuro da progettare: noi donne vogliamo fare la nostra parte ed essere veri motori di cambiamento” 

Pisa

Dopo cinque anni di stagnazione, nel 2021 torna a crescere il numero di aziende femminili in provincia di Pisa (+1,3%). Un valore che pone la componente femminile, in termini di variazioni percentuali, leggermente al di sopra rispetto a quella del sistema imprenditoriale pisano il quale si ferma al +1,1%.

Il numero di attività a cui facciano capo le donne o nelle quali queste siano la maggioranza nella compagine sociale o detengano la maggiore quota di capitale tocca, a fine 2021, quota 9.686 unità corrispondenti al 22,3% del totale: un valore, però, che conferma Pisa al penultimo posto, a livello regionale ed al di sotto della media regionale che si assesta al 23,2%. 

Il settore con il maggior numero di aziende a conduzione femminile è quello del commercio al dettaglio (1.975 unità) che stacca nettamente quello dell’agricoltura (1.090 imprese) e quello degli altri servizi alla persona (1.052 tra estetiste, parrucchiere, saloni di bellezza, lavanderie, ecc.). Significativo anche il numero di aziende femminili nella ristorazione e pubblici esercizi (869 imprese), nel commercio all’ingrosso (554 imprese) e nel settore dell’intermediazione immobiliare (505). 

Lucca

Con una variazione positiva del +1,3% nell’ultimo anno, le imprese femminili attive in provincia di Lucca hanno raggiunto quota 8.301 (+103 unità) a fine 2021, il 22,7% del tessuto imprenditoriale lucchese; si tratta di un valore in linea con la media nazionale ma ancora inferiore a quella toscana che si attesta al 23,9%.

Nel corso degli ultimi 12 mesi le nuove iscrizioni di imprese femminili al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lucca sono state 608 a fronte di 497 cancellazioni.

I settori in cui opera il più elevato numero di imprese femminili sono il commercio (2.341 imprese femminili operative, il 25,2% del totale settoriale) che ha mostrato una crescita del +1,6% nell’anno, i servizi di alloggio e ristorazione (1.123; 31,7%) in calo del -0,4%, e le altre attività dei servizi (acconciatrici, istituti di bellezza, lavanderie, etc.), settore che presenta la più elevata incidenza femminile (946 imprese; 53,7%) e dove le imprese attive sono diminuite del -0,2%. 

Redazione

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