Diventare sommelier per lavoro o per passione
Comunicare e valorizzare il vino. Questa è la finalità principale di AIS Toscana, la delegazione territoriale dell’Associazione Italiana Sommelier, che diffonde la cultura e la passione dei produttori del vino anche attraverso i numerosi corsi organizzati sul territorio, non solo per i professionisti, ma anche per semplici appassionati. Ad illustrarci le molte attività che vedono l’associazione impegnata è Andrea Galanti, consigliere regionale e responsabile Marketing e Comunicazione dell’Associazione che nel 2015 si è aggiudicato anche il titolo di miglior sommelier d’Italia
Far conoscere il mondo del vino attraverso numerosi corsi organizzati su tutto il territorio, ma anche attraverso degustazioni, serate a tema, eventi. Questo fanno le delegazioni di AIS, avviando collaborazioni e sinergie coi consorzi e i professionisti del settore enogastronomico e del mondo della ristorazione. La pandemia ha determinato un grosso stop alle attività in presenza, ma ha paradossalmente fatto crescere il numero di appassionati.
«In questi mesi è aumentato più il numero di appassionati che di soci – conferma Andrea Galanti – perché comunque l’associazione non ha mai smesso di essere attiva attraverso numerosi webinar, sfruttando due fattori molto importanti: la disponibilità di tempo, che è una risorsa scarsa per eccellenza e una maggiore attenzione al piacere, anche per contrastare un momento di forte difficoltà come quello che abbiamo vissuto. Questo ha visto crescere l’interesse nei confronti del mondo che noi raccontiamo, si tratta perlopiù di persone che dopo avere acquisito conoscenze e nozioni di base dell’enologia sentono la voglia di approfondire, non necessariamente per farne una professione, ma anche solo per passione. I nostri corsi prevedono tre livelli. Nel terzo livello, ad esempio, affrontiamo l’abbinamento cibo-vino, prevediamo diverse esperienze sensoriali come l’assaggio dei vini, c’è un coinvolgimento molto forte dei sensi e del piano emozionale. Adesso i corsi e le altre attività sono tornati in presenza e anche in quel caso abbiamo visto crescere i numeri. Sicuramente c’è molta più voglia, adesso, di fare esperienze emozionali».
Cosa ha rappresentato la pandemia per il mondo del vino in generale?
«Fatta eccezione per il blocco forzato del mondo della ristorazione, molte aziende dal punto di vista numerico sono cresciute, è stata sdoganata la modalità d’acquisto sul web, abbiamo assistito ad un’esplosione delle vendite on line attraverso diverse piattaforme, i cui gestori poi sono diventati nostri soci. Abbiamo assistito ad un cambio culturale e qualitativo per cui riusciamo ad avere standard qualitativi molto alti a prezzi competitivi cercando al contempo di trasferire emozioni alla clientela».
Grazie ad un protocollo d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione per l’adozione della didattica AIS, oggi nelle scuole superiori ad indirizzo alberghiero ed agrario toscane, gli studenti possono seguire i tre livelli di studio necessari per conseguire l’attestato di sommelier all’interno del piano di studi ministeriale. Inoltre, in collaborazione con le sedi universitarie più prestigiose, è stato elaborato un piano di studi ad indirizzo enogastronomico. Oltre ai corsi per diventare sommelier, AIS propone diversi corsi tematici fra cui quello sullo specifico sullo champagne, sulla birra, sull’olio.
Qual è la visione del futuro?
«Il futuro non può che migliorare – è la visione di Andrea Galanti – i grandi professionisti alzano sempre la testa. Adesso bisogna concentrarsi sul presente, sulla bellezza del quotidiano, sulla voglia di entrare in un mondo nuovo. Chi racconta e promuove un prodotto promuove un territorio, è questo che facciamo come associazione. Non dobbiamo, infine, trascurare il costante desiderio di confronto con altre delegazioni non solo nell’ambito della nostra regione, ma anche di altre regioni italiane».
La Top 10 dei vini consigliati da AIS