“Costruire dopo il 110” – Il convegno di Regia International sull’edilizia sostenibile

Da sinistra, in piedi Dottor Fabio Magnani, direttore finanziario Regia International; Davide Profeti, presidente Regia International; seduti, da sinistra Ivana Neubaurova traduttrice; Dott.ssa Katerina Slutakova; Ingegner Lukas Balik; Ingegner Premysl Patzelt
Regia International è un consorzio d’investimento con sede a Pisa, presente su molti settori d’intervento grazie a una rete di 50 persone qualificate, tra professionisti e tecnici, che è in grado di assistere i propri clienti nella realizzazione di progetti in ambito edilizio e finanziario.
Uno dei servizi più importanti di Regia International è la ristrutturazione, la riqualificazione e la manutenzione di immobili privati o pubblici in qualità di General Contractor: l’iter viene seguito e monitorato interamente, dalla progettazione alla realizzazione del cantiere, compresa la parte finanziaria relativa ai bonus vigenti.
Ad oggi il consorzio conta su 35 imprese collegate e 42 cantieri aperti, avendo inoltre acquisito commesse per 100 milioni di euro nel triennio 2023-2025.
Saranno proprio questi gli anni da considerare cruciali per l’economia italiana, beneficiata dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in base al quale sarà possibile sviluppare nuove realtà come le comunità energetiche, investire nella green economy, nel turismo sostenibile e nella protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale. Tutti scenari nei quali Regia International vuole essere presente ed essere protagonista.
Tra le linee di affari curate dal consorzio ci sono l’Ecobonus 110% e gli altri bonus previsti dai recenti decreti: tramite lo sconto in fattura diretto, vengono fornire varie soluzioni e costruita tutta la filiera, dall’istruttoria alla fine dell’opera compiuta.
Come è noto, la riqualificazione energetica è una delle novità che ha rivoluzionato il settore dell’edilizia negli ultimi anni. Per fare il punto sullo stato dell’arte dell’Ecobonus 110%, ma soprattutto sulle prospettive in chiave sostenibile dell’edilizia, Regia International ha organizzato il convegno “Costruire dopo il 110”, che si è svolto lo scorso mese di novembre all’Hotel Pisa Tower Plaza davanti a una platea di professionisti e imprese provenienti da varie parti d’Italia e dall’estero.
Ad aprire gli interventi è stato l’Ingegner Fabio Fantozzi, Professore di Fisica Tecnica Ambientale e Impianti Termotecnici all’Università di Pisa, con la relazione “Sostenibilità ambientale in edilizia: dagli edifici NZEB al carbon neutral”.
Il Professor Fantozzi ha ripercorso l’evoluzione dell’edilizia sostenibile in Italia, partendo dagli edifici NZEB, ossia a energia quasi zero (Near Zero Energy Building). Si tratta di costruzioni in cui il basso fabbisogno energetico è coperto da energia ricavata da fonti rinnovabili. Gli NZEB sono stati introdotti in Italia con una Direttiva europea del 2010 e resi da gennaio 2021 un parametro obbligatorio in Italia per tutti i nuovi edifici o per quelli da demolire e ricostruire. Nel tempo sono emerse varie criticità. Secondo il docente, gli NZEB sono stati ideati sulla base di un concetto generico, sul quale, dal 2010 ad oggi, sono fiorite innumerevoli definizioni, che hanno finito per produrre differenziazioni su parametri di misura, voce di consumo energetico, connessione con l’ambiente esterno e fonti rinnovabili da cui attingere.
Un’altra criticità degli NZEB è che, pur riducendo i consumi necessari per il funzionamento degli edifici in termini di riscaldamento, condizionamento, illuminazione e acqua calda sanitaria, il target di efficienza energetica è sempre relativamente alto. Inoltre non sono confrontabili tra di loro perché, anche a parità di fascia climatica, hanno differenziazioni di consumo molto elevate e non sono così prestanti come spesso riportato dalla letteratura in tema edilizio.
Il passo in avanti da fare nel progettare un edificio veramente sostenibile è misurare la sua qualità energetica non solo per quello che l’opera riesce a farci risparmiare ma anche per la scelta dei materiali. Se vogliamo contrastare l’effetto serra dobbiamo ridurre il consumo energetico degli edifici, ma non sono gli NZEB a potercelo garantire.
Dobbiamo riferirci altresì ad edifici “Carbon neutral”, i quali non prevedono l’utilizzo di nessuna forma di energia da combustibile fossile. Particolare attenzione viene riservata all’energia indiretta, ossia quella utilizzata per la produzione e la scelta dei materiali, privilegiando quelli che riducono al minimo i costi di trasporto e i costi energetici.
Un edificio sostenibile avrà quindi lo scopo di non danneggiare l’ambiente, utilizzando strategie passive come l’energia solare, l’acqua rigenerata, i materiali da costruzione con il loro ciclo di vita e le fonti rinnovabili di energia.
Inoltre, una progettazione integrata che consideri anche le energie inglobate nei materiali da costruzione, può consentire un significativo risparmio aggiuntivo, pari a circa il 20% e senza costi addizionali. Sarà questa la nuova strada da percorrere, anche senza una specifica imposizione normativa, peraltro già presente con i C.A.M., i criteri minimi ambientali: essi individuano la soluzione progettuale migliore sotto il profilo ambientale, tenendo conto dell’intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali utilizzati nella costruzione, dall’estrazione della materia prima, allo smaltimento del rifiuto. Inoltre sono obbligatori per tutte le stazioni appaltanti e, per una piccola parte, necessari per l’accesso alle detrazioni fiscali del Superbonus 110%.
Altro elemento imprescindibile è la Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD (Environmental Product Declaration), che è necessaria per dimostrare la conformità ai criteri C.A.M. Si tratta di un documento che descrive gli impatti ambientali legati alla produzione di una specifica quantità di prodotto o di un servizio: per esempio consumi energetici e di materie prime, produzione di rifiuti, emissioni in atmosfera e scarichi nei corpi idrici.
Concludendo l’intervento, il Professor Fantozzi fornisce alcune indicazioni su come abbassare il fabbisogno energetico di un edificio, rendendolo a energia quasi zero. Il progettista dovrebbe scegliere tra le seguenti soluzioni: orientamento (con riferimento a esposizione e dati climatici del luogo) e corretto rapporto S/V, ossia il rapporto tra la superficie disperdente (pareti esterne, coperture, solai controterra) ed il volume climatizzato; elevato isolamento termico, con pareti opache e buon comportamento dinamico; scelta di materiali a basso consumo di energia: finestre termoisolanti; assenza o riduzione dei ponti termici; accurata esecuzione dei lavori; controllo della ventilazione; sfruttamento dell’energia solare e/o di altre forme di energia rinnovabile; ottimizzazione della scelta impiantistica.
Una soluzione costruttiva che va nella direzione suggerita dal Professor Fantozzi è quella illustrata dall’azienda ceca Izopol, presente al convegno e rappresentata dall’Ingegner Premysl Patzelt, dall’Ingegner Lukas Balik e dalla Dott.ssa Katerina Slutakova.
Grazie a loro il pubblico presente ha potuto conoscere il sistema “Maxplus”, in base al quale vengono costruiti edifici a risparmio energetico e termicamente isolati. L’unità di costruzione è rappresentata da blocchi dai 100 ai 300 mm di spessore a base di Polistirene Espanso Sinterizzato, materiale che ha numerosi vantaggi in termini di leggerezza (9 kg per ogni mq), compattezza, facilità di immagazzinamento, semplicità di posizionamento dei cavi elettrici e assenza di ponti termici. I blocchi vengono assemblati con dei connettori in plastica, andando a formare delle sottili pareti con un nucleo costituito da cemento armato.
Si delinea quella che Gabriele Tozzuoli, responsabile tecnico di Regia International, ha voluto chiamare la “parete perfetta”: una struttura in cui la sismica, la termica e l’acustica vengono messe insieme in un unico involucro costruttivo. Si tratta di un prefabbricato che comprende elementi come il ferro (sismica), il materiale espanso (termica) e sistemi a secco (acustica). Rispetto a una costruzione tradizionale, c’è un risparmio del 30-35% sui tempi di esecuzione, che si traduce in risparmio di denaro ma soprattutto produce edifici molto più sicuri e performanti negli anni.
Un esempio di edilizia sostenibile lo ha fornito anche Aetolia, azienda del gruppo Valli Zabban specializzata in acustica e rappresentata al convegno di Regia International dall’Ingegner Massimo Silipo.
Il gruppo Valli Zabban è leader in Italia e nel mondo nella trasformazione del bitume attraverso i suoi tre settori: Tecnologie Stradali, Sistemi di Impermeabilizzazione e Tecnologie della Gomma, del quale l’ingegner Silipo è responsabile tecnico. La Divisione Aetolia Acustica, brand per il settore acustico e terza divisione del gruppo, conta su uno stabilimento di produzione con sede in provincia di Ancona, mentre la sede legale e gli uffici amministrativi sono a Capezzana (Prato).
Fin dall’inizio della sua storia Aetolia ha utilizzato materiali di riciclo, ad esempio gli pneumatici che hanno concluso il loro ciclo di vita. Essi vengono smaltiti nel raggio di 200 km dalla sede di produzione, per essere parte integrante di una gamma di pannelli fonoassorbenti e prodotti per l’isolamento acustico suddivisi in quattro linee principali di isolanti acustici: isolanti acustici per solai, isolanti acustici per pareti, isolanti acustici per tetti, coperture, impianti e accessori.
Monitorare i consumi e risparmiare energia nell’ambiente domestico è possibile anche grazie alla domotica: ne ha parlato Leonardo Chesi, Perito Elettronico titolare di “Elettroschock”, azienda di impiantistica elettrica a Ponsacco (Pisa), che installa impianti domotici realizzati secondo criteri di connettività basati sul protocollo Modbus Rtu. In particolare, Chesi è installatore certificato Konnex, i cui impianti domotici funzionano anche mediante la combinazione di dispositivi di produttori diversi e permettono di arrivare ad una gestione centralizzata e integrata di molteplici funzioni, controllabili anche da pc o smartphone.
La domotica si sta facendo strada anche negli edifici pubblici, come nel caso della nuova scuola primaria “Fucini” di Ponsacco, dichiarata inagibile nel 2017 e ricostruita come scuola green. L’impianto elettrico della scuola è stato realizzato proprio dall’azienda di Leonardo Chesi e presenta molte innovazioni, come le luci che si accendono e si spengono in automatico in base alla presenza o meno di persone nella stanza e che regolano in automatico l’intensità in base alla quantità di luce esterna. Anche riscaldamento e raffrescamento vengono gestiti in automatico secondo algoritmi preimpostati. Da un touchscreen installato nell’atrio è possibile monitorare in tempo reale la produzione dell’impianto fotovoltaico, i consumi di prese, luci e climatizzazione.
Tutte queste nuove frontiere hanno bisogno di essere alimentate attraverso una visione filosofica di insieme, che possa stimolare i costruttori e i progettisti del domani a osare sempre di più nel segno della sostenibilità ambientale. È ciò che incarna il lavoro dell’Architetto Massimo Marinelli, fondatore dello studio milanese Urban Office Architecture, con il quale ha ideato l’avveniristico progetto di architettura “LIT” (Light Infinite Transformation).
Il progetto è stato selezionato tra i primi 25 del concorso Lagi, Land Art Generator, del 2019, ad Abu Dhabi (Emirati Arabi), organizzato in partnership con il 24° World Energy Congress, il massimo evento mondiale dell’energia. Con il Lit, edificio iconico per la città di Masdar (in arabo fonte), il team ha creato un’installazione artistica che utilizza la produzione di energia rinnovabile come strumento di espressione creativa, proponendo al contempo una riflessione su cosa significhi l’arte nel contesto degli spazi pubblici di una città considerata la capitale della sostenibilità. Il LIT considera l’energia come componente integrante: il sole, la sabbia, il cielo ed il sottosuolo vengono proposti come parti integranti del tessuto urbano di connessione esistente e futuro.
Marinelli promuove l’architettura parametrica, basata su software di progettazione digitale e su metodi come il BIM (Building Information Modeling), che supporta gli architetti durante l’intero processo di progettazione, rappresentando anche un metodo collaborativo in quanto consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione stessa: quella architettonica, strutturale, impiantistica, energetica e gestionale. Per questo può essere utilizzato dagli impiantisti, dagli ingegneri strutturisti, dagli architetti, dal costruttore, dai montatori, dai collaudatori, favorendo uno stretto dialogo tra i professionisti dell’edilizia, altamente auspicabile per Marinelli.
Una visione del futuro che si basa su considerazioni piuttosto amare del nostro presente: secondo Marinelli l’80% degli edifici in Italia andrebbero demoliti e ricostruiti, rappresentando dei veri e propri “cadaveri” edilizi che a causa del bonus 110% sopravviveranno ancora di più.
Il pensiero costante di Marinelli è alle nuove generazioni, che, ormai libere da necessità legate ai bisogni primari, hanno il diritto di abitare e di vivere in ambienti piacevoli e sicuri.
Regia International
Via di Tegulaia 5 Pisa
+39 350 1963971
Foto di Esther May