Contrastare l’abbandono scolastico: la nostra priorità
INTERVISTA AD
Alessandra Nardini, assessore regionale all’Istruzione e Formazione
Il Paese sta faticosamente tentando di ricomporre i pezzi dopo questo anno drammatico. Abbiamo chiesto ad Alessandra Nardini, titolare dell’assessorato alla pubblica istruzione dallo scorso settembre, la sua valutazione delle politiche scolastiche regionali, nonché la sua visione della Scuola in Toscana.
Come valuta le politiche scolastiche dell’amministrazione precedente? Ritiene che una gestione diversa del comparto educativo avrebbe potuto arginare il disagio vissuto da studenti e docenti nella situazione corrente?
«L’avvio della legislatura in piena pandemia ha fatto sì che il mio lavoro e quello di tutta la giunta regionale sia iniziato in salita. Nella situazione problematica nella quale ho iniziato a lavorare, mi ha aiutata molto il fatto di potermi inserire in un filone di interventi e politiche già avviate e ben strutturate. La giunta regionale precedente ha avviato azioni volte a contrastare le difficoltà, prima di tutto organizzative, causate dalla pandemia. È stato così anche per la scuola. Ora occorre fare un passo in più: da una situazione iniziale di lavoro in emergenza, occorre lavorare considerando che la situazione attuale caratterizzerà nel medio periodo il sistema educativo e di istruzione».
L’emergenza sanitaria ha fatto riemergere i tradizionali nodi irrisolti del sistema scolastico italiano: è possibile ripartire proprio dalle esigenze espresse dagli studenti, in merito a trasporti, strutture informatiche, edilizia scolastica?
«Anche il presidente Draghi ha indicato la scuola come uno dei nodi da cui ripartire, a testimoniare l’importanza delle politiche giovanili nell’agenda di governo. A livello regionale, sono molto contenta del lavoro sinergico che con la giunta stiamo portando avanti in questi mesi. Proprio il tema dei trasporti scolastici e delle infrastrutture digitali per la didattica mi hanno visto collaborare in questi mesi con gli assessori Baccelli e Ciuoffo. Questa esperienza dovremo traghettarla dalla fase emergenziale verso una modalità strutturale. L’edilizia e la sicurezza della Scuola già da tempo rivestono un ruolo fondamentale nella programmazione regionale».
Durante la presentazione dell’offerta didattica regionale per il prossimo anno scolastico, la giunta si è mostrata particolarmente sensibile alla situazione emotiva e relazionale dei ragazzi. Ampio spazio è stato dedicato alla presentazione degli IeFP. Quale importanza rivestono nel panorama della formazione e del tessuto economico regionale?
«All’offerta dei percorsi di istruzione complessivamente presenti sul territorio regionale, la Regione Toscana contribuisce con una vera e propria filiera di istruzione e formazione tecnica e professionale, che va dagli IeFP agli IFTS e agli ITS. Vi è poi il canale della formazione professionale regionale. Vogliamo lavorare per qualificare ulteriormente il sistema di istruzione tecnico-professionale e lo facciamo forti anche delle prime dichiarazioni del neo ministro Patrizio Bianchi, che si è espresso sulla necessità di valorizzare gli ITS. Nelle nostre intenzioni c’è la volontà di lavorare per potenziare questa filiera sia con strumenti interni, sia attraverso azioni ministeriali, che solleciteremo.
Vogliamo ci sia un legame più stretto tra la formazione, il mondo del lavoro e le esigenze del tessuto economico-produttivo, andando a superare il disallineamento tra domanda e offerta».
Negli ultimi anni l’incidenza del drop out in Toscana è nettamente diminuita e ottimi risultati sono stati conseguiti anche relativamente al tasso di occupazione dei più giovani. Quali sono le ragioni di un successo che fa della Regione un esempio virtuoso a livello nazionale?
«In questi anni, si è lavorato sia in ottica preventiva, che in ottica, potremmo dire, ‘correttiva’.
Prima di tutto sono stati predisposti numerosi strumenti per prevenire e contrastare il fenomeno della dispersione scolastica: penso agli interventi per il diritto allo studio e a tutti gli interventi realizzati tramite i PEZ per promuovere il successo scolastico fin dai primi anni del percorso educativo.
Abbiamo lavorato anche sui drop out con strumenti dedicati: penso ad esempio, oltre agli IeFP, agli interventi di Garanzia Giovani per i NEET».
Il Next Generation EU rappresenta un’occasione di rilancio straordinaria, anche per il comparto Scuola, ma i fondi non sono sufficienti, da soli, se manca un progetto di insieme: qual è la sua visione della Scuola toscana del futuro?
«La dispersione scolastica, che spesso è l’anticamera dell’abbandono, è il principale problema del nostro sistema di istruzione.
Agire per contrastare questo fenomeno credo debba essere la priorità delle nostre politiche per la scuola, attraverso la formazione di base dei docenti e gli interventi di orientamento.
Non tutti gli strumenti necessari possono essere attivati dalla Regione. Tuttavia, stiamo lavorando per implementare interventi che mirano ad agire in funzione preventiva e correttiva. Riteniamo inoltre che sia importante lavorare per il potenziamento delle funzioni cognitive, base di qualsiasi processo di apprendimento e quindi del conseguente successo scolastico. Per questo, abbiamo pensato di introdurre la pratica quotidiana di ascolto della lettura ad alta voce in classe quale strumento per conseguire questo obiettivo. L’iniziativa ‘Leggere: Forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza‘ è uno degli strumenti, unico a livello nazionale, per implementare il successo nella scuola e nella vita. Infine, stiamo lavorando a un intervento per l’individuazione precoce delle interruzioni di frequenza, preludio di veri e propri abbandoni, che potrebbero trasformare gli studenti in NEET».