Competenze trasversali e internazionalizzazione
…Il futuro della comunicazione

Nata due anni fa, L’Accademie di Lucca ha unito l’esperienza delle preesistenti accademie della pubblicità, cinema e recitazione per creare un campus della comunicazione a 360 gradi. Un’opportunità per chi vuole fare di questi campi una professione e una risorsa per le aziende alla ricerca di queste figure
È una rivoluzione che si sta realizzando sotto i nostri occhi e dentro i nostri smartphone, tablet e televisori. Siano essi filmati di trenta secondi, una pubblicità o una serie TV, le nostre vite si stanno riempiendo di contenuti fruibili in ogni dove e quando.
Un’opportunità per il consumatore e per le tante aziende che tali contenuti li producono e distribuiscono. Una sfida per il mercato del lavoro, alla ricerca di figure professionali in grado di crearli, e per i dipartimenti aziendali di marketing, alle prese con la promozione dei loro prodotti nei diversi canali. Una rivoluzione a cui L’Accademie di Lucca ha voluto rispondere creando un campus della comunicazione e dell’audiovisivo.
L’Accademie nasce due anni fa dall’unione dell’Accademia della Pubblicità, nata nel 2012 e di cui fa parte l’art director Nicola Del Giudice, e dell’Accademia del Cinema e dell’Accademia della Recitazione, nate nel 2015 e di cui fa parte il regista Emiliano Galigani.
Uno spazio che punta a fare delle diverse competenze offerte uno strumento di formazione dei diversi linguaggi della comunicazione e creare professionisti in grado di rispondere alle richieste del mercato del lavoro: due risultati che maturano nel quotidiano confronto con chi di quei mestieri ha fatto il proprio lavoro.
«Siamo tra le prime scuole ad aver realizzato un campus dell’audiovisivo e della comunicazione – spiega Galigani, direttore dell’Accademia di Cinema e dell’Accademia di Recitazione – Facendo un’analisi di mercato abbiamo capito che c’è una grande richiesta di contenuti audiovisivi originali, e la loro creazione ha sempre più bisogno di nuove professionalità. Questa domanda è confermata anche dal fatto che oltre l’80 percento di chi esce dalle nostre scuole trova un lavoro entro il primo anno dal termine dei corsi.»

Nell’anno appena trascorso, l’Accademie ha superato i 300 studenti, di cui il 70 percento proveniente da tutta Italia, da Trieste a Catania, passando per Roma: la conferma che Lucca può diventare un nuovo crocevia delle professioni a cui le tre accademie vogliono introdurre gli studenti. Tre diversi percorsi che puntano a creare diverse figure: dal visual designer, in grado di gestire una campagna pubblicitaria a 360 gradi, alle principali professioni del cinema, come regista, sceneggiatore e produttore, fino al performer, attore capace di operare nel teatro, cinema e radio.
«Abbiamo pensato di metterci insieme e creare questo polo perché crediamo che Lucca sia il luogo ideale dove coinvolgere i ragazzi – spiega Nicola Del Giudice, responsabile didattico del’Accademia della Pubblicità -. Nelle nostre accademie offriamo i necessari strumenti, un servizio mensa, un servizio di biblioteca e, per quanto riguarda il cinema e la recitazione, abbiamo a disposizione i teatri e le strutture presenti sul territorio.»
Competenze professionali, declinate in un curriculum che punta a fornire le conoscenze teoriche necessarie per operare nei settori interessati, ma che fonda nella pratica l’essenza dei percorsi di studio. Una preparazione che punta a “far fare, sbagliare e, di conseguenza, imparare”, dando la possibilità agli studenti di creare anche una prima rete professionale e introdurli alle sfide di “mestieri straordinari” ma difficili.

Una rete, che i due professionisti hanno ulteriormente ampliato coinvolgendo altre 40 scuole europee. Un impegno che nei prossimi cinque anni vuole fare de L’Accademie la più importante scuola dell’audiovisivo e della comunicazione in Italia, raggiungere i 500 iscritti e aprirsi all’esterno attraverso un’offerta formativa in inglese.
«Noi siamo le radici del sistema dell’audiovisivo, della comunicazione e della recitazione, si tratta di un mercato – chiosa Del Giudice – se non vengono curate le radici, ovvero la formazione, non esiste un domani: questo vuol dire investire nel futuro, non solo del loro futuro, ma nel futuro del sistema intero. Se non gli diamo una base formata adeguatamente, il mercato la fuori andrà a cercarselo da qualche altra parte.»