Coltellerie Berti – Tradizioni Associate, qualità e resilienza tra passato e futuro
“In antico furono mani, unghie, denti l’armi degli uomini, poi le pietre e i rami spezzati dei boschi, poi appena noti, la fiamma e il fuoco. In seguito si scoprirono il bronzo e il ferro gagliardi”.
Così il poeta Lucrezio, nel I sec. a.C., raccontava il passaggio dall’età della pietra a quella del bronzo e del ferro. La prima industria di coltelli vera e propria però è documentata a Firenze solo nel 1244, mentre dagli inizi del Trecento tale produzione passò a Scarperia, borgo nato con scopi difensivi e luogo di riposo prediletto dai viandanti
Testimone di questa antica tradizione è Coltellerie Berti, azienda attiva dal 1895, che nel 2017 si è unita con l’altra coltelleria storica di Scarperia, Conaz, della famiglia Consigli, attiva dal 1962
Dalla fusione tra le due realtà è nata la nuova ragione sociale Tradizioni Associate perché, spiega Andrea Berti, titolare di Coltellerie Berti e socio della nuova società, «preferisco essere principe del mondo che imperatore di un piccolo regno, quindi in tempo di crisi, meglio unire le forze che farsi la guerra».
«Sono molto contento di questa fusione, – prosegue Berti – perché ha portato sinergie sia nell’ampliamento del mercato sia nell’uso condiviso di alcuni macchinari».
Tra i prodotti realizzati dalla tradizione Berti, che si distinguono per qualità e durevolezza, troviamo i coltelli da tasca, da cucina, da tavola, linee speciali per chef e designer, sciabole e tagliasigari. L’azienda offre anche servizi di manutenzione e personalizzazione.
«In Coltellerie Berti, ormai da venticinque anni, abbiamo abolito la divisione del lavoro – spiega Berti – e chi inizia un coltello lo finisce e vi incide le sue iniziali. Per poter garantire la qualità lavoriamo principalmente per lotti piccolissimi. In Conaz sussiste ancora la divisione del lavoro, ma sempre portando avanti piccoli lotti. Le linee Berti sono essenzialmente due, una è Alto Artigianato, che ha incise sulla lama le iniziali dell’artigiano che ha realizzato il coltello, l’altra invece è La Nuova Tradizione, per la quale lavoriamo su lotti un po’ più grandi e a prezzi più economici, senza però rinunciare al nostro elevato standard qualitativo. Una cosa che vorrei fosse ben chiara, è che essere artigiani legati alla tradizione non vuol dire chiudere gli occhi davanti ai nuovi materiali, alle nuove tecnologie e necessità di un mondo in continuo movimento. Anzi, per noi proporre nuove forme, evolverci e non restare immobili persi nel passato, è fondamentale».
La produzione artigianale di coltelli di alto pregio richiede una formazione che va dai tre ai cinque anni, a seconda della dedizione, abilità e volontà dell’artigiano. Non esistono scuole in un settore così di nicchia, e la formazione avviene direttamente in azienda.
«Non è sempre facile trovare bravi artigiani, – spiega Berti – perché chi fa un coltello qui da noi ha una responsabilità. Ho risolto il problema incentivando economicamente, quindi pagando di più i miei ragazzi. Del resto, la sola soddisfazione di vedere il proprio prodotto in mano a chef stellati, sulle navi da crociera, negli alberghi lussuosi o nelle ville dei vip, non basta a chi, con il proprio lavoro, deve vivere».
La domanda più impellente è come può un acquirente distinguere un coltello di qualità da uno scadente.
«La pazienza è l’unico modo che ci fa capire la qualità di un coltello – spiega il titolare -. Un prodotto di qualità come il nostro dura tre generazioni, quelli a pochi euro no e sono anche dannosi, perché possono rilasciare cromo esavalente cancerogeno o, nel caso di coltelli colorati, teflon cinese. Al momento non abbiamo certificazioni, ma stiamo lavorando per ottenere la certificazione MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti) che dovremmo ottenere entro fine anno».
Coltellerie Berti – Tradizioni Associate ha un sito web B2C e B2B e già da qualche anno l’azienda punta molto sulle vendite online, «perché – conclude Berti – il contatto diretto con il cliente finale, sia esso tramite il sito aziendale, il telefono, le email, ci permette di raccontare e spiegare al meglio il prodotto finito e la nostra antica tradizione».