• 14/02/2025

Coesione sociale e sviluppo locale

 Coesione sociale e sviluppo locale

Luca Gori. Photo credits: Lorenzo Marianeschi

Luca Gori, nuovo presidente di Fondazione Caript, punta su coesione sociale, lavoro, parità di genere e istruzione per sviluppare Pistoia

«Sento la grande responsabilità di essere chiamato a guidare la Fondazione, che è uno degli assi strategici dello sviluppo sociale ed economico delle nostre comunità». Luca Gori, pistoiese, è da luglio il nuovo presidente di Fondazione Caript. A 41 anni è il più giovane presidente in Italia alla guida di una fondazione di origine bancaria. Con lui facciamo il punto su strategie e obiettivi dell’ente, nato nel

1992, che in oltre trent’anni ha erogato risorse per quasi 300 milioni di euro.

Luca Gori, tra gli obiettivi da lei indicati in sede di programma di mandato ce ne sono due che riguardano da vicino i temi del lavoro e del capitale umano. Lei ha infatti parlato di parità di genere e ricambio generazionale: come intende muoversi la Fondazione?

«La Fondazione è impegnata a valorizzare lo sviluppo del territorio locale: Pistoia e la piana, la montagna e la Valdinievole. Partendo da un presupposto: la coesione sociale è la condizione perché lo sviluppo locale possa avvenire e, quindi, determinare cambiamenti significativi della qualità della vita delle persone. Coesione sociale significa, nella nostra visione, prestare una grande attenzione all’ambito del lavoro e dell’occupazione. Per una fondazione di origine bancaria, il compito è creare condizioni favorevoli

alla crescita, sia individuale, dei corpi intermedi, sia del territorio nel suo complesso. Dobbiamo guardare alle realtà imprenditoriali, ma in un quadro più generale, che valorizza la ricerca, la formazione, l’istruzione, la cultura. In questo lavoro dedicheremo particolare attenzione ai temi della parità di genere e del ricambio generazionale, criteri per me importanti anche all’interno della Fondazione».

E quali sono i prossimi sviluppi per ciò che riguarda istruzione e formazione?

«Anche per il mio percorso personale, considero educazione, istruzione e formazione ambiti decisivi per una comunità e un territorio. In particolare, abbiamo l’esigenza di tenere sempre presente il tema della povertà educativa e della mobilità sociale. Stiamo lavorando a definire una sorta di “manifesto” per la scuola e l’educazione, che valorizzi questa straordinaria infrastruttura sociale e comunitaria in tutte le sue dimensioni: la scuola come edificio, come luogo di aggregazione, come comunità di insegnanti, come palestra della formazione, come via d’accesso al mondo del lavoro, come “ascensore sociale”. Come fondazione, possiamo fare la differenza, insieme all’attore pubblico e al terzo settore».

Lo scorso febbraio c’è stata la firma su un protocollo d’intesa tra Università di Firenze, Comune di Pistoia e Fondazione Caript per fare di Pistoia una sede universitaria. Qual è il ruolo dell’ente da lei presieduto e a che punto è il progetto?

«Si tratta di uno dei progetti che riteniamo più rilevanti per il territorio, perché ha come obiettivo strategico la nascita a Pistoia non solo di un polo qualificato di formazione, ma anche di un hub d’innovazione in raccordo con i settori più rilevanti dell’economia locale.

Diventare una città universitaria, in particolare nella ricerca, consentirà di fare un salto di qualità anche al tessuto produttivo, a partire dai settori del vivaismo e dell’industria ferroviaria, consentendo, tra l’altro, il trasferimento tecnologico alle imprese e la trasformazione delle produzioni grazie alla conoscenza scientifica. Il gruppo di lavoro con Università e Comune sta lavorando sulla fattibilità del progetto, definendone contenuti, tempi e quadro delle risorse necessarie».

Quali sono gli ultimi interventi dedicati ai percorsi di qualificazione professionale?

«Sostenere una formazione di qualità vuol dire dare un’opportunità concreta ai giovani di trovare occupazione o di migliorare la propria condizione lavorativa. Nell’ultimo anno, con un bando abbiamo sostenuto 18 percorsi formativi e finanziato borse lavoro per 34 nuove assunzioni in enti no profit. È un esempio di come recentemente abbiamo operato in questo ambito.

Ci stiamo interrogando su come proseguire questa esperienza. La sfida per il futuro, naturalmente, è cercare sempre nuovi strumenti per l’obiettivo che ci prefissiamo: in questo caso, favorire l’acquisizione di nuove competenze o sviluppare quelle possedute come requisito chiave per un lavoro di qualità».

Ci può anticipare obiettivi e strategie per il 2025, sempre con particolare riferimento a lavoro e capitale umano?

«Su questi, come per altri temi rilevanti, non può bastare procedere in solitaria, anche se con obiettivi chiari e condivisi; è invece indispensabile riuscire ad aggregare le istituzioni pubbliche, al di là dei loro confini amministrativi e delle loro competenze, insieme alle realtà del terzo settore e del tessuto economico e produttivo.

La presenza dell’Its a Pistoia è il segno evidente di cosa può fare questa collaborazione. Da lì si parte per immaginare scenari futuri. È solo con un’azione organica e coordinata che sarà possibile realizzare investimenti orientati a generare redditività, occupazione stabile e di qualità, rafforzando la coesione sociale e ottenendo positivi impatti ambientali sul territorio. Questa funzione aggregatrice è uno dei compiti che, come Fondazione, riteniamo fondamentale assolvere. Solo così possiamo fare quello “scatto di fantasia” che il nostro territorio richiede».

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David Meccoli

Giornalista tradizionale e digitale, esperto in relazioni pubbliche e comunicazione d'impresa

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