• 20/01/2025

Casa Toscana esporta “impresa” in Usa

 Casa Toscana esporta “impresa” in Usa

Antonio Mazzeo

Casa Toscana, ha l’obiettivo di esportare la Toscana più innovativa in California e creare nel nostro territorio nuovi contatti con gli Usa

Un’opportunità di crescita per le start up toscane in un luogo ad alto tasso di tecnologia, la Silicon Valley degli Stati Uniti. A questo scopo nasce Casa Toscana, il progetto finanziato dal Consiglio regionale. Inaugurato lo scorso 8 settembre, ha lanciato le prime 18 start up e Pmi selezionate attraverso il bando della Regione Toscana Tech on the road.

Lo scorso dicembre, queste realtà imprenditoriali, tra le più innovative e contenuto tecnologico ad alta intensità di ricerca della nostra regione, hanno avuto l’opportunità di conoscere l’ecosistema della Silicon Valley, incontrando imprese e investitori americani. Abbiamo intervistato Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale.

Presidente, la Toscana è conosciuta in tutto il mondo per la sua storia e il suo patrimonio culturale. L’obiettivo di Casa Toscana è andare oltre questi dati ormai acquisiti? E in che modo si propone di farlo?

«Con Casa Toscana siamo la prima regione italiana ad aprire un punto di contatto reale e concreto dedicato a start up e imprese innovative a San Francisco, nella sede di Innovit – Italian Innovation and Culture Hub. Un luogo fisico che diventa una grande opportunità che mettiamo a disposizione del nostro territorio.

Offriamo alle nostre imprese occasioni di crescita e di sviluppo in California e negli Stati Uniti e, allo stesso tempo, apriamo una porta per le aziende americane che vorranno scommettere e investire sulla nostra regione per creare lavoro e sviluppo sul territorio.

La narrazione della Toscana come terra del Rinascimento, di Leonardo e di Michelangelo, di Dante e dei più grandi geni artistici e culturali c’è e la tocchiamo con mano ogni giorno, noi che abbiamo la fortuna di abitarci. Ma nel mondo, grazie a quello che grandi imprenditori toscani hanno costruito (in certi casi anche da oltre un secolo), la nostra regione è conosciuta anche per altro.

I nostri distretti, dalla moda alla pelle, dal cartario al nautico fino al farmaceutico e potrei proseguire, rappresentano delle eccellenze internazionali. L’habitat delle nostre università, inoltre, ha creato terreno fertile per tante start up. Con questo progetto, costruito da me insieme all’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, portiamo un pezzo di Toscana nel cuore dell’innovazione mondiale».

Tra i contatti più interessanti presi a San Francisco c’è forse quello che dovrebbe portare Dorian Therapeutics a fare ricerca a Siena: ci può parlare di questo progetto?

«La decisione di Maddalena Adorno, Ceo di Dorian Therapeutics, start up biotech presente dal 2018 in Silicon Valley che vedrà aprire una nostra succursale in Toscana è per me motivo di orgoglio. Maddalena e Benedetta di Robilant, le due fondatrici dell’azienda, si sono conosciute all’Università di Stanford e hanno deciso insieme di studiare i processi dell’invecchiamento e della longevità con l’obiettivo di creare una nuova generazione di terapie che ringiovaniscono i tessuti e ripristinano la funzionalità degli organi.

La loro scelta di spostare parte del loro lavoro a Siena è dettata non solo dal desiderio di riportare l’innovazione di due ricercatrici italiane “a casa”, ma anche e soprattutto dalla visione strategica di utilizzare le eccellenze precliniche e cliniche presenti nel territorio, su tutte Toscana Life Science e il Policlinico di Siena».

La relativa vicinanza con la Silicon Valley può portare a nuovi sviluppi?

«Quello che abbiamo fatto con Innovit a San Francisco è qualcosa di nuovo e forse ’irrituale’ per un Consiglio regionale. Ma abbiamo deciso di puntare su un grande investimento sul futuro, sulle giovani generazioni, sulle tante buone idee che nascono nelle nostre università e nei centri di ricerca, ma che spesso non hanno poi gambe solide su cui poter crescere.

È un progetto che vede, oggi, la piena collaborazione anche della giunta regionale, grazie all’assessore Leonardo Marras, e che ha trovato in Sergio Strozzi, console generale d’Italia a San Francisco, e Alberto Acito, direttore di Innovit, due interlocutori davvero attenti e preziosi.

Accanto a questo, però, abbiamo anche promosso, approvato e finanziato in questi anni una legge ad hoc dedicata alle start up che vogliamo ora implementare e rafforzare anche grazie a riflessioni e suggerimenti che possono arrivare dal mondo produttivo ed economico. Nostro compito è stato aprire una strada, un ponte. Ora tocca alle aziende toscane percorrerla al meglio e giocarsi le proprie carte».

Oltre alle opportunità di sviluppo per le imprese innovative Toscane, il desk a San Francisco può anche costituire un ponte per attrarre investimenti nella nostra regione?

«Lo spero davvero. Il doppio obiettivo è sempre stato questo. Far arrivare la Toscana negli Usa, ma anche creare canali e ulteriori contatti con la nostra regione e gli Stati Uniti.

Tutti gli interlocutori che abbiamo avuto nelle prime due missioni si sono detti fortemente interessati a provare a sviluppare sinergie ulteriori tra Toscana e Stati Uniti e nel 2024 porteremo avanti questo percorso coinvolgendo anche i poli tecnologici, i centri di ricerca, le università, oltre alle nuove start up che saranno selezionate e parteciperanno alla missione.

Sono tanti semi che stiamo piantando e siamo sicuri che alla fine la Toscana potrà raccogliere frutti importanti».

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David Meccoli

Giornalista tradizionale e digitale, esperto in relazioni pubbliche e comunicazione d'impresa

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