• 15/02/2025

Carnevale 2023, a Viareggio la festa compie 150 anni

 Carnevale 2023, a Viareggio la festa compie 150 anni

Carnevale 2023

Dopo anni di pandemia e restrizioni, questa edizione è dedicata alla pace. Dopo le sfilate del 4 febbraio, giovedì 16, domenica 19, martedì 21 e sabato 25 febbraio sfileranno nove carri di prima categoria (ognuno costa 135 mila euro), quattro di seconda categoria (costo 65 mila euro), nove mascherate in gruppo e dieci maschere isolate in concorso, oltre alle pedane aggregative fuori concorso.

La canzone ufficiale del Carnevale di Viareggio 2023, “La maschera ride”, è stata composta dagli Extraliscio. Il gruppo romagnolo, prodotto da Elisabetta Sgarbi e dalla sua Betty Wrong Edizioni Musicali, si esibirà anche in apertura della sfilata del martedì grasso.

Il gruppo musicale romagnolo "Extraliscio"
Il gruppo musicale romagnolo “Extraliscio” che ha composto “LA MASCHERA RIDE”,
canzone del Carnevale di Viareggio 2023

Il 9 febbraio è uscito un numero speciale della storica rivista Linus, dedicato ai 150 anni del Carnevale di Viareggio. Il volume contiene testi di importanti scrittori e personalità del mondo della cultura: Franco Cordelli, con un testo sull’origine ed evoluzione della maschera di Burlamacco; Vittorio Sgarbi, sull’origine del Carnevale di Viareggio; Marcello Garofalo, sulla relazione tra il Carnevale e la filmografia di Fellini e Kubrick; Alberto Pezzotta, sull’influenza del Carnevale nel cinema italiano; Maria Lina Marcucci e Andrea Mazzi, sul legame indissolubile con la musica; Luigi Sansone, sul pittore Gianfilippo Usellini; Fabio Genovesi e Luca Ricci, con due racconti che aggiungono una distonia rispetto al Carnevale. Inoltre ci sono i dialoghi tra Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica 2021 e il giornalista Bruno Vespa.

Locandina della mostra sulla rivista Linus aperta a Viareggio dal 9 al 23 febbraio
Locandina della mostra sulla rivista Linus
aperta a Viareggio dal 9 al 23 febbraio
Indotto del Carnevale di Viareggio

L’industria del Carnevale muove a livello nazionale un indotto da oltre 200 milioni di euro. Da solo, il Carnevale di Viareggio genera attività da 30 milioni di euro ed è quindi un importante strumento di promozione turistica, perché pur avvenendo in un periodo solitamente di bassa stagione è capace di attrarre migliaia di turisti ogni anno.

Secondo una stima della CNA del 2020, dal Carnevale di Viareggio è derivato un apporto economico diretto di 9 milioni di euro e un apporto economico indiretto di 57,5 milioni di euro indiretti tra ristorazione, shopping, ricettività, trasporti, cultura, sport e turismo esperienziale.
Il Carnevale di Viareggio è considerato il più importante Carnevale storico italiano: 32,4 milioni di italiani seguono e apprezzano la manifestazione; 37.9 milioni di italiani conoscono l’evento. Quasi un quarto del pubblico (23%) è costituito da persone tra i 35 e i 44 anni, l’11,8% da giovani tra i 18 e i 24 anni (fonte: Monitoraggio Stage Up –Ipsos).

I corsi di Viareggio durante la festa
I corsi di Viareggio durante la festa
Fondazione del Carnevale di Viareggio

Dal 1987 la Fondazione Carnevale, presieduta da Maria Lina Marcucci, è l’Ente che organizza la manifestazione.

Nel 2022, la Fondazione ha iscritto in bilancio per la realizzazione del Carnevale i seguenti finanziamenti:

  • Regione Toscana per € 1.000.000,00, l’importo massimo secondo la Legge Regionale N.40 del 28/11/2022.
  • Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca per l’importo di € 180.000,00
  • Comune di Viareggio, contributo ordinario per l’importo di € 550.000,00
  • Comune di Viareggio, per progetti € 50.000,00
  • Ministero della Cultura – Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’importo di € 2.921,42
  • Ministero dei Beni culturali e Turismo € 47.789,29
  • Contributi Ministero della Cultura Direzione Musei € 21.796,42
  • Regione Toscana “Sistema museale toscano” € 12.796,47
  • Contributo Ministero della Cultura Dir. Gen. Spettacolo € 10.000,00

 

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La Cittadella del Carnevale di Viareggio
La nascita della Cittadella: il Carnevale diventa patrimonio storico di Viareggio

Il 26 settembre 2001 i carri lasciano definitivamente gli hangar del quartiere Marco Polo per trasferirsi nella Cittadella del Carnevale, progettata dall’architetto Francesco Tomassi alla periferia della città e comprendente sedici hangar e un’arena per gli spettacoli. Il Museo del Carnevale di Viareggio che qui ha sede ospita un percorso tematico tra foto, bozzetti e modellini risalenti fino alle origini della manifestazione e nel 2019 ha accolto oltre 25mila visitatori. Sempre alla Cittadella ha sede il centro studi in cui sono archiviati tutti i progetti e le fotografie dei carri allegorici che hanno sfilato negli ultimi 50 anni, e una biblioteca specializzata con libri e riviste sull’argomento. Nell’hangar numero 16 ha sede l’Espace Gilbert, uno spazio espositivo che accoglie elementi significativi delle costruzioni allegoriche che hanno sfilato al Carnevale e che cambia ogni anno, ospitando le nuove costruzioni dopo la fine di ogni Carnevale.

Un’altra esposizione artistica legata al Carnevale è la Collezione Carnevalotto, ospitata nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani”, presso il Palazzo delle Muse.

La collezione contiene 28 opere d’arte contemporanee ispirate al Carnevale e realizzate da importanti artisti internazionali come Mitoraj, Pomodoro, Matta, Cascella.

LA COLLEZIONE CARNEVALOTTO - Ventotto opere dei più grandi artisti contemporanei raccontano il Carnevale
La Collezione Carnevalotto
I maestri carristi muovono una microeconomia locale

A Viareggio il carrista è un mestiere che si tramanda di padre in figlio. Sono loro gli artefici di questi veri e propri teatri viaggianti, che possono arrivare fino a 20 metri di altezza per una larghezza di 12. Durante i corsi mascherati lavorano: 150 persone impiegate a tempo determinato; 200 maestranze nella lavorazione dei carri; 150 addetti ai movimenti; 100 portatori; 5.000 figuranti sui carri.

Dagli anni Sessanta agli Ottanta i carristi hanno raffigurato nelle loro opere i temi al centro della satira politica. Con la globalizzazione i carri hanno iniziato a raccontare temi legati all’attualità nazionale e internazionale, dall’ambiente al sociale: una riserva continua di fatti, personaggi e idee da cui i carristi attingono per costruire le allegorie che prendono vita attraverso le maschere.

I carristi di Viareggio lavorano anche durante il resto dell’anno per importanti artisti e installazioni ed hanno committenze per i teatri e i grandi eventi.

Nel 2015 è nata l’Accademia della cartapesta, in cui i maestri carristi insegnano le tecniche tradizionali come la carta a calco, ma anche i processi legati alla parte meccanica e alla movimentistica. I corsi includono anche nozioni di marketing e social marketing, in collaborazione con lo IED.

Le mani di un maestro carrista a lavoro
Le mani di un maestro carrista a lavoro

 

I bozzetti dei carri di 1° categoria dell’edizione del Carnevale di Viareggio 2023
La storia

Era il 25 febbraio del 1873 ed era un martedì grasso, quando una sfilata di carrozze infiorate uscì nella strada principale di Viareggio, la Via Regia, per festeggiare il carnevale all’aperto, fra la gente.

Fino ad allora il carnevale si celebrava con i veglioni in teatro e in luoghi privati, ma non era ancora un evento che sfilava in strada. L’idea, nata da un gruppo di giovani benestanti che si ritrovavano attorno ai tavoli del caffè del Casinò, ebbe un grandissimo successo e fu la scintilla di un Carnevale oggi conosciuto in tutto il mondo, che quest’anno compie 150 anni.

Dalle carrozze, sul finire del secolo, si passò ai monumentali carri costruiti in legno, scagliola
e juta: le opere erano costruite dai maestri d’ascia e dai calafati (carpentieri) della Darsena ed avevano la maestosità delle imbarcazioni che uscivano dai cantieri navali. A modellarli ci pensavano pittori e scultori del luogo, che videro nel Carnevale un’opportunità per esprimere la propria arte.

Dal centro cittadino, la sfilata si trasferì nel 1905 sui Viali a Mare, famosi per gli edifici in stile Liberty e per gli stabilimenti balneari: qui i carri potranno crescere di volume e sfruttare un palcoscenico più prestigioso, frequentato dalla mondanità nazionale e internazionale.

Interrotto dalla Prima Guerra mondiale, il Carnevale di Viareggio negli anni ’20 ripartì con nuovo slancio, facendo entrare le bande musicali a bordo dei carri e lanciando la prima canzone ufficiale, la “Coppa di Champagne”. Nel 1923 venne introdotta l’animazione con la maschera del Pierrot, la prima a muovere la testa, mentre nel 1925 il pittore Antonio D’Arliano perfezionò la tecnica della carta a calco, meglio conosciuta come cartapesta, consentendo costruzioni sempre più grandi ma molto leggere. Del 1931 è la nascita di Burlamacco, il simbolo del Carnevale di Viareggio, che per la prima volta compare nel manifesto ufficiale: l’autore, l’artista futurista viareggino Uberto Bonetti, lo immaginò come la sintesi delle maschere della commedia dell’arte italiana e lo raffigurò sul molo insieme a Ondina, una raffinata villeggiante che rappresenta il turismo balneare viareggino.

Nel 1946, appena dopo la guerra, il Carnevale rinasce ancora una volta. Nel 1954 viene trasmessa la prima diretta nazionale Rai del corso mascherato, a cui segue, nel 1958 il primo collegamento in Eurovisione. Nel corso degli anni i maestri carristi sono stati chiamati a realizzare carri e sculture in Australia, Venezuela, Stati Uniti e di recente anche in Cina, Nicaragua, Messico e Argentina.

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Uno scatto storico del Carnevale di Viareggio

Giulia Baglini

Giornalista specializzata sui temi dell’innovazione e della sostenibilità

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