• 20/01/2025

Capitale umano, ricchezza del territorio

 Capitale umano, ricchezza del territorio

Franco Vaselli

Capitale umano, intelligenza artificiale e consapevolezza identitaria nelle organizzazioni. Ne abbiamo parlato con Franco Vaselli, deputato amministratore della Fondazione Monte dei Paschi di Siena

 

La Fondazione Monte dei Paschi di Siena è stata costituita nel 1995 con l’obiettivo di promuovere e supportare lo sviluppo socioeconomico del territorio, creando una condizione di benessere diffuso e sostenibile.

Franco Vaselli, oggi deputato amministratore della Fondazione, ha una profonda conoscenza del territorio, del mondo aziendale e di quelle giovani leve che rappresentano il nostro futuro.

Questo perché nella sua carriera professionale, tra i tanti ruoli che ha rivestito, è stato anche presidente della sezione Turismo di Confapi Siena e Alta Valdelsa ed è attualmente docente universitario della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Siena, della LUISS Business School di Roma, consulente di direzione aziendale dello Studio Vaselli & Associati – che ha fondato nel 1988 – proprietario del Relais La Costa Historical Residence a Monteriggioni.

Con lui abbiamo affrontato le tematiche del capitale umano, dell’intelligenza artificiale e della consapevolezza identitaria nelle organizzazioni.

Capitale umano e intelligenza artificiale: cosa ne pensa?

«Viviamo in una società strana, caratterizzata da un inarrestabile e continuo ingresso di nuovi e impattanti processi tecnologici che sembrano ridurre a un ruolo secondario la centralità dell’identità umana.

A mio avviso, lo sviluppo di tecnologie sempre più dirompenti sul sistema socioeconomico globale devono obbligarsi a una sostanziale rivalutazione del capitale umano come elemento di governo di tali processi, altrimenti saremo destinati a esserne inghiottiti.

L’IA oggi è sulla bocca di tutti quasi fosse una moda, ma il vero problema è il governo di un processo le cui avvisaglie hanno radici lontane.

In tempi non proprio sospetti, ho svolto il mio tema di maturità scientifica nel 1980 dissertando su una riflessione dello scrittore Ignazio Silone, che all’epoca era da poco scomparso, sul rapporto uomo-macchina e macchina-uomo: tra i cinque proposti, scelsi lo sviluppo di quell’argomento perché già da allora stavo maturando una spiccata sensibilità su come i due rapporti avrebbero potuto cambiare la nostra civiltà, come poi in realtà è accaduto».

Cosa può dirci sulla formazione del capitale umano? Cosa possono fare gli enti preposti allo sviluppo del territorio?

«Penso che il primo e più grande investimento debba essere programmato sull’attività formativa di base, da orientare sempre più verso la costruzione di un percorso basato sul saper fare, affiancando alle nozioni accademiche una determinante componente di realizzazione pratica del sapere acquisito.

Far uscire dalle nostre accademie giovani preparati ad affrontare il mondo del lavoro con la consapevolezza di cosa li aspetta diventa fondamentale. I tagli dei miei corsi e dei miei master sono molto pratici e si pongono l’obiettivo di tradurre in concreto le nozioni fornite.

Già nei primi anni ‘90 mi sono occupato di governare sul territorio percorsi di alternanza scuola-lavoro per permettere un inserimento graduale e guidato dei giovani nel mondo del lavoro, troppe volte ancora oscuro.

Proprio sul filone della formazione professionalizzante, la Fondazione Monte dei Paschi di Siena eroga da tempo risorse rivolte ai giovani e alle imprese con l’obiettivo di intervenire sulla problematica del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, mirando a potenziare la componente di accoglienza e di orientamento scolastico e universitario, con specifica attenzione alla parità di opportunità di accesso».

Come si arriva a una consapevolezza identitaria nelle organizzazioni?

«Credo da sempre che in qualsiasi organizzazione vincano le idee, i progetti e la creatività, elemento essenziale di distinzione insieme a conoscenza e competenza, concetti propri di quello che viene definito capitale umano, la cui centralità non può mai essere messa in discussione.

È fondamentale circondarsi di elementi capaci tramite accurate selezioni, formare le risorse investendo su di esse e cercando di stimolare e incentivare verso una forte dose di entusiasmo con uno sguardo non delegabile all’etica, altro concetto intorno al quale insistere con costanza.

I consulenti che collaborano con me all’interno dello Studio, così come il personale del mio Relais, sono risorse selezionate, formate e incentivate che partecipano con idee e progettualità alla costruzione di un percorso identitario, seguendo una filosofia chiara.

I giovani hanno bisogno di avere accanto nel loro percorso lavorativo chi trasmette amore e passione, oltre che tecnica e professionalità: ma spesso è molto più facile sparare a zero, che investire tempo e denaro per una crescita mirata».

Come si può agire sulla società civile per coltivare questa ricchezza sul territorio? «Nel nostro territorio esistono vari esempi di conservazione del patrimonio umano, prime fra tutte le diciassette contrade di Siena, che esprimono davvero l’esaltazione del capitale umano in ogni loro espressione, senza dubbio facilitati dalla dimensione e dalla forte componente di tradizione delle quali è impregnata la città.

Le associazioni di categoria, fra le quali Confapi Siena e Alta Valdelsa da me rappresentata, cercano di fornire utili suggerimenti di ausilio alle aziende del territorio per governare i processi di sviluppo e conservazione delle risorse umane a disposizione.

Con l’Amministrazione comunale stiamo gettando le basi per la costruzione di un progetto di alta formazione professionalizzante per dirigenti aziendali e della PA, che serva a far dialogare in maniera più consapevole il territorio con i sempre più numerosi interlocutori interessati a sviluppare progetti in una zona di grande attrattività: la Fondazione Monte dei Paschi di Siena e la Finanziaria Senese di Sviluppo potrebbero in questo senso giocare un ruolo di grande importanza».

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Letizia Pini

Giornalista - letizia.pini@toscanaeconomy.it

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