Capannori modello per l’Europa
Il primo cittadino Luca Menesini ci racconta come Capannori abbia scalato la classifica dei “Comuni ricicloni” d’Italia, diventando anche un modello per l’Europa
Una forte coscienza ambientalista ed ecologista, certo. Ma la formula vincente che ha fatto di Capannori una sorta di cittadella del buon vivere non poteva fermarsi qui, a questa condizione necessaria, ma per tanti versi non sufficiente.
E allora eccolo il “segreto” che ha portato la città della provincia di Lucca a fungere da apripista ed essere presa a modello da tante altre realtà: il coinvolgimento diretto e continuo della comunità. Che ora, tutta insieme, con una “strana alleanza” tra pubblico e privato, mette nel mirino il traguardo del 95 per cento di raccolta differenziata.
Il “direttore d’orchestra” di questo movimento civico è il sindaco Luca Menesini, dall’inizio del suo mandato, ma ovviamente anche da prima. Sotto la sua guida, Capannori è diventata una realtà virtuosa sui temi della sostenibilità e sulla corretta gestione dei rifiuti – tanto che ogni anno si conferma ai vertici della classifica dei “Comuni ricicloni” di Legambiente e, nel 2022, è stato primo in Toscana tra i comuni con più di 25mila abitanti. Una delle migliori esperienze italiane che sta, addirittura, diventando un modello in Europa.
«Il ruolo del pubblico – spiega Menesini – è fondamentale per far crescere la consapevolezza dell’importanza della riduzione drastica dei rifiuti. Ma nel modello Capannori il coinvolgimento dei cittadini svolge un ruolo fondamentale: il primo passo è stato, infatti, l’organizzazione di una raccolta dei rifiuti porta a porta, che ci ha portato all’attuale livello dell’88 per cento e a dare vita a un vero e proprio sistema di economia circolare».
Eppure, quello è stato solo il primo e fondamentale passo per creare un circolo virtuoso.
Solo per elencare alcuni tra i più recenti interventi messi in atto sul territorio, ricordiamo infatti l’ampliamento del sistema delle fonti di acqua, collocate soprattutto nelle zone collinari, con un percorso di una ventina di fonti creato per incentivare l’utilizzo di acqua di sorgente e valorizzare, quindi, un bene comune prezioso per la comunità; la raccolta porta a porta dei rifiuti tessili (Capannori è stato il primo comune italiano a farla); l’avvio di un protocollo d’intesa con alcune associazioni che vuole rendere Capannori, entro il 2030, città capitale del riuso e del riciclo in Italia ed Europa.
«Vogliamo contribuire alla salvaguardia ambientale del Pianeta, al contrasto del cambiamento climatico, alla creazione di filiere di prodotto e di occupazione locali e sostenibili, in grado di includere anche le persone più fragili della società», ribadisce Menesini. «E a guadagnarci, oltre che da un punto di vista ambientale, sono i cittadini, che risparmiano con la “tariffa puntuale”, secondo la quale meno inquini e meno paghi. D’altra parte, non tutti possono essere convinti ambientalisti, ma così facendo aiutiamo la sostenibilità anche con la leva economica», conclude il primo cittadino.
E poi c’è la parte che potremmo definire “impiantistica”: lo scorso ottobre c’è stata l’inaugurazione del nuovo centro del riuso di apparecchiature elettriche ed elettroniche DueVolt di Segromigno in Monte, gestito dall’associazione Hacking Labs a seguito di un bando di assegnazione emesso dal Comune. Il nuovo centro, aperto a tutti i cittadini, si occupa del ritiro e della sistemazione e riparazione di apparecchi elettrici ed elettronici usati, soprattutto materiale informatico, che molto spesso finiscono all’isola ecologica o in discarica quando, invece, possono tornare a nuova vita.
«Ridare vita a materiale informatico, oggi – spiega il sindaco di Capannori – è assolutamente necessario nell’ottica della sostenibilità e del promuovere un’economia civile che tuteli maggiormente l’ambiente e il Pianeta. Il centro DueVolt costituisce un ulteriore punto di riferimento per tutti quei cittadini che vogliono dare la possibilità agli oggetti non più usati di essere riutilizzati da altri e un contributo importante per la riduzione dei rifiuti con l’obiettivo di avvicinarci sempre più all’ormai prossimo traguardo dei “Rifiuti zero”. Allo stesso tempo, abbiamo restituito alla comunità un immobile, riqualificato con finanziamenti europei».
Inoltre, dal 2025, dovrebbero entrare in funzione anche l’impianto dedicato al riciclo di pannolini, pannoloni e assorbenti – che purtroppo costituiscono una bella fetta di prodotti che finiscono nell’indifferenziato – e un centro di selezione del tessile.
«È un percorso che richiede una strategia incentivante a ogni livello istituzionale e, come Comune di Capannori, siamo pronti a fare la nostra parte», conclude Menesini.