B2B: lo scambio che fa crescere le aziende
INTERVISTA A Simone Genovesi, amministratore Uplink Web Agency
B2B è l’acronimo dell’espressione inglese “business-to-business”, utilizzata per descrivere le transazioni commerciali tra imprese industriali, commerciali o di servizi all’interno dei cosiddetti mercati interorganizzativi o mercati B2B. Ne abbiamo parlato con Simone Genovesi, amministratore di Uplink Web Agency, azienda di Cecina specializzata nella fornitura di strumenti e servizi web
A dispetto delle moltissime incognite con cui deve misurarsi, ogni startup ha una certezza lapidaria: un tempo di permanenza ristretto nel suo status. Il procrastinarsi oltre limite decreterebbe il de profundis del progetto. Nel suo ambito è in qualche modo protetta e salvaguardata dalle bordate del mercato: iscrizione in apposito registro presso la Camera di Commercio, possibilità di accedere a finanziamenti agevolati, apertura a bandi per ulteriore sviluppo e contributi di vario genere. Il prezzo di questo trattamento è predeterminato: decidere cosa vorrà fare da grande, sempre se grande vuole diventare.
Nel suo percorso trova favore il possibile incontro con aziende mature, le cui prospettive di sviluppo prevedano anche la “mescola del sangue” con imprese in grado di apportare elementi di novità al business. Questa joint venture, i cui esiti pratici possono essere di vario tipo, concede benefici complementari ad entrambe le realtà. Ma prima ancora di definire il confezionamento di un proficuo rapporto tra di loro, è opportuno che le medesime si incontrino e, soprattutto, si dichiarino.
Da quando una startup manifesta la volontà di perdere il suo status e approcciare in modalità matura sul mercato, a quando tutto ciò si potrà realizzare, potrebbe passare troppo tempo con il possibile infrangersi del progetto sugli scogli dello sconforto. Ecco, quindi, che il tempo e lo spazio diventano una variabile particolarmente significativa: entro un ristretto periodo è opportuno esplorare il maggior ambito di soluzioni possibili per individuare quella ritenuta più opportuna e meglio in grado di far gemmare il progetto della startup. Risolta la “chimica” dell’individuazione del partner, segue la questione non meno importante di come agire in modo combinato: accordo commerciale, accordo a tempo, rete d’impresa, realizzazione di una terza entità giuridica, fusione, altro.
Esiste un modo per accelerare i tempi? Esistono strumenti e processi in grado di supportare la startup in questo processo? Lo abbiamo chiesto a Simone Genovesi, amministratore di Uplink Web Agency con sede a Cecina, Livorno.
Di cosa si occupa Uplink?
«Dal 2001 Uplink si occupa di innovazione Ict per imprese e istituzioni: eCommerce, Web Marketing, CRM, eBusiness, processi innovativi B2B, per quest’ultimo si affianca l’organizzatore dell’evento in tutte le fasi: iscrizione, profilazione dei partecipanti, espressione delle preferenze di incontro, per arrivare agli algoritmi di matchmaking e dunque alla generazione dell’agenda appuntamenti, che oggi si basa principalmente su Intelligenza Artificiale».
Nel 2020 la Uplink ha innovato ancora il modo di far fare B2B e questi i numeri del solo secondo semestre 2020: 120 mila meetings, oltre 23 mila operatori per 2,5 milioni di minuti ed oltre il 99% di soddisfazione!
«In estrema sintesi il business di Uplink è fare da ponte tra domanda e offerta di innovazione tra chi la genera e chi la utilizza, in quanto acceleratore reale tra interlocutori reali.
Fino a pochi mesi fa avevamo abituato i nostri interlocutori ad eventi fisici preselezionati, con conoscenza tra di loro che partiva da mesi prima, avendo possibilità di entrare già in contatto tramite la nostra piattaforma con iscrizioni, ricerca, e ulteriori focalizzazioni».
Pertanto, gli incontri programmati che avvenivano durante l’evento apicale B2B, nell’ordine di 15/30 minuti ciascuno, più che continuare a parlare di fase interlocutoria, potevano già avere il sapore di una trattativa pre-commerciale. Il black-out pandemico ha azzerato tutto ciò ma ben presto i cittadini del mondo, attraverso il proprio smartphone, si sono accorti di avere sempre a portata di mano una telecamera e un microfono. Da qui l’intuizione di Uplink: utilizzare il know-how finora acquisito in tema di B2B trasportandolo in modalità on line.
«Non si parli di ripiego, ma di vera e propria rivoluzione, pur con valorizzazione di quanto già funzionante». Con ciò si è superato il gap della location, moltiplicate le occasioni di incontro e raddoppiati i player per ciascun evento. Il mondo ha scoperto di essere nel B2B con maggiore interattività e profitto. A ciò si aggiunga l’arricchimento di live experience, prima d’ora preclusa.
«Il B2B che ha ad oggetto la nautica ha previsto la visita virtuale all’interno degli Yacht e posso assicurare che tutto ciò qualifica di sicuro la relazione. In tema di turismo e ricettività si ha possibilità non solo di far vedere la struttura ma anche di entrare virtualmente nelle Spa e coglierne le varie sfumature. In aziende che offrono innovazione, si può entrare nei loro processi di ricerca o produttivi, si può conoscere il team aziendale entrando in maggiore empatia con l’interlocutore. Nel Food si è arrivati allo smart taste con compratori del Tuscany da tutto il mondo. A questi sono stati inviati campioncini di prodotti alimentari prevedendo degustazioni guidate on line e commento delle sensazioni».
Tra i tanti elementi di novità intercettati e valorizzati da Uplink vi è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: un wizard capace di generare matching in maniera semiautomatica e velocissima, con utilizzo di informazioni disponibili, basato su una profonda base di conoscenza, sulle profilazioni e sui desideri dei player, simulando un vero e proprio tour tra i desk dei soggetti interessati è aumentato sensibilmente le probabilità di business.
Al termine una domanda scontata: cosa ci potrà riservare il futuro?
«Il futuro è già arrivato».