Al servizio delle aziende del territorio
Next Technology Tecnotessile è una società nazionale di ricerca nata a Prato nel 1972, costituita per il 40% dal Ministero dell’università e della ricerca e per la parte restante da imprese tessili, meccanotessili, dell’abbigliamento, della logistica e del settore chimico. Iscritto all’Albo dei laboratori del MUR, NTT opera per il miglioramento dell’innovazione tecnologica e della competitività delle aziende. A parlarci di questa importante realtà regionale e nazionale sono il presidente Massimo Biancalani e il direttore Andrea Falchini
Nel 2022 Next Technology Tecnotessile ha compiuto 50 anni, arrivando ad essere un centro di riferimento a favore delle imprese del settore tessile, moda e meccanotessile, non solo di Prato ma di tutta l’Italia. Quali sono i vostri principali servizi?
«Oltre ai settori citati ci occupiamo anche di pelletteria, cartario, meccanica e ferroviario. Lavoriamo molto nel campo della chimica dei polimeri, materiali sempre più presenti nel tessile. Operiamo nel trasferimento tecnologico, ossia il trasferimento delle tecnologie sviluppate dalle università e dai centri di ricerca verso le aziende del territorio attraverso progetti di innovazione. Sosteniamo con progetti di ricerca e sviluppo le aziende che hanno bisogno di innovare e che non riescono a farlo internamente, oppure le coinvolgiamo in progetti internazionali o finanziati dall’Unione Europea, costituendo partenariati a livello nazionale e a livello regionale e aiutandole ad accedere a bandi finanziati a vari livelli».
Quali sono le vostre sedi?
«La nostra sede principale è in via del Gelso a Prato, a cui si aggiunge il Laboratorio CEQ (Centro Eccellenza Qualità) di Monsummano Terme, che durante la pandemia si occupò di fornire i test di validazione delle maschere facciali ad uso medico, necessari al rilascio del nulla osta in deroga da parte dell’Istituto Superiore di Sanità ed anche per l’eventuale marcatura CE come dispositivi medici. Esso è dotato di attrezzature di analisi e di dispositivi di taratura che ci permettono di fare test e prove per il settore meccanico, per il settore ferroviario e per il settore della pelletteria.
I servizi spaziano dal mondo della qualità delle aziende alla formazione, completando l’attività di ricerca e sviluppo che facciamo nella sede di Prato e riuscendo a mettere insieme lo sviluppo di nuove soluzioni e la loro validazione. Stiamo aprendo una terza sede presso l’ex Creaf di Prato e ne abbiamo una in Campania, a Piano di Sorrento, che ci permette di collaborare a stretto contatto con il CNR di Pozzuoli».
Le imprese tessili pratesi, a partire da marzo 2023, potranno chiedere agevolazioni per un totale di 10 milioni di euro attraverso cinque bandi. Qual è stato e quale sarà il ruolo di Next Technology Tecnotessile in questo importante percorso?
«Il nostro ruolo sarà di supporto alle aziende del territorio che vorranno sfruttare questa opportunità. Noi potremo aiutare nella gestione e nella presentazione dei progetti, al fine di ottenere il finanziamento. Si tratta di progetti di ricerca e sviluppo nel campo dell’economia circolare, dal recupero di scarti tessili alla sostenibilità nel mondo tessile ma anche di progetti di investimento in sistemi di risparmio energetico e in sistemi di recupero degli scarti. Noi ci impegniamo a supportare le aziende del territorio nella gestione e nel monitoraggio dei progetti».
Come sarà possibile in futuro ridurre l’impronta ecologica del settore tessile e ricondurlo totalmente nell’alveo dell’economia circolare?
«Noi lavoriamo molto su questo tema e su diversi fronti. Ci sarà un fronte molto importante che è quello dell’ecodesign, che consiste nella progettazione sostenibile di capi tessili più facilmente riciclabili.
Questo risultato si può ottenere impiegando meno tipologie possibili di materiali diversi e facendo in modo che siano facilmente disassemblabili in fase di riciclo, per permettere il passaggio dallo straccio alla fibra tessile e di nuovo al filato. In questo modo si previene la generazione di scarto. Un altro fronte sarà quello dell’uso dei materiali ecosostenibili al posto delle fibre sintetiche di derivazione fossile, i cosiddetti materiali bio-based.
Un esempio sono le fibre naturali come la canapa e altre fibre innovative. Inoltre, c’è il tema del recupero delle fibre tessili, attraverso i sistemi di selezione che aiutano a classificare i capi tessili in funzione della composizione chimica, del colore, della struttura tessile. In base a quanto detto, possiamo dire che in tutto il nostro campo d’azione l’innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità procedono su binari paralleli».