• 09/12/2024

Agriturismi: i numeri della Toscana

 Agriturismi: i numeri della Toscana

Turismo: in Toscana 5.600 agriturismi, senza queste strutture chiuderebbero diverse aziende agricole

La vicepresidente della Regione al convegno di Agriturist in corso a Fiesole: “L’agriturismo ha salvato il nostro patrimonio agricolo e rappresenta un modello vincente per la sostenibilità e il turismo esperienziale”

Con oltre 5.600 strutture attive, la Toscana si conferma la regione leader in Italia per il turismo agrituristico, rappresentando il 21% del totale nazionale”.

A dirlo è stata Stefania Saccardi, assessora all’Agricoltura e vicepresidente della Regione Toscana, durante il convegno “Agriturist racconta l’agriturismo italiano: passato, presente e futuro”, in corso stamani alla Fattoria di Maiano a Fiesole.

“Grazie alla legge regionale sull’agriturismo, aggiornata nel tempo per includere anche le attività di enoturismo e oleoturismo, abbiamo permesso la valorizzazione di una grande parte del nostro patrimonio agricolo e immobiliare, che altrimenti sarebbe andato in rovina – ha spiegato Saccardi – Oggi gli agriturismi rappresentano un’integrazione essenziale per il reddito degli agricoltori: senza questa attività, molte aziende agricole non riuscirebbero a sostenersi economicamente”.

L’assessora ha evidenziato come l’agriturismo non sia solo un’opportunità economica, ma anche uno strumento per mantenere il territorio ordinato e vivo. “Chi arriva in Toscana trova una terra ben tenuta – ha detto Saccardi – con immobili recuperati e un’ospitalità di altissimo livello. Questo è un risultato diretto delle politiche agrituristiche che abbiamo promosso”.

TOSCANA ECONOMY - Agriturismi: i numeri della Toscana
Saccardi

Saccardi ha inoltre posto l’accento sull’importanza di decongestionare le città d’arte come Firenze, favorendo il turismo nelle aree rurali. “Durante il Covid – ha ricordato l’assessora all’Agricoltura – le campagne toscane e i nostri agriturismi erano pieni mentre le città erano vuote. Questo modello può essere replicato per affrontare fenomeni come l’overtourism, offrendo ai visitatori esperienze uniche nei territori circostanti le città d’arte”.

Secondo Saccardi, il turismo esperienziale è una chiave di sviluppo per l’intera Toscana: “Portare i turisti a conoscere i processi produttivi, come la produzione di olio e formaggi, e a visitare frantoi e aziende agricole rappresenta un’opportunità straordinaria per promuovere il territorio e i nostri prodotti di qualità. La collaborazione tra Regione, province e città metropolitane è fondamentale per valorizzare queste risorse”.

“Gli agriturismi – ha concluso la vicepresidente della Regione e assessora all’Agricoltura – non sono solo un presidio economico e sociale, ma anche un elemento essenziale per il turismo sostenibile e per il mantenimento della nostra identità territoriale”.

I dati illustrati dal dg di Ismea Marchi durante il convegno “Agriturist racconta l’agriturismo italiano: passato, presente e futuro” che si è svolto oggi a Fiesole:  “Il 63% dei comuni italiani ospita almeno una struttura, una percentuale che diventa l’85% nel Centro Italia”

“Gli agriturismi italiani rappresentano una risorsa strategica per il settore agricolo e turistico, offrendo multifunzionalità, sostenibilità e una risposta concreta ai problemi dello spopolamento delle aree interne”. 

È quanto emerso dall’intervento di Sergio Marchi, direttore generale dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea) durante il convegno “Agriturist racconta l’agriturismo italiano: passato, presente e futuro”, organizzato da Agriturist oggi alla Fattoria di Maiano, a Fiesole.

Per la prima volta gli ospiti stranieri superano quelli italiani

Nel 2022 le aziende agrituristiche autorizzate in Italia erano 25.849, un aumento del 23,7% rispetto al 2013. Queste strutture rappresentano il 2,3% del totale delle aziende agricole italiane e generano un valore complessivo di quasi 1,9 miliardi di euro, pari al 2,6% del prodotto agricolo nazionale. I numeri confermano come gli agriturismi siano una risorsa fondamentale per il sistema agricolo e turistico del nostro Paese.

Secondo i dati Ismea, tutte le tipologie di servizi agrituristici sono cresciute nell’ultimo decennio: l’alloggio e la ristorazione segnano entrambi un aumento del +23%, mentre le degustazioni hanno registrato un impressionante +75%. “Questa diversificazione dei servizi non solo contribuisce a incrementare i ricavi – ha spiegato il dg di Ismea – ma amplia anche le opportunità per offrire esperienze uniche e autentiche ai turisti”.

La capacità ricettiva del comparto è in costante espansione. “Gli agriturismi italiani oggi offrono 535.000 posti a sedere (+32% rispetto al 2013), 297.000 posti letto (+32%) e 14.500 piazzole di sosta (+77%). Questa crescita non è solo numerica – ha detto Marchi – ma testimonia l’importanza del settore nel fornire un’alternativa valida sia per contrastare l’overtourism nelle città d’arte sia per rivitalizzare le aree rurali”.

La presenza degli agriturismi è diffusa in modo capillare su tutto il territorio nazionale. “Il 63% dei comuni italiani ospita almeno un agriturismo, percentuale che sale all’85% nelle regioni del Centro Italia, come la Toscana, e al 98% in alcune province – ha sottolineato Marchi -. Il 31% delle strutture si trova in aree montane e il 53% in aree collinari, dimostrando come gli agriturismi siano veri e propri presidi del territorio, capaci di mantenere vivo il tessuto socioeconomico e culturale anche nei luoghi più marginalizzati”.

Anche la domanda agrituristica è in aumento, con numeri che superano ampiamente quelli pre pandemia. “Nel 2023 gli arrivi totali sono cresciuti dell’11% rispetto al 2022, con un incremento del 18% per i turisti stranieri e del 5% per quelli italiani. Per la prima volta – ha spiegato il dg di Ismea – gli ospiti stranieri hanno superato gli italiani, raggiungendo quota 2,3 milioni. I pernottamenti complessivi, invece, sono aumentati del 7%, con un dato particolarmente significativo per gli stranieri (+11% rispetto al 2022)”.

“Gli agriturismi italiani – ha concluso Marchi – sono un modello di eccellenza. Non solo rappresentano un’importante fonte di reddito per le aziende agricole, ma contribuiscono a preservare il paesaggio, a mantenere vive le tradizioni locali e a offrire esperienze uniche ai turisti. Inoltre, grazie alla crescente adozione di pratiche sostenibili, come l’uso di energie rinnovabili e il riciclo dei materiali, sono un esempio virtuoso di come il turismo possa integrarsi con la tutela dell’ambiente e lo sviluppo del territorio”.

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Redazione

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