Acqua di Toscana San Felice un dono della natura esportato nel mondo
L’acqua sgorga microbiologicamente pura, con una composizione chimica unica, e unisce le sue qualità naturali all’eleganza del design italiano, grazie ad una bottiglia bordolese brevettata
L’acqua è il composto chimico che ci permette di vivere, eppure se ne parla molto poco, se non per le sue proprietà benefiche. Ma l’acqua non è tutta uguale, ne esistono di varie tipologie e alcune hanno qualità esclusive, come Acqua di Toscana San Felice (Pistoia), marchio registrato riconosciuto nel mondo, che nasce da una sorgente unica nel suo genere, situata tra gli Appennini e le montagne dell’Abetone, immersa in un bosco di felci secolari. Da qui sgorga un’acqua pura e dalla composizione chimica unica, perché prima di arrivare in superficie, fa un percorso sotterraneo tra le rocce arenarie tipiche del territorio. Altra unicità è l’imbottigliamento, che avviene direttamente alla sorgente.
Ed è proprio la peculiarità di quest’acqua ad aver convinto Piazza Navona Srl ad acquisire l’azienda nel 2006 e a ridarle nuova vita. «Il primo anno è stato turbolento, perché l’azienda necessitava di una riorganizzazione totale a livello strutturale, produttivo e commerciale – spiega il titolare Vieri Ceccherini. L’impegno è stato importante, ma fortunatamente i dipendenti e i distributori hanno riacquistato fiducia verso l’azienda».
Presente commercialmente sul territorio toscano, i canali di vendita si rivolgono soprattutto all’estero, con un buon 35% di attività di esportazione e un incremento costante.
Punto di forza è la qualità dell’acqua, che nasce microbiologicamente pura e che, grazie ad una costante attività di analisi sul prodotto imbottigliato e sulla bottiglia stessa, resta tale sempre. «I vuoti che rientrano in azienda, vengono prima lavati e disinfettati, ma ci fidiamo fino ad un certo punto, quindi procediamo con una serie di ulteriori analisi, – prosegue Ceccherini – perché vogliamo che la nostra acqua venga messa in bottiglie perfettamente sterili. Ed il vetro già di per sé è il materiale più sicuro e igienico per conservare alimenti e bevande».
La filosofia aziendale si basa quindi sulla qualità, ma anche sull’economia ciclica, ed è così fin dal lontano 1961, anno di nascita dell’azienda. «Non abbiamo mai voluto né noi, né chi ci ha preceduto, fare scelte diverse, anche se più comode. Imbottigliamo nel vetro, nonostante siano necessarie una serie di azioni complesse e sebbene quello che produciamo noi in tre mesi, molte aziende riescano a farlo in un giorno. Però alla fine non buttiamo niente e non abbiamo scarti né rifiuti. Tutto viene riciclato in un ciclo di vita continuo, dalle bottiglie, ai tappi in alluminio, alle casse di plastica».
Un dato interessante è che l’Italia è il più grande produttore di acqua minerale al mondo, con oltre 150 aziende produttrici, anche se, sottolinea Ceccherini «ci sono colossi contro i quali le piccole aziende come la nostra fanno molta fatica. Per questo il nostro obiettivo principale, strategicamente parlando, e che stiamo già mettendo in pratica, è di incentivare il passaparola, organizzando visite in azienda per i nostri distributori e venditori; questi incontri diventano importanti momenti conviviali, grazie ai quali raccontiamo la nostra realtà e il prodotto. Ed è proprio questo che dà loro lo stimolo per raccontare al meglio la nostra acqua e l’unicità del nostro territorio. Importante anche la collaborazione che abbiamo stretto con il Consorzio del Chianti Classico e il Consorzio del Brunello di Montalcino, – prosegue il titolare – dei quali siamo sponsor tecnico; questo ci permette finalmente di far parlare anche dell’acqua come di un’eccellenza toscana e italiana, al pari del vino e di altri prodotti enogastronomici».
Più complessa la distribuzione per uso domestico, sulla quale comunque l’azienda punta perché, spiega Ceccherini «le persone sono sempre più attente ai temi dell’eco-sostenibilità e alla qualità di quello che acquistano. Nel 2020 abbiamo anche brevettato una nuova bottiglia bordolese, proprio perché vogliamo offrire un qualcosa di unico, di qualità, ma che sia degno anche dello stile italiano, famoso nel mondo. Una scelta importante per il futuro della nostra azienda, perché continueremo a rivolgerci ad un mercato di nicchia, senza scendere a compromessi».
Acqua di Toscana, come molte altre realtà imprenditoriali, durante la pandemia ha sviluppato anche nuove idee, in questo caso due liquori che ovviamente contengono acqua e materie prime di qualità. Nascono così il Liquore di Iris Toscano e l’Amaro de’ Medici, secondo le ricette del padre di Ceccherini, farmacista e appassionato di erboristeria. «È nato tutto quasi come un gioco, ma ogni volta che qualcuno assaggia i liquori che vedevo fare da bambino a mio padre, e li apprezza, mi emoziono. E forse questo essere eclettici, creativi, il non essere specializzati in niente ma bravi in tutto, il sapersi emozionare, contribuisce al successo del Made in Italy, amato e richiesto nel mondo».
Per approfondimenti
www.sanfelice.org
Irene Tempestini